insetto killer delle castagne

Castagne

ANTICA ZUPPA D’ORZO E CASTAGNE MORBIDELLE, TACCHINELLA FARCITA DI SALSICCIA E CASTAGNE,
PURÈ DI ZUCCA E ACETO BALSAMICO DI MODENA,
CALDARROSTE E VIN BRULE’ 

Son dura, son tondetta del colore del caffè.
Sto chiusa in un riccio, ma non per capriccio.
C’è chi riesce a togliere le castagne dal fuoco, ma ciò richiede una grande abilità. A noi piace mettercele le castagne sul fuoco, senza dubbio è più facile, quindi questa settimana un menù tutto marrone.

ANTICA ZUPPA D’ORZO E CASTAGNE MORBIDELLE
ingredienti per 4 persone
120gr castagne secche, già sbucciate
120gr orzo
1 zucchina grande
1 cipolla
brodo vegetale
un rametto rosmarino, una noce burro, sale, pepe, olio

La sera prima mettere in ammollo le castagne.
Prendere un tegame e mettere a rosolare la cipolla tritata con un filo di olio. Quando si sarà imbiondita, aggiungere l’orzo, farlo tostare per qualche minuto, quindi aggiungete il brodo vegetale. Aggiustare la zuppa con sale, pepe e un rametto di rosmarino. Aggiungere le zucchine tagliate a cubetti e le castagne, coprire con un coperchio e cuocere per un’ora circa, abbassando la fiamma al minimo. Se preferite una minestra che sia più “liquida”, aggiungete dell’altra acqua. Mantecare la zuppa con una noce di burro. 

TACCHINELLA FARCITA DI SALSICCIA E CASTAGNE
ingredienti per 4 persone
tacchinella pulita e disossata
750 g di castagne
una costa di sedano
750 g di salsiccia di maiale
3 cucchiai di Brandy
50 g di pancetta
5 cl di olio extravergine di oliva
5 dl di brodo
sale e pepe q.b.
un cucchiaino di fecola

Incidere le castagne, privatele nella scorza e adagiarle in una pentola con il sedano, quindi metterle in un tegame e ricoprirle con acqua fredda. Portare ad ebollizione e lasciate cuocere per 25 minuti, scolarle,  laciarle raffreddare e privarle della pellicina. Passarne 1/3 al setaccio e lasciare intere le altre. In una ciotola mescolare assieme la purea di castagne con la salsiccia privata della pelle, un pizzico di sale, pepe e il brandy. Amalgamare quindi le castagne intere e con il ripieno, farcire la tacchinella dopo averla salata e pepata sia esternamente che internamente. Legare la tacchinella, ricoprire il petto con le fette di pancetta, ungerla bene con l’olio e avvolgetela in un foglio di carta da forno o di stagnola. Metterla su una teglia, con sotto un altro foglio di cartaforno e farla cuocere in forno già caldo a 180° per quasi 2 ore a seconda delle sue dimensioni. Circa 20 minuti prima che la tacchinella sia pronta prenderla dal forno, togliere la carta da forno, bagnarla con il fondo di cottura e rimetterla in forno. Continuare quindi la cottura cospargendola ogni tanto con il suo fondo di cottura. Una volta pronta, toglierla dalla teglia, rimuovere lo spago e disponetela in un piatto di portata.
Versare quindi il suo fondo di cottura in una pentola con del brodo, portare ad ebollizione e lasciare cuocere, mescolando, per un paio di minuti.
Filtrare la salsa così ottenuta passandola in un colino, addensarla, unendovi un cucchiaio di fecola di patate sciolta in pochissima acqua e servirla a parte assieme alla tacchinella.   

PURÈ DI ZUCCA E ACETO BALSAMICO DI MODENA
ingredienti per 4 persone
500 gr zucca pulita e sbucciata
1 patata media
150 gr latte
50 gr panna fresca da dolci
40 gr parmigiano reggiano
1 noce di burro
aceto balsamico di Modena (leggermente cremoso)
Sale

Prendere una teglia e coprire con la cartaforno, mettere la zucca a grossi pezzi coperti con un foglio di carta di alluminio, e la patata intera, incartata in un foglio di alluminio. Mettere in forno e  cuocere per 30 minuti. Lasciare intiepidire e sbucciare la patata, poi passare al passa verdure la zucca e la patata. Mettere la purea in una pentola, aggiungere il latte, la panna e cuocere 5/6 minuti. Appena il purè sarà della consistenza desiderata aggiungere parmigiano reggiano,  il burro e aggiustare se serve, di sale e un po’ di pepe. Servire cospargendo la superficie del purè con qualche goccia di aceto balsamico.

CALDARROSTE E VIN BRULE’ 
Sulle caldaroste non vi dico niente, le conosciamo tutti, se non che quest’anno ho trovato in commercio un simpatico attrezzo per tagliarle più agevolmente, senza rischiare di affettarsi un dito!

 

 

 LA LISTA DELLA SPESA
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premesso che in casa abbiamo: 
1 cipolla, brodo vegetale, 3 cucchiai di Brandy, 5 dl di brodo, sale e pepe q.b., un cucchiaino di fecola, 1 noce di burro, aceto balsamico di Modena (leggermente cremoso), sale, olio extravergine di oliva
compriamo:
1 tacchinella
120gr castagne secche, già sbucciate
120gr orzo
1 zucchina grande
1,5 kg di castagne
una costa di sedano
750 g di salsiccia di maiale
50 g di pancetta
500 gr zucca pulita e sbucciata
1 patata media
150 gr latte
50 gr panna fresca da dolci
40 gr parmigiano reggiano
una bottiglia di vin brulè 

TABELLA DI MARCIA
La tacchinella ripiena stavolta ha bisogno di un po’ più di tempo. La sera prima mettiamo a mollo le castagne.  E’ necessario cominciare tre ore prima, perché la tacchinella deve stare due ore in forno. Per prima cosa mettiamo a cuocere le castagne. Accendiamo il forno e ci mettiamo la zucca e la patata per il purè. Poi passiamo le castagne e prepariamo il ripieno della tacchinella, la riempiamo. Sarà passata già mezz’ora quindi togliamo la zucca e la patata e inforniamo la tacchinella. Cominciamo a mettere su la zuppa e mentre cuoce, prima incidiamo le castagne per fare le caldarroste, le mettiamo a cuocere e poi le avvolgiamo con un canovaccio. Infine passiamo la zucca e le patate e facciamo il purè.

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Non solo frutta

Le castagne sono ricche di carboidrati complessi (amido) come i cereali, ed è per questo che non possono essere catalogate solo ed esclusivamente come frutta. Ricchissime di fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B, per moltissimo tempo sono state il cibo predominante, povero ma altamente nutriente, per gli abitanti degli Appennini durante l’autunno e non solo. Negli ultimi anni sono diventate sempre più rare a causa di un insetto killer, che ne sta minando la sopravvivenza. L’insetto viene dalla Cina, ed è un parassita che attacca gli alberi di castagno impedendo la fruttificazione. La battaglia contro questo parassita è appena iniziata e ci vorranno almeno quattro anni per debbellarlo. A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti, dando le cifre delle regioni più colpite, dalla Campania al Lazio, dalla Toscana all’Emilia Romagna ma anche Calabria, Veneto, Piemonte e Lombardia. Un duro colpo per l’Italia che è leader europea nella produzione di castagne. Certamente non ne avevamo bisogno! Speriamo che non finisca come per le palme, colpite dal punteruolo rosso,  che abbiamo visto morire una ad una lungo le nostre coste.
L’importazione di questi  insetti, forse in tempi di globalizzazione non si può evitare, ma dalla Cina continuano ad arrivare numerosissimi prodotti a rischio -alcuni, ancora troppo pochi, sono bloccati dall’Unione europea- : alimenti che da materie prime di scarsa qualità contengono sostanze cancerogene e dannose per il fegato, i falsi giocattoli che sono pieni di sostanze tossiche, gli indumenti colorati con sostanze nocive …  Il consumatore in proposito può far poco, ma è bene che a quel poco non rinunci: controlliamo sempre, quando è possibile, la filiera produttiva e la provenienza di ciò che acquistiamo.
Ivana Santomo
per approfondire, vi riportiamo anche questo articolo scritto da Luisa Barberis (Articolo tratto da Il Secolo XIX del 14/10/2012)

L’insetto killer che uccide le castagne “Slow food”

C’erano una volta le casta­gne. Ora rischiano di diventare rare come tartufi. Il 2012 sarà ricordato come l’anno nero per il mondo che ruota intorno alla raccolta e trasfor­mazione delle castagne del presidio Slow Food ligure della Valbormida. Nonostante il clima sia stato perfetto, nei boschi non sono nati i prelibati frutti: quest’anno si riuscirà a raccogliere un solo quintale di castagne contro i 40 degli ultimi due anni e addirittura gli 80 quintali delle stagioni eccezionali, è colpa del cinipide, un insetto originario della Cina, che per effetto della globalizzazione è arrivato in Italia e, a piccoli passi, ha distrutto tutte le gemme dei castagni locali minando una produzione di nicchia per la Valbormida che aveva consentito a produttori e trasformatori di dar vita al presidio Slow Food della castagna essiccata nei tecci di Murialdo e Calizzano.
«Non si ricorda un anno così drammatico. Possono capitare stagioni di magra, nel 1977 a causa della siccità era successo che non ci fossero frutti, ma per la prima volta, in una tradizione che nelle famiglie valbormidesi si tramanda da 200 anni, quest’autunno verrà acceso un solo essiccatoio dei sette esistenti perché mancano le castagne» spiega  Luca Ghisolfo, responsabile della cooperativa “Il leccio” che dal 2002 gestisce il presidio. «La situazione è tragica: mi basta dire che quest’anno non andremo al Salone del gusto, la vetrina regina delle manifestazioni di settore, perché non abbiamo il prodotto e, senza la nostra eccellenza, abbiamo deciso di saltare l’appuntamento. Rinunciamo alla riunione globale di Terra Madre dove tutto il mondo dei produttori si riunisce per confrontarsi. Ormai abbiamo finito anche le scorte di castagne: restano solo biscotti e confettura che però andremo presto a finire».
Per combattere la malattia sono stati fatti numerosi lanci di una sostanza antagonista al cinipide ma, per far sì che la cura possa essere efficace, far guarire le piante e consentir loro di ritornare a produrre castagne, occorrerà aspettare almeno 4 o 5 anni. Uno stop lunghissimo che mette a dura prova la continuità della tradizione. Il rischio è che il presidio di Calizzano e Murialdo ne possa soffrire.
«Quest’anno il presidio Slow Food compie 10 anni, avremmo voluto festeggiare in grande stile e invece non è possibile: alle prossime feste addirittura faremo girare la macchina a vuoto perché non abbiamo più castagne per simulare la battitura e promuovere l’attività – aggiunge Ghisolfo – sapevamo il cinipide aveva danneggiato pesantemente i nostri boschi, ma non ci aspettavamo un anno così nero, è la natura, fa il suo corso e va accettata. Noi però non buttiamo la spugna: chiedo che ogni primavera vengano fatti nuovi lanci e che la situazione possa esser stabilizzata in modo da far ripartire la produzione. Sarebbe un peccato perdere una tradizione così radicata in Valbormida». Per evitare di perder la tradizione il presidio è impegnato in un’importante opera di divulgazione che vede protagonisti i bambini: vengono portati nei boschi per una giornata all’insegna della castagna. Ai piccoli viene raccontata la vita di un tempo, si mostrano i seccatoi e l’arte di fare i cestini e si affida alla loro memoria arte e cultura valbormidese. L’altra faccia della medaglia è quella che riguarda il mercato: le poche castagne in vendita hanno raggiunto prezzi record, anche 3,50 euro al chilogrammo contro i 40 o 50 centesimi degli anni passati. Un sacchetto acquistate sulle varie feste può costare dai 3 ai 5 euro. L’invito ai consumatori è rivolgersi a venditori di fiducia. «Per tutelare il commercio occorre che i prodotti in vendita siamo almeno sani – chiude Ghisolfo – In anni così duri io sono per una scelta più drastica: regalare le castagne visto che non si può garantire la nostra qualità».

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