A colpi di banana

a colpi di bananaAltro che frutto dell’amore. La povera banana diventa una clava in mano ai razzisti, una clava di moda negli stadi: lanciata, sbucciata, offerta a mo’ di insulto ai giocatori con la pelle scura, come si fa con le scimmie. Un simbolo potente che solo il gesto semplice, forte e carico di ironia del calciatore brasiliano Dani Alves poteva spogliare di ogni connotazione negativa. Come noto, infatti, il difensore del Barcellona, vedendo arrivare una banana dagli spalti subito prima di tirare di un calcio d’angolo, senza alcuna esitazione ha interrotto l’azione calcistica, ha raccolto il frutto e un batter baleno l’ha sbucciato e mangiato. Poi via con il calcio, alla palla e al razzismo. Che soddisfazione per chi infinite volte ha sperimentato impotenza e rabbia davanti a un exploit di razzismo! E che umiliazione per quei cervelli da gallina (ben più ottusi delle scimmie) che offrono simili spettacoli! In pochi secondi Dani li ha ridicolizzati, resi vittime della loro stessa inciviltà…più efficace di qualsiasi slogan, campagna sociale o punizione tentata sin qui. Simili episodi, infatti, non sono certo una novità. Da Neymar a Balotelli, da Roberto Carlos a Samuel Eto’o (per rimanere nella cerchia dei campioni), sono stati bersagliati a colpi di banana. E si sono, giustamente, arrabbiati, offesi, indignati. Dani invece ha scelto l’ronia e ha rispedito il colpo di banana al mittente. Una trovata geniale che ha fatto il giro del mondo. Sui social, in milioni di selfie, e in pose e imitazioni di decine di personaggi pubblici di ogni tipo. A cominciare ovviamente dal nostro Presidente del Consiglio che, quando si tratta di immagine, sta sempre sul pezzo. Anche il seguito ci è piacuito. Invitato a commentare il proprio gesto, Alves da una parte ha perdonato il suo aggressore, affermando che solo attraverso un’azione educativa incisiva si cambiano certi atteggiamenti, e dall’altra ha bacchettato duramente Spagna e Europa: “Pensano di essere tanto più evolute del Sud America – ha commentato – ma basta assitere a certi episodi per capire che non è così”. Come dargli torto?
Silvia Gusmano

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