Archivi del mese: luglio 2012

Donne di latte vestite


Latte freddo, caldo, in tazza, al vetro: sono diversi i modi di consumare questo prelibato nettare a colazione e dall’autunno, ce n’è uno in più: indossarlo! E sì, una designer tedesca Anke Domaske di 28 anni ha inventato un tessuto rivoluzionario nato dal latte, ovviamente ecocompatibile e adatto alle persone con problemi di allergie e dermatiti, il  “qmilch”: sembra seta e può essere lavato e asciugato come il cotone. Così dopo l’abito fatto con il vino, arriva quello appena munto. Il termine nasce dall’unione del nome tedesco del latte, “milch”, con la parola “qualità”. Dopo due anni di ricerca la microbiologa, con la passione sfrenata per il fashion design, e la sua squadra sono arrivati ad adoperare la caseina, estratta dai residui del latte, che non possono essere utilizzati per la produzione alimentare, come  materia prima per la realizzazione di una bio-fibra.  Il tessuto risultante è la prima fibra prodotta dall’uomo senza aggiunta di alcun componente chimico. Idea rivoluzionaria, a basso impatto ambientale e soprattutto eco-sostenibile: tale tessuto infatti può essere ricavato anche dal latte scaduto o scartato dai processi industriali caseari che, altrimenti, andrebbe buttato. La fibra ottenuta si presenta in forma filamentosa, viene lavorata da un filatoio meccanico e può essere intrecciata per creare trame resistenti, o diventare un tessuto simile alla seta per sottigliezza e consistenza. Ogni chilo di tessuto costa 20 euro e per realizzarlo servono solamente due litri d’acqua (per un chilo di cotone si impiegano ben 10.000 litri di acqua!). Anke Domaske ha ricevuto diverse ordinazioni: dai produttori di automobili, per i rivestimenti interni, alle industrie farmaceutiche, interessate al materiale come prodotto ipoallergenico, all’industria alberghiera, che li impiegherebbe per realizzare lenzuola e coperte. Il tessuto essendo antibatterico, aiuta addirittura l’organismo ad una regolazione migliore della temperatura corporea, favorendo la circolazione e il suo utilizzo, se prolungato, ha sulla pelle un effetto paragonabile a quello delle maschere di bellezza (Cleopatra docet…). Ovviamente quest’ultima tendenza non è passata inosservata tra star di Hollywood come Misha Barton e Ashlee Simpson prime fan della stilista tedesca.
Alessandra

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Una spolverata di reggiano che fa la differenza


Mangiare parmigiano è tutt’altro che un sacrificio e informarsi su come acquistare quello prodotto nelle aziende emiliane colpite dal terremoto dello scorso maggio è semplice e veloce (basta consultare, tra gli altri, www.parmigiano-reggiano.it). Non stupisce dunque che già un italiano su quattro abbia fatto questa scelta (secondo i dati appena diffusi dalla Coldiretti). Gente intelligente, consumatori responsabili che mettono in pratica in modo fruttuoso le migliori regole del consumo critico. Il loro gesto non costa niente (il parmigiano regna sovrano su ogni tavola italiana), ma serve tanto. Serve a scongiurare la chiusura degli oltre 80 caseifici – per la maggior parte nel modenese – distrutti o gravemente danneggiati dal sisma e il conseguente collasso degli altri anelli della catena produttiva: stalle e fienili, mungitoi, magazzini di conservazione, studi veterinari etc… Serve, inoltre, a contenere un danno, quello causato al comparto caseario emiliano dalle scosse, calcolato in circa 200 milioni di euro (500 mila le forme di parmigiano crollate rovinosamente dagli scaffali). Serve a ridare un po’ di fiducia a migliaia di lavoratori e centinaia di piccoli imprenditori che si vedono negati i prestiti dalle banche e gli aiuti dallo Stato. E serve infine a impedire che anche la tragedia emiliana, come tante altre, sia condannata all’oblio. Mi ha profondamente colpito che quest’anno le chiacchiere da ombrellone sulla spiaggia abruzzese dove la mia famiglia trascorre le vacanze da generazioni, vertessero anche sull’acquisto intelligente e solidale di parmigiano. Non solo. Proprio sul bagnasciuga ferveva un intenso scambio di tocchi di reggiano tra la signora che si era presa l’incarico di farselo spedire e le altre bagnanti che lo avevano commissionato. Come si legge sul sito del Consorzio parmigiano reggiano o su quello della Coldiretti Emilia che tanto si è attivata con la Campagna Amica, i prodotti emiliani si possono acquistare in tanti modi, a cominciare da alcuni canali della grande distribuzione promotori di iniziative ad hoc (fino al 31 luglio in tutti i supermercati Auchan sarà in vendita il “parmigiano della solidarietà”). Lo stesso discorso vale per le altre eccellenze dell’agroalimentare di origine emiliana o lombarda: aceto balsamico, “oro nero” di Modena, salumi, miele, meloni, lambrusco. Le iniziative per venderli e sensibilizzare i consumatori su un’emergenza tutt’altro che passata sono molteplici. Basta tenere gli occhi aperti e l’olfatto all’erta.
Silvia Gusmano

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“Mediterraneo”, ristoranti in periferia

“recensioni”

Se un giorno scopriste di avere una gran voglia di mangiare dei buoni piatti a base di pesce non dovete necessariamente salire in macchina ed affrontare le estenuanti code verso il mare. A contraddire chi pensa che in periferia non ci siano buoni ristoranti ci prova “Mediterraneo” che, lo scorso 12 luglio, ha aperto i battenti a Morena, estrema periferia di Roma sud. Ambiente dal design elegante, molto curato, ma al contempo rilassante e confortevole. Il pavimento e le pareti: un mosaico di mattonelle di stile siciliano, tutte diverse e coloratissime, creano un’atmosfera accogliente e calda. Gestito da due fratelli Fabio e Pier Luigi, che hanno già maturato una lunga esperienza nel settore, il “Mediterraneo” ha una cucina che mette al primo posto la qualità del prodotto.
Soci del presidio Slowfood rispettano rigorosamente il piacere alimentare basato su prodotti in prevalenza a chilometro zero, in armonia con gli ecosistemi locali. Pier Luigi vi accoglie con estrema cordialità e discrezione mentre Fabio prepara per voi deliziosi manicaretti, come la splendida insalata di polpo, i maltagliati con vongole e bottarga, fritture croccanti, fresche e leggere. Dimenticavo, fa anche un’ottima pizzeria dai condimenti variegati e originali.
Se volete provare lo trovate in via del Fontanile Anagnino, 121, Morena-Roma.
Tel 06 97610983 cell 366 2632697. Primi 9/15 euro, secondi 14/25 euro.
E bon appetit!
Ivana

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Mousse estiva alla lavanda


ingredienti per 4 persone
250g latte
2 albumi
30g farina setacciata
60g zucchero
300g panna montata
2 fogli di gelatina
1 mazzetto di lavanda (circa 10/15 fiori con foglie)
Lavare la lavanda e metterla nel latte. Portare a sobbollire. Fare raffreddare bene. Lasciare la lavanda in infusione per almeno 2 ore. Poi filtrare. In una ciotola sbattere gli albumi con lo zucchero, 100gr del latte alla lavanda e la farina (setacciata), cercando di non creare grumi. Portare a bollore il latte restante, versarlo nella ciotola mescolando accuratamente per amalgamare il tutto e riportare sul fuoco fino a nuovo bollore, quando la crema si addensa è pronta. Mettere subito dentro la gelatina, messa precedentemente a bagno in acqua fredda e strizzata per bene. Mescolare molto bene. Lasciare raffreddare la crema con della pellicola a contatto.
Una volta fredda passarla in un frullatore e renderla bella omogenea e liscia. Aggiungervi delicatamente la panna montata. Prendere 4 coppette mettendo magari sul fondo qualche lampone o fragola freschi, dei biscotti sbriciolati o delle lamelle di mandorle e decorare poi a piacere. Se invece volete un risultato più chic, mettete un piccolo fiore di lavanda poggiato sopra ogni coppetta.
Valentina

 

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Fish, we can


SFORMATINI DI CUSCUS E PESCE SPADA,
SPIEDINI DI GAMBERI SU CREMA DI PISELLI, FILETTI DI SALMONE MARINATI E INSALATA DI PERE E CETRIOLI, MOUSSE ESTIVA ALLA LAVANDA 
stampa il menù

SFORMATINI DI CUSCUS E PESCE SPADA

ingredienti per 4 persone
1 grosso peperone rosso (circa 250g se sono piccoli 2)
1 fetta di pesce spada abbastanza spessa (circa 200g)
120 g cuscus precotto
1 limone
prezzemolo, maggiorana, origano secco, aglio, Tabasco, salsa Worcester, olio evo,  sale
Scaldare 110 g di acqua, aggiungere: 50 g di succo di limone, 20 g di olio, un pezzettino di aglio (che poi andrà tolto) sale, qualche goccia di Tabasco e salsa Worcester. Inserire il  cuscus e mescolare, coprire e riporre in frigorifero per 2 ore. Tritare un ciuffetto di prezzemolo e uno di maggiorana, unire un pizzichino di origano secco e distribuire il trito sul pesce, coprirlo con la pellicola trasparente e mettetelo in frigorifero per 1 ora. Arrostire sul fuoco il peperone per 20 m, girandolo di tanto in tanto (oppure farlo in forno); pulirlo eliminando pelle e semi, metterlo nel frullatore con 20 g di olio, sale, 30 g di acqua e 20 g di succo di limone, ottenendo una salsa omogenea e liscia. Cuocere la fetta di pesce spada in una padella scaldata con un velo di olio per 2-3m. Poi lasciarla intiepidire e affettarla a mo’ di tagliata ricavando 12 fettine; tritare grossolanamente il resto. Rivestire 4 stampini di pellicola trasparente lasciandola debordare un po'; disporre sul fondo di ciascuno 3 fettine di spada. Mescolate il rimanente pesce tritato con il cuscus e distribuite il composto negli stampini. Rimboccatevi sopra la pellicola debordante e poneteli in frigo per almeno 1 ora. Serviteli disposti a piacere su rondelle di pomodoro verde, completando con fettine di ravanello e la salsa al peperone.

SPIEDINI DI GAMBERI SU CREMA DI PISELLI

ingredienti per 4 persone
400 gr di piselli
1 cuore di lattuga
200 gr di patate
1 piccolo porro
brodo vegetale
2 cucchiai di crema di latte
50 gr di burro
origano
erba cipollina
sale
pepe
8 gamberi
Affettare il porro. Farlo appassire dolcemente in una casseruola con il burro, quindi unirvi i piselli, la patata sbucciata e tagliata a tocchetti e la lattuga. Aggiustare di sale e pepe, far insaporire per qualche minuto, quindi unire il brodo caldo e lasciar cuocere a fuoco lento (circa mezz’ora). Scottate i gamberi in padella con uno spicchio d’aglio e sfumare con un goccio di brendy, toglierli dal fuoco ed infilarli su degli stecchini. Frullare la zuppa di piselli, e servire la vellutata così ottenuta con i gamberi e se volete potete aggiungere dei piccoli crostini di pane.

FILETTI DI SALMONE MARINATI CON INSALATA DI PERE E CETRIOLI

ingredienti per 4 persone
4 tranci di salmone
2 cipollotti piccoli
pepe rosa e pepe verde ( se li trovate meglio in salamoia)
zenzero fresco
8 olive verdi
8 ravanelli
2 pere Coscia
1 cetriolo
2 lime
Tagliare a rondelle il verde dei cipollotti, aggiungete il pepe, lo zenzero fresco, il succo dei lime. Mettere i tranci di salmone in una pirofila con la polpa verso l’alto; cospargeteli con la marinata e lasciateli insaporire coperti in frigorifero per almeno 6 ore. Preparate l’insalata poco prima di cuocere il pesce: affettate le pere e i ravanelli; sbucciate e tagliate il cetriolo. Mescolateli con le olive snocciolate e condite l’insalata a piacere. Togliere dal salmone parte della marinata, lasciando pure qualche granello di pepe. Grigliare delicatamente i tranci per circa 3-4′ per lato, cuocendoli prima dalla parte della polpa. Salare e servire i tranci con l’insalata.

MOUSSE ESTIVA ALLA LAVANDA

ingredienti per 4 persone
250g latte
2 albumi
30g farina setacciata
60g zucchero
300g panna montata
2 fogli di gelatina
1 mazzetto di lavanda (circa 10/15 fiori con foglie)
Lavare la lavanda e metterla nel latte. Portare a sobbollire. Fare raffreddare bene. Lasciare la lavanda in infusione per almeno 2 ore. Poi filtrare. In una ciotola sbattere gli albumi con lo zucchero, 100gr del latte alla lavanda e la farina (setacciata), cercando di non creare grumi. Portare a bollore il latte restante, versarlo nella ciotola mescolando accuratamente per amalgamare il tutto e riportare sul fuoco fino a nuovo bollore, quando la crema si addensa è pronta. Mettere subito dentro la gelatina, messa precedentemente a bagno in acqua fredda e strizzata per bene. Mescolare molto bene. Lasciare raffreddare la crema con della pellicola a contatto.
Una volta fredda passarla in un frullatore e renderla bella omogenea e liscia. Aggiungervi delicatamente la panna montata. Prendere 4 coppette mettendo magari sul fondo qualche lampone o fragola freschi, dei biscotti sbriciolati o delle lamelle di mandorle e decorare poi a piacere. Se invece volete un risultato più chic, mettete un piccolo fiore di lavanda poggiato sopra ogni coppetta.

LA SPESA
stampa la lista

premesso che in casa abbiamo: dado vegetale, origano, erba cipollina, sale, pepe, farina, zucchero

compriamo:
50 gr di burro
2 cucchiai di crema di latte
250g latte
2 uova
2 fogli di gelatina
300g panna
120 g cuscus precotto
1 fetta di pesce spada abbastanza spessa (circa 200g)
8 gamberi
4 tranci di salmone
1 grosso peperone rosso (circa 250g se sono piccoli 2)
1 limone
400 gr di piselli
1 cuore di lattuga
200 gr di patate
1 piccolo porro
2 cipollotti piccoli
pepe rosa e pepe verde ( se li trovate meglio in salamoia)
zenzero fresco
8 olive verdi
8 ravanelli
2 pere Coscia
1 cetriolo
2 lime
1 mazzetto di lavanda (circa 10/15 fiori con foglie) 

TABELLA DI MARCIA
Anche questo menù non richiede molte ore in cucina. Ha però bisogno di tempi lunghi per la marinatura. Molte cose devono essere preparate qualche ora prima, in compenso ci si può avvantaggiare il giorno prima o la mattina, arrivando alla preparazione della cena con pochissime cose da fare. Il giorno prima potete preparare gli sformatini, tirandoli fuori dal frigorifero poco prima di servirli, e, potete fare la crema alla lavanda. Al mattino potete preparare la marinatura e mettere il salmone in frigo. Potete cuocere anche i piselli e conservarli in frigo, idem per il peperone che potete cuocere e sbucciare e conservare in frigo. La sera della cena non vi resta che preparare l’insalata per il salmone e frullare le due creme: il peperone per gli sformatini di couscous; i piselli che vanno prima scaldati un po’ e poi frullati (la crema va servita tiepida). Saltate in padella i gamberi e formate gli spiedini. Scottate le fette di salmone e siamo pronti! Buon appetito.

LO SAPEVI

da “la cucina italiana” di luglio, dove abbiamo preso e provato le ricette degli sformatini e del salmone vi riportiamo anche questa chicca sui “I SEGRETI DELLA MARINATURA”
Il termine “marinare”  nasce dall’uso di immergere gli alimenti in acqua di mare, una salamoia naturale, con scopo prevalentemente conservativo. Si cominciò poi a marinare anche per insaporire e ammorbidire carni e pesci. Si preferirono, perciò, altri liquidi, come vino e aceto, miscelati con olio e aromi: l’olio “cattura” gli aromi e li fissa su carne e pesce, mentre le componenti acide “intaccano” le fibre e così le ammorbidiscono. Una marinata si può preparare con moltissimi ingredienti diversi: l’importante è che ci sia un elemento acido, uno oleoso e uno aromatico. E generalmente è meglio evitare il sale, che provoca la fuoriuscita dei succhi dalle carni. Si può utilizzare quindi limone, vino bianco o rosso, aceto,        pomodoro e ogni tipo              di erba aromatica, aglio, cipolla e spezie. Per i pesci più delicati, prezzemolo, aneto, cerfoglio, erba cipollina. la marinatura deve durare per un tempo minimo di 1 ora.
lo chef di cucina italiana consiglia: vino bianco secco, sapido, dal profumo floreale. Colli Berici Pinot grigio, Colli Amerini Bianco, Alcamo Grecanico

 

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Filetti di salmone marinati con insalata di pere e cetrioli


ingredienti per 4 persone
4 tranci di salmone
2 cipollotti piccoli
pepe rosa e pepe verde ( se li trovate meglio in salamoia)
zenzero fresco
8 olive verdi
8 ravanelli
2 pere Coscia
1 cetriolo
2 lime
Tagliare a rondelle il verde dei cipollotti, aggiungete il pepe, lo zenzero fresco, il succo dei lime. Mettere i tranci di salmone in una pirofila con la polpa verso l’alto; cospargeteli con la marinata e lasciateli insaporire coperti in frigorifero per almeno 6 ore. Preparate l’insalata poco prima di cuocere il pesce: affettate le pere e i ravanelli; sbucciate e tagliate il cetriolo. Mescolateli con le olive snocciolate e condite l’insalata a piacere. Togliere dal salmone parte della marinata, lasciando pure qualche granello di pepe. Grigliare delicatamente i tranci per circa 3-4′ per lato, cuocendoli prima dalla parte della polpa. Salare e servire i tranci con l’insalata.
MadamaRicetta

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Spiedini di gamberi su crema di piselli


ingredienti per 4 persone
400 gr di piselli
1 cuore di lattuga
200 gr di patate
1 piccolo porro
brodo vegetale
2 cucchiai di crema di latte
50 gr di burro
origano
erba cipollina
sale
pepe
8 gamberi
Affettare il porro. Farlo appassire dolcemente in una casseruola con il burro, quindi unirvi i piselli, la patata sbucciata e tagliata a tocchetti e la lattuga. Aggiustare di sale e pepe, far insaporire per qualche minuto, quindi unire il brodo caldo e lasciar cuocere a fuoco lento (circa mezz’ora). Scottate i gamberi in padella con uno spicchio d’aglio e sfumare con un goccio di brendy, toglierli dal fuoco ed infilarli su degli stecchini. Frullare la zuppa di piselli, e servire la vellutata così ottenuta con i gamberi e se volete potete aggiungere dei piccoli crostini di pane.
MadamaRicetta

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Sformatini di cuscus e pesce spada


ingredienti per 4 persone
1 grosso peperone rosso (circa 250g se sono piccoli 2)
1 fetta di pesce spada abbastanza spessa (circa 200g)
120 g cuscus precotto
1 limone
prezzemolo, maggiorana, origano secco, aglio, tabasco, salsa Worcester, olio evo,  sale
Scaldare 110 g di acqua, aggiungere: 50 g di succo di limone, 20 g di olio, un pezzettino di aglio (che poi andrà tolto) sale, qualche goccia di Tabasco e salsa Worcester. Inserire il  cuscus e mescolare, coprire e riporre in frigorifero per 2 ore. Tritare un ciuffetto di prezzemolo e uno di maggiorana, unire un pizzichino di origano secco e distribuire il trito sul pesce, coprirlo con la pellicola trasparente e mettetelo in frigorifero per 1 ora. Arrostire sul fuoco il peperone per 20 m, girandolo di tanto in tanto (oppure farlo in forno); pulirlo eliminando pelle e semi, metterlo nel frullatore con 20 g di olio, sale, 30 g di acqua e 20 g di succo di limone, ottenendo una salsa omogenea e liscia. Cuocere la fetta di pesce spada in una padella scaldata con un velo di olio per 2-3m. Poi lasciarla intiepidire e affettarla a mo’ di tagliata ricavando 12 fettine; tritare grossolanamente il resto. Rivestire 4 stampini di pellicola trasparente lasciandola debordare un po'; disporre sul fondo di ciascuno 3 fettine di spada. Mescolate il rimanente pesce tritato con il cuscus e distribuite il composto negli stampini. Rimboccatevi sopra la pellicola debordante e poneteli in frigo per almeno 1 ora. Serviteli disposti a piacere su rondelle di pomodoro verde, completando con fettine di ravanello e la salsa al peperone.
MadamaRicetta

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Se la formica fa chic


Non è la prima volta che l’Occidente scopre, ciò che nell’altra metà del pianeta è “l’acqua calda” e lo trasforma in una moda. Soprattutto a tavola. È il caso dell’ agricoltura urbana di cui ci siamo ampiamente occupate o delle mille e una ricette che vengono importate da  Thailandia, India o Corea e proposte dai ristoranti esotici più in voga di Londra, New York o Milano. La storia si ripete questa volta con gli insetti. Da anni ormai la Fao raccomanda un maggior utilizzo di larve, formiche e scarafaggi nelle diete delle popolazioni che soffrono carenza di cibo, sottolineandone i vantaggi: il valore nutrizionale, l’ampia disponibilità, i costi ridotti o inesistenti. In molti Paesi s tratta solo di assecondare o incrementare abitudini consolidate. In Nigeria ed in Malesia le larve, insetto rurale ad alto contenuto proteico, vengono consumate direttamente dalle piante o arrostite allo spiedo. In Colombia si tostano le formiche come i pop-corn, mentre in Cambogia le tarantole fritte sono considerate un’autentica prelibatezza. Da provare, inoltre, le termiti abbrustolite in molti Paesi dell’Africa occidentale o le cicale bollite di cui vanno matti i cinesi. E da noi? Ricordo come un incubo il pranzo di Natale in cui venne servito con gran clamore un formaggio francese doc pieno zeppo di vermi. I padroni di casa e la commensale che lo aveva portato (in valigia?) dalla Provenza ne decantavano le qualità, mentre la sottoscritta si sentiva un po’ come Pretty Woman davanti alle escargot (il che non è male: sentirsi un po’ Julia almeno una volta nella vita). E ricordo il ribrezzo che mi facevano le pesche o le ciliege bacate da bambina in campagna, al pensiero di quel vermetto vagante per la polpa. In Italia non molti hanno un’esperienza maggiore in materia, se si fa eccezione per i patiti di lumache come il nostro corrispondente Gattocherampica. Nel resto d’Europa, invece, le tavole più all’avanguardia si stanno aggiornando. In una diffusa catena di supermercati olandesi, la Sligro, già da qualche tempo è stato inaugurato il reparto grilli, cavallette&company, mentre al Mad Food Symposium, rinomato evento gastronomico di Copenaghen incentrato sull’innovazione, quest’anno le formiche hanno spopolato. A promuoverle da fastidioso insetto a ghiotta pietanza, il master chef René Redzepi e il suo Noma, eletto per tre anni di seguito il miglior ristorante del mondo dalla giuria del “San Pellegrino World’s 50 Best Restaurants Award”.  Nel suo sofisticato laboratorio, infatti, il cuoco danese ha nutrito le formichine con foglie di citronella e coriandolo per dar loro un sapore acidulo e gradevole. E le ha servite vive con salsa di yogurt. I partecipanti hanno gradito o, quanto meno hanno mostrato di gradire, perché in un happening tanto chic non si può certo storcere il naso per qualche antenna nera di troppo. Così, dopo quella sulle cicale, è arrivata per le povere, infaticabili operaie a sei zampe, la seconda grande rivincita.
Silvia Gusmano

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A fuoco lento, ricette per l’inclusione sociale

“vi segnaliamo”

Riportiamo una bella recensione, dal titolo “Menù a fuoco lento per condividere la vita”, apparsa sabato scorso sull’Osservatore Romano, a firma di Giulia Galeotti. Una (duplice) lettura da non perdere.
“Siamo bombardati, ormai, di cucina. Tra libri di ricette, programmi televisivi, riviste dedicate, personaggi tra i fornelli, rubriche, è una corsa a ostacoli. Salvo poi essere parimenti bombardati dalla gara tra suggerimenti ossessivi su quale sia il regime dietetico più facile, indolore ed efficace. Le prime posizioni delle classifiche di vendita dei libri in Italia restituiscono con inequivocabile chiarezza questo binomio, autenticamente schizofrenico. Eppure, tra il marasma di titoli e pubblicazioni, qualcosa di veramente appetitoso e salutare lo abbiamo individuato. È A fuoco lento. Storie di ordinaria disabilita, ricette per l’inclusione sociale (Milano, altreconomia edizioni, 2012, pagine 112, euro 8), libro a cura dell’associazione Come un albero onlus e di Solidarius Italia, che riporta ricette di vita e di cucina raccontate da familiari di persone affette da disabilità mentale. Le cuoche e narratrici sono tutte madri, tranne una sorella e un padre (autore della più semplice delle ricette, la pasta al tonno). L’idea è nata da un progetto volto a inserire in una rete di economia solidale il centro culturale Come un Albero di Roma, che dal 2004 si occupa di disabilità e inclusione sociale avendo come scopo primario quello di favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità intellettiva. Tra l’altro l’associazione ha, in via Alessandria, un centro culturale bello, curato e accogliente, dove è anche possibile svolgere eventi come presentazioni di libri, mostre, incontri tematici, laboratori e feste, di bambini e non. Ebbene, nel tentativo di favorire la tanto difficile “inclusione”, alcuni genitori sono stati invitati a preparare nella cucina del Centro una ricetta e a raccontare contestualmente la propria esperienza con i figli disabili; nella convinzione che partendo dal calore del cibo si è facilitati nel racconto, spartendo ricordi e dolori, momenti di felicità, desideri e partenze in salita. Gli incontri si concludevano poi consumando insieme quanto preparato. I temi affrontati dalle narratricicuoche sono, al contempo, simili e diversissimi. Pietanze speziate da momenti di crescita, percorsi scolastici, esperienze di socialità e qualche timido tentativo di lavoro: storie piene di vita, decisamente mai insipide, talvolta drammatiche, a tratti divertenti. Tra una teglia da imburrare, un tortino da farcire o la pasta da scolare, ci si racconta lutto e gioia, pace e lotta, coprendo tutti i momenti della vita. La fase della scoperta, del primo incontro, della consapevolezza della disabilità; la fase dell’assestamento, quando si inizia a mettere a fuoco il problema (spesso per nulla aiutati da chi ci circonda); la fase della crescita, ora armonica, ora disperata, ora a zig zag; la fase dell’età adulta, quando ti accorgi di dover iniziare tutto da capo nel tentativo di trovare un nuovo posto nel mondo al figlio disabile (e anche a te, mamma di figlio disabile); la fase, eterna e continua, della preoccupazione del dopo-di-me. A leggerle però, sono soprattutto storie condivise. Perché è la relazione il centro di tutto. Certo non manca la difficoltà. Non tanto la difficoltà personale e intima del genitore alle prese con un evento inatteso: quello che risulta è la difficoltà vissuta quotidianamente nel relazionarsi proprio con gli interlocutori in qualche modo deputati alla condivisione. Medici, insegnanti, religiosi, assistenti sociali. È lo scandalo dell’essere lasciati soli, degli inghippi burocratici, delle porte sbattute in faccia a scuola, di suore e presidi che non li vogliono, di medici incapaci. Non che manchino le suore e i presidi che li vogliono o i medici capacissimi, ma la cosa che veramente ferisce è l’assenza di un qualsiasi progetto al di fuori della famiglia. «È come se fosse più equo e giusto pensare ai diritti dei lavoratori del sud del mondo o dei produttori agricoli piuttosto che al diritto al lavoro delle persone con disabilità, tanto più se la disabilità in questione è di tipo intellettivo o relazionale», scrive Chiara Bonifazi nella postfazione, raccontando come, quando e perché la disabilità e l’economia solidale s’incontrano in cucina. Il progetto testimoniato da A fuoco lento, infatti, è quello dell’inserimento socio-occupazionale e lavorativo di persone con disabilità intellettiva e relazionale medio-lieve, nel tentativo di suggerire un altro modo di pensare i servizi per i disabili mentali, valorizzandoli e coinvolgendo il contesto. Rifiutando la logica assistenzialistica (che discrimina, impoverisce e isola) pur avendo chiaramente presenti le difficoltà di un mondo del lavoro aggressivo e competitivo, l’economia solidale può dunque offrire qualche spiraglio. Rimettendo al centro del lavoro le persone, prima del profitto”.
www.comeunalbero.org

 

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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per chi ha perso la puntata del 14 novembre a Cuochi e Fiamme, con la partecipazione della nostra corrispondente da Lugano Valentina Arena, trova qui il link per rivederla.

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