l’organizzazione

LE CRESPELE FATTE E CONSERVATE AD ARTE

Cucina Scolastica ” LE CRESPELE FATTE E CONSERVATE AD ARTE”
Per crespelle perfette, scaldare molto bene una padella antiaderente (in genere da 22 cm), quando è calda ungerla bene (io in genere metto vicino alla padella due piatti uno con dell’olio ed uno per poggiare un foglio di carta assorbente. Piego il foglio in quattro, ne immergo una punta nell’olio e lo passo nella padella. Ripeto questa operazione ad ogni creps). Quando ho imparato a fare le crep a casa della nonna -ahi me! Molti anni fa- c’erano ancora i pezzi di lardo (affumicati e che si conservavano in casa), si infilzava un quadratino di lardo in una forchetta e si passava sulla padella molto calda.  Tornando ad oggi dopo aver unto la padella versare un mestolino di pastella e ruotare la padella, per distribuirla bene. Per farle uniformi  e sottilissime, togliere la pastella in eccesso riversandola  velocemente nella ciotola. Rimettere sul fuoco e quando i bordi cominciano a staccarsi, è necessario girarla -aiutandovi con una forchiettina aper staccare i bordi e cuocerla sull’altro lato. Se ben cotta, ha una superficie grinzosa e dorata. Se è liscia e bianchiccia, la padella non era abbastanza calda. Le crespelle si possono conservare in frigo per due o tre  giorni impilandole e separandole -ogni 4 o 5 con fogli di carta da forno, vanno rigorosamente coperte dalla pellicola trasparente. Si possono anche congelare.

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La Frittura, dalla rubrica food&wine di espressonline

A suggerire un vademecum per una frittura doce sono l’oleologo Luigi Caricato e lo chef Giuseppe Capano che, nel libro Friggere bene (ed. Tecniche Nuove, pp. 144, euro 8,90), sfatano punto per punto tutti i pregiudizi sul tema e suggeriscono ricette da friggitrice e padella.
La frittura più affidabile, a giudizio degli autori, è quella casalinga, a patto però che la si esegua osservando tutti i passaggi scaccia brutte sorprese. Seguono nella mini classifica le fritture industriali, anche se qui il limite sta nell’impiego prevalente di oli di semi, meno adatti alle alte temperature. Al terzo posto si collocano le fritture praticate nella maggior parte dei ristoranti, rei – afferma Luigi Caricato – del malcostume del riutilizzo esasperato degli oli, quando sono da considerarsi a tutti gli effetti esausti e possono sviluppare tossine. Sarebbe perciò molto utile – suggerisce – sensibilizzare i ristoratori alle tecnologie alimentari, così da non commettere più errori nella scelta dei liquidi da frittura.
Il top, secondo l’oleologo, è friggere con l’olio extravergine d’oliva perché ha una migliore resistenza alle alte temperature e più antiossidanti che fanno la differenza. Poi l’olio d’oliva, e dopo i grassi animali: strutto e burro. La ‘crosticina’ tanto gustosa, si legge nel volumetto, è un buon salvacondotto anti-colesterolo: evita ai grassi di cottura di impregnare il cibo. Ecco perché la frittura non croccante, oltre che meno piacevole in bocca, è anche più pesante. Importanti anche i tempi ai fornelli: “Un fritto è paradossalmente più sano di un ragù – sostiene Caricato – perché questo condimento è sottoposto a temperature estreme per un periodo maggiore”.
Friggere correttamente – cioè con olio di qualità e cambiandolo spesso – fa bene alla salute conclude Caricato, nell’osservare che ciò può comportare una lieve maggiorazione dei costi, ma la buona salute è un investimento sul futuro da non sottovalutare e, nel caso dei ristoranti, un modo di fidelizzare la clientela.
A parte però le cattive abitudini, noi italiani siamo maestri della frittura, tanto che anche la famosa tempura – importata dal Sol Levante – sarebbe stata insegnata ai giapponesi dai nostrani monaci gesuiti: deriva infatti dal latino tèmpora, ossia il tempo quaresimale. Nel periodo cioè in cui non si potevano mangiare carni né utilizzare grassi animali in cottura, si era trovato un modo per cucinare in modo gustoso continuando a mangiare ‘di magro’, immergendo pezzetti di pesce e verdure in diverse pastelle – farina, rosso d´uovo, acqua ghiacciata, vino bianco, birra – e cuocendo in abbondante extravergine bollente.
Ottima per il palato, la frittura è però il terrore per i forzati delle diete dimagranti e per i salutisti. Allora? Evitarla del tutto? “Non va demonizzata, basta farne un uso moderato – rassicura il medico nutrizionista Pierluigi Rossi – perché come dice un vecchio adagio è la dose che fa il veleno. Se piace, allora una volta ogni tanto concedersi un sano fritto non è così grave. Basta scegliere l’ olio giusto: al primo posto l’extravergine che ha un elevatissimo punto di fumo (ossia il grado in cui l’olio passa dallo stato liquido al gassoso producendo i dannosi perossidi e radicali liberi); poi quelli di semi, ma sempre monoseme, in primis di vinacciolo e poi di arachidi”. Un suggerimento per una migliore digeribilità? Qualche goccia di limone. Lo si fa per il gusto – dice Rossi – ma ha anche una funzione importante: l’acido citrico aiuta a depotenziare le molecole tossiche che si formano in frittura.

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l’organizzazione

LA CUCINA

è indispensabile organizzare la cucina in modo da avere tutto ciò che serve a portata di mano.
Quando il tempo è poco è importante mantenere l’ordine, ogni volta che si usa una cosa riporla sempre nello stesso posto. Avere l’esatta cognizione geografica degli oggetti disponibili nella dispensa ci aiuterà a non perdere tempo ed a concentrarci sulla preparazione del menù.
Quindi come prima cosa mettetevi all’opera e sistemate la vostra cucina nel modo più funzionale possibile.
Utilissime sono le vaschette in plastica (sempre con un’etichetta all’esterno, ce ne sono di carine all’Ikea -io sono un po’ fissata con l’Ikea trovo i suoi prodotti funzionali, carini,  colorati e soprattutto economici, che oggi non guasta-) dove potrete raggruppare diversi oggetti quali le spezie ad esempio, oppure tutti quei piccoli utensili come gli attrezzi per la  pasticceria, dalla sac-à-poche con i relativi beccucci agli stampini per i biscotti etc. Si trovano anche delle piccole alzatine (sempre all’Ikea) che permettono di realizzare un secondo ripiano in modo da moltiplicare i ripiani dei pensili o delle credenze.
Io vi racconto per sommi capi come è sistemata la mia cucina.
Sopra il lavabo Piatti e bicchieri, e nelle parti più alte le coppette da macedonia, i piatti da portata e le ciotole che uso meno di frequente. A fianco della Cappa, quindi più vicine al piano cottura, i cestini con le spezie che sono suddivisi tra dolce e salato.
Quindi da una parte pepe, sale, curry, origano, profumi per arrosti, semi di finocchio, etc. Dall’altra lievito per dolci, vanillina, gelatina semi di sesamo o papavero, fogli di colla di pesce, gocce di cioccolato, aromi di arancio e limone, vicino caffè, tè e tisane, etc.
Successivamente ho sistemato le farine, tutte insieme, sempre dentro dei contenitori in plastica con una piccola fessura che funge da manico (più facili da prendere: le farine sono pesanti!) e quindi farina di mais, farina di grano tenero, farina di grano duro, amido di mais o maizena (utilissima), farina di manitoba e zucchero, etc.
Sotto il piano cottura, nel cassetto le posate, palette, mestoli etc. Nei cestelli pentole e padelle impilate sempre dalla più grande alla più piccola. Di fianco i contenitori in plastica e vetro per conservare gli alimenti in frigo.
E così via man mano che vi allontanate dal piano cottura e dal lavabo mettete le cose che usate meno.
Su una mensola ho sistemato la carta forno (indispensabile), la pellicola trasparente e la carta in alluminio.
Cosa serve? Non moltissimo, bastano forse poche pentole e un po’ di accessori.
Le pentole:
una pentola alta e leggera per lessare paste e verdure;
una pentola di media altezza con un fondo abbastanza pesante vi sarà di aiuto per le cotture lente, un buon ragù, un brasato;
una padella classica per frittate, per saltare le verdure o le paste e per le fritture;
il Wok che con la sua forma conica è adatto a cotture veloci e leggere;
una teglia tonda, rettangolare o quadrata per il forno.
Non sono moltissime, potete raddoppiare (o moltiplicare) il loro numero se avete spazio in cucina e comprarle di due o più misure diverse, si adatteranno meglio alle esigenze a seconda del numero dei vostri commensali.
Qualche ciotola di vetro o in plastica.
Non vi faccio l’elenco delle cose comuni come posaterie, piatti e coppette, (attenzione ai coltelli devono essere sempre affilati), ci soffermiamo un po’, invece su alcuni accessori particolari:
un tritatutto, un frullatore, una frusta (meglio se una grande e una piccola);
un contenitore per l’olio che vi permetta di versalo a filo;
una sac-à-poche con i relativi beccucci, ne esistono in plastica si vendono a rotoli, sono funzionali e soprattutto usa e getta;
un coppapasta quando vorrete curare l’impiattamento;
un colino d’acciaio a maglie strette;
dispensatori per salse, sono delle bottigliette in plastica morbida con il beccuccio sottile che vi permetteranno di ottenere un effetto coreografico con le salse.
Strumenti da elencare ce ne sono moltissimi altri, non indispensabili, ma che aiutano molto, ne parleremo in seguito, man mano spiegando a che servono.
La lavagna in cucina è indispensabile, vi aiuterà nella spesa e nel ricordare le cose da fare. L’ideale è una lavagnetta magnetica dove si può scrivere  con un pennarello indelebile e attaccare momentaneamente, con i simpaticissimi magneti colorati, le ricette, la lista della spesa o la tabella di marcia. In alternativa potete tenere  blocchetto di carta ed una penna (mi raccomando: sempre a portata di mano).

Teniamo sempre a mente questo verbo: conservare bene
Rimettete sempre tutto al proprio posto, chiudere sempre i pacchi aperti (pasta, farina, zucchero eviteremo quelle noiose bestioline che invadono le credenze), con una mollettina o dello scotch, conservare sempre i cibi in frigo in un contenitore ermetico o coperti di pellicola trasparente, per i cibi che devono respirare è consigliabile avvolgerli in un panno (salumi, formaggi). 

Ci siamo ora è tutto apposto, la cucina sarà a vostra disposizione, un luogo che solo a guardarlo vi mette tranquilli.
La ricetta e la cura del piatto sarà il vostro pensiero unico!
Sarà un piacere realizzarlo.

Quando siamo alle prese con un menù importante, mettiamo una leggerissima musica di sottofondo e serviamoci un goccio di vino, in un bicchiere a calice, da sorseggiare nei momenti in cui il nostro lavoro in cucina ha bisogno di una pausa di riflessione. E’ importante fare il punto della situazione ogni tanto.

LA SPESA

Fare una spesa intelligente è importante. Non bisogna avere fretta ed è assolutamente necessario avere con se la lista! La lista ci permetterà di non perdere tempo, non dimenticare nulla, di risparmiare perché non ci farà acquistare tutti quei prodotti inutili che non ci servono e non vanno d’accordo con la nostra bilancia. Quindi appuntate sempre sulla vostra insostituibile lavagnetta le cose da acquistare (se ci riuscite dividetele per categoria).
Quando avete un menù da organizzare portate una lista a parte, se invece preferite inserire gli ingredienti da acquistare nella vostra lista settimanale ricordate, però, di fare un asterisco vicino ai prodotti che acquisterete per realizzare la vostra cena. Questo vi permetterà di individuare con più facilità i prodotti che non possono mancare e in loro assenza, pensare ad un prodotto alternativo o sostituire quella portata con un altra. Per la vostra salute ricordate di preferire sempre i prodotti locali e di stagione.
Una volta a casa? Mettete sempre tutto al proprio posto!
Ora vi potete rilassare. p.s. quando non si devono usare prodotti facilmente deteriorabili (come ad esempio alcuni tipi di pesce o di verdure particolari) è sempre meglio fare la spesa il giorno prima dell’evento. In modo da non arrivare troppo stressati alla realizzazione del menù.

 

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