Archivi del mese: febbraio 2014

Dall’India al Perù: storie di imprenditrici migranti a Roma. Secondo incontro di Strane Straniere

invito lab2Secondo appuntamento per Strane Straniere, il progetto realizzato con il contributo della Provincia di Roma, che dà voce alle imprenditrici immigrate attive nella capitale. Domenica due marzo, alle 19, al Circolo degli Artisti, altre cinque protagoniste di questa realtà poco nota all’opinione pubblica incontreranno i cittadini per uno scambio di storie ed esperienze che infranga qualche stereotipo e arricchisca l’immaginario sulla donna migrante. Modera l’incontro Luca Telese.  Eterogeneo –  per aree geografiche di provenienza e attività intraprese – il gruppo di Strane Straniere che salirà sul palco. La più giovane è l’iraniana Neda Mokhtari, 30 anni, titolare con una socia italiana, di Concept Image (a Testaccio), centro di bellezza, importato da Manhattan, che cura l’immagine a 360 gradi, dall’hammam alla boutique di abiti. Dedita alla sartoria anche Margarita Perea Sanchez – colombiana –  che da otto anni ha aperto la sua “Clinica dei vestiti” nel quartiere di San Giovanni. Dalla Nigeria viene invece Gloria Roberts, 35 anni, proprietaria di una tipografia tra la Casilina e Tor Bella Monaca. Per gli amanti della buona cucina sarà presente la chef Elsa Javier, che gestisce con il marito italiano un catering peruviano in omaggio al proprio paese d’origine. Infine, la dottoressa Ayurveda Daisy Chacko, che ha ricreato un angolo d’India in Prati a due passi dal centro storico. Nel suo studio oltre a massaggi e sedute di meditazione, corsi di medicina ayurveda per studenti da tutta Italia. Durante la serata, i partecipanti, che avranno la possibilità di consumare l’aperitivo, ascolteranno la musicista bengalese Sushimita Sultana e vedranno in mostra le opere di diverse artiste internazionali. Presenti le autorità diplomatiche di alcuni dei Paesi d’origine delle protagoniste dell’evento. Tredici imprenditrici su cento nella capitale sono straniere (quasi 100 mila il totale nazionale) e questo secondo appuntamento di Strane Straniere rientra in un progetto più ampio, reso possibile dal sostegno del “Dipartimento IX Sviluppo Sociale e Politiche per l’Integrazione” della Provincia di Roma. Oltre a un terzo incontro in programma a Riano, verranno realizzati infatti sullo stesso tema, alcuni reportages, un testo narrativo corredato da immagini, una fiction fotografica e un documentario. A consentire una simile varietà di iniziative, le diverse professionalità delle ideatrici di Strane Straniere: l’antropologa Maria Antonietta Mariani e la scrittrice Sarah Zuhra Lukanic, con il contributo del fotografo Francesco Chiorazzi. Promotrice del progetto, la galleria d’arte Atelier, importante crocevia di artisti internazionali, nata nel 2001 dall’incontro di due donne migranti dai vissuti molto diversi: l’architetto croato Ana Laznibat e la biologa serba Ljuba Jovicevic.
invito lab2

 

Print

A tavola con colore!

cibo e coloriI nostri sensi  vengono sollecitati dai profumi che preannunciano  ciò che si assaporerà, ma anche e soprattutto la vista ha un ruolo fondamentale sull’identificazione di un cibo. Il colore è il primo elemento che colpisce e ci influenza nella percezione del gusto.  Queste teorie hanno illustri riscontri anche nell’Antichità. La tradizione cinese con i colori classifica i sapori: il rosso per l’amaro, il giallo per il dolce, il bianco per il piccante, il nero per il salato, il verde per l’acido. Nel Medioevo l’aggiunta di ingredienti colorati era studiata per esaltare il sapore del cibo. Nell’Ottocento infine divenne una vera e propria teoria illustrata da Dumas nel “Grande dizionario di cucina”. La presenza di piatti di diversi colori cambia l’umore e si mangia meglio e più volentieri. Il colore da una vera e propria scossa alla nostra percezione dell’esterno, così  assumere nell’alimentazione una combinazione di cinque colori è assolutamente terapeutico, stimolante e salutare. Ma da che cosa è dato il colore nei nostri cibi? In realtà ci sono specifiche sostanze dette phytochymichals che hanno particolari funzioni nel nostro organismo.

giallo arancioCOLORE GIALLO- ARANCIO:  A dare il colore antitristezza per eccellenza sono leutina e zeaxantina, due sostanze antiossidanti che rinforzano la vista. Giallo è solare, pura energia e sembra sia il colore preferito dai golosi. Gli alimenti giallo-arancio  sono ricchissimi di vitamina C che rafforza le nostre difese immunitarie e favorisce la depurazione nel nostro organismo. Diversi alimenti inoltre, contengono carotene che protegge le cellule dall’invecchiamento. Secondo la cromoterapia, il giallo favorisce la concentrazione, la creatività e la digestione.
LIMONE – UVA BIANCA – MELONE GIALLO – ANANAS – MAIS DOLCE – GERMOGLI – PESCA – PATATA – BANANA – PRUGNA GIALLA – PEPERONE GIALLO – BURRO – OLI VEGETALI ARANCIA – MANDARINO – ALBICOCCA – MANGO – PAPAIA – MELONE – ZUCCA – CAROTA – TUORLO D’UOVO

rossoCOLORE ROSSO: caldo, avvolgente e sensuale, è il colore della forza, simboleggia il fuoco e il sangue, ed i cibi così colorati generano una vibrante energia. Il  colore rosso stimola le difese immunitarie ed i processi di guarigione della pelle, il metabolismo, riattiva tutte le funzioni dell’ultimo tratto dell’intestino facilitando l’eliminazione delle scorie e rivitalizza le  ghiandole surrenali e il sistema nervoso autonomo. Nell’organismo entra in circolo una maggiore quantità di noradrenalina, sostanza che fa lavorare meglio e più in fretta le cellule adipose, e così si ha inoltre un’azione dimagrante,. Il licopene e antocianine, facilitano il drenaggio dei liquidi,  grazie al loro alto contenuto di potassio, e la circolazione vascolare. Per questo i cibi rossi accelerano il sistema linfatico. Inoltre, il rosso stimolerebbe l’azione del soggetto verso un maggior consumo di cibo, per tale ragione, diversi locali commerciali  preferiscono far indossare divise rosse e apparecchiare   la tavola in rosso che addirittura agevolerebbe il processo digestivo e l’assimilazione. Si ha bisogno di questi alimenti quando ci si sente abbattuti o si hanno carenze di ferro, poiché l’ossido di ferro è notoriamente rosso.
POMODORO – FRAGOLA – PRUGNA – CILIEGIA – PEPERONE ROSSO – COCOMERO – MELA ROSSA – BARBABIETOLA – RIBES – PEPERONCINO – RAPANELLI – ma anche SPINACI – AGRETTO – CRESCIONE

cartone verduraCOLORE VERDE: il colore della natura,  dato dalla clorofilla, ricca di magnesio,  aiuta a regolare il metabolismo dei grassi e degli zuccheri. Il verde è simbolo di forza, è  il colore dell’equilibrio energetico, calmante, disintossicante e persino antinfluenzale, ma attenzione, se si mangia con troppa voracità e in fretta, il verde sembra aiuti a rallentare l’assunzione dei pasti.  Tutte le verdure e gli ortaggi sono ricchi di clorofilla, magnesio, selenio, carotenoidi, luteina, polifenoli e vitamina C che favoriscono il buon funzionamento del sistema vascolare e la conduzione degli impulsi nervosi. TUTTE LE VERDURE E GLI ORTAGGI DI COLORE VERDE E LEGUMI COME PISELLI –  FAVE

violaCOLORE BLU – VIOLA: colori dell’equilibrio, i cibi che li contengono vengono considerati i migliori antidoti alla fame nervosa e donerebbero calma. I cibi blu- viola contengono le antocianine che contribuiscono a migliorare e proteggere la vista, la struttura dei piccoli vasi sanguigni i capillari e prevengono il deposito di colesterolo sui vasi, l’aterosclerosi e migliorano la funzionalità renale. Inoltre ci sono alimenti ricchi di fibra e di carotenoidi, attivi contro tumori, patologie cardiovascolari incluso l’ictus, cataratta, invecchiamento cellulare, patologie neurodegenerative e invecchiamento cutaneo.
UVA NERA – PRUGNA SELVATICA – MIRTILLO – MORA – BROCCOLO – CAVOLETTO DI BRUXELLES – MORA – UVA NERA – MELANZANA – CIPOLLA ROSSA – BARBABIETOLA – PATATA ROSSA

COLORE BIANCO: il bianco dato dalla quercetina, è il colore per antonomasia che  indica purezza e luce. I cibi che sono in prevalenza bianchi  sono ricchi di potassio, vitamina C, polifenoli, composti solforati e flavonoidi. Sono ricchi di fibre e sali minerali, permettono di rinforzare il sistema scheletrico le ossa e l’apparato cardiocircolatorio rendendo più fluido il sangue e a ridurre naturalmente i livelli di colesterolo nel sangue.  MELA – SEDANO – PERE – FINOCCHI – PORRI- CIPOLLE –  FUNGHI – CAVOLFIORE – AGLIO

KandiImpiattare è un’arte:
curare l’aspetto del cibo serve a rendere un piatto più invitante e appetibile ed è fondamentale che sia presente un giusto e piacevole contrasto di colori. Il piatto è un vero e proprio spazio artistico, una tavolozza di colori in grado di comunicare, come una tela di Kandinskij.

Alessandra La Rosa

Print

TISANA SCALDACUORE

La grande porta di Kiev ¬1928

Ingredienti:

alloro, fiori di camomilla, stecca di cannella, semi di finocchietto, scorzetta d’arancia biologica, limone biologico a fette, 1 quarto di mela, acqua, miele

Procedimento:

Mettete a bollire l’acqua in una pentolino in cui avrete messo 1 foglia bella grande di alloro, un cucchiaino di fiori di camomilla, la scorzetta d’arancio, un quarto di mela, mezza stecca di cannella e qualche seme di finocchietto. Spegnete dopo i primi bollori e lasciate in infusione coperta per 5 minuti, filtrate in una tazza in cui avrete messo una fetta di limone, dolcificate e bevete.

Cecilia Puleo

Print

Mazurkas

MazurkasDolce tipico dell’Ucraina, fatto di mandorle, che si cucina unendo il burro alle uova e alle mandorle tritate.

200 g Burro dolce, 4 Uova, 500 g mandorle tritate, 300 g Farina, 200 g Zucchero,  Marmellata

Unite il burro ammorbidito a temperatura ambiente con le uova fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete le mandorle tritate. Aggiungete la farina un poco alla volta al preparato con lo zucchero. Stendete l’impasto in una teglia piccola, foderata di carta da forno e infornate a 175°. Cuocete per circa 20 minuti, quando è intiepidita cospargete con marmellata. Servire tagliata in quadrati non troppo piccoli.

 

Print

Holubtsi

holubtsigli  Holubtsi sono involtini di cavolo o verza, tipici della cucina ucraina invernale, spesso serviti accompagnati da una salsa di pomodoro.

1 Verza, 1 cipolla, 2 cucchiai Olio e.v.o, 500g manzo tritato,  200 g Carne di maiale tritata, 400 g Riso lesso, 300 g Passata di pomodoro, sale e pepe

Pulite la verza cercando di non rompere le foglie più grandi (circa 20) e sbollentatele in una pentola contenente abbondante acqua salata, lasciandolo cuocere per circa 3 minuti. Lessate poi il cuore della verza tagliata a striscioline, e mettetelo a scolare. Prendete la cipolla, tritatela finemente e fatela rosolare in una padella con 2 cucchiai di olio, aggiungete le carni e fate rosolare. Poi aggiungete il riso rimestate, regolate di sale e di pepe e fate cuocere per una 10 di minuti, aggiungendo del brodo caldo, se necessario. Prendete una cucchiaiata di preparato di carne su ciascuna foglia di cavolo, poi arrotolatela, ripiegate i bordi. In una teglia riempite il fondo con metà del cavolo tritato, aggiungete gli involtini e ricopriteli con le striscioline di verza. Coprite gli involtini con la passata di pomodoro e un po’ d’acqua e cuocete per 40 minuti.

Print

A KIEV CON KANDINSKY E A LETTO SENZA CENA

La grande porta di Kiev ¬1928Nella cucina di Madama Ricetta, amiamo cucinare sorseggiando un goccio di buon vino e con la musica in sottofondo o con la radio accesa teniamo spesso tra le stoviglie un libro o un giornale aperto; ci piace, ci ispira. Noi crediamo ancora che esiste uno stretto rapporto indissolubile tra gli uomini e le cose e soprattutto tra le cose e chi le ha fatte. Per questo, oggi nello spazio di Piatti e Pennelli, sentiamo l’urgenza di condividere la bellezza e l’attualità di questa meravigliosa opera di Wassily Kandinsky  “La grande porta di Kiev”.

Il russo Wassily Kandinsky, nasce a Mosca nel 1866, e dopo avere girato parecchio l’Europa e avere trascorso diversi anni tra  Germania e  Francia, torna nella sua città natale, ritenendo che le atmosfere russe siano per lui la sola fonte d’ispirazione. Egli  fu considerato il padre dell’astrattismo e da bravo musicista fece delle sue tele il suo personale pentagramma, riuscendo a  dipingere il suono dei  colori, a dare forma a timbri, toni e volumi propri dell’universo delle sonorità. Le sensazioni accese e le percezioni cromatiche intense che lo invadevano quando la  luce della sera cadeva sui tetti e sulle cupole di Mosca, provocavano in lui il desiderio di dipingere queste armonie cromatiche. Questi colori portavano in superficie la sua interiorità e come strumenti diversissimi, suscitavano in lui effetti di armonie. “Il sole fonde l’intera Mosca in un’unica macchia, che, come una tuba grandiosa, fa vibrare tutta l’interiorità, tutta l’anima, case, chiese rosa, lilla, gialle, bianche, azzurre, verde pistacchio, rosso fiamma, i prati di un verde crudele, gli alberi dal brontolio più profondo o la neve che canta con mille voci o l’allegretto dei rami spogli, l’anello rosso, rigido, muto delle mura del Cremlino e al di sopra, tutto dominando come un grido di trionfo, come un alleluia dimentico di se, la linea bianca, lunga, delicatamente forte del campanile di Ivan Weliky. Dipingere quest’ora, era per me la fortuna più impossibile e più alta per un artista.” Wassily Kandinsky.

Luoghi e atmosfere violati nella più intima armonia, folgorati da ben altre luci e tumulti oggi entrano nelle nostre case e non ci ispirano per mettere su una cena,  non ci va di cucinare, ma solo di farci una tisana calda, per riscaldarci  il cuore, ferito e triste.

Cecilia Puleo

TISANA SCALDACUORE

Ingredienti: alloro, fiori di camomilla, stecca di cannella, semi di finocchietto, scorzetta d’arancia biologica, limone biologico  a fette, 1 quarto di mela, acqua, miele

Procedimento:
Mettete a bollire l’acqua in una pentolino in cui avrete messo 1 foglia bella grande di alloro, un cucchiaino di fiori di camomilla, la scorzetta d’arancio, un quarto di mela, mezza stecca di cannella e qualche seme di finocchietto. Spegnete dopo i primi bollori e lasciate in infusione coperta per 5 minuti, filtrate in una tazza in cui avrete messo una fetta di limone, dolcificate e bevete.

Print

Riso vialone nano con porcini e tartufo nero

riso al tartufo320 g di riso vialone nano, 1 l di brodo di cappone abruzzese, 200 g di funghi porcini freschi dell’Appennino, 60 g di tartufo nero dolce macinato in pasta, 60 g di burro fiordilatte, 80 g di parmigiano reggiano, 20 g di olio extravergine di oliva, un tartufo nero,

Per il brodo: Mezzo cappone abruzzese, 200 g di verdure da brodo (sedano, carote, cipolla, zucchina, patate eccetera), 3 l di acqua

Pulire bene il cappone e immergerlo  in acqua fredda insieme agli aromi.  Far bollire a fuoco vivo per cinque minuti,  schiumarlo e abbassare la temperatura del brodo fino a 88° (cioè quando sobbolle lentamente)  per almeno tre  ore,  far sobbollire sempre schiumando. Infine passare al passino e aggiustare di sale. Mettere in una casseruola il riso con l’olio, aggiungere il brodo di cappone poco alla volta, rigirare il riso che deve continuare a sobbollire, fino a cottura quasi ultimata.  Aggiungere i porcini tagliati a brunoise, il burro, il tartufo aggiustare di sale e pepe, quando e ben mantecato e saporito aggiungere formaggio grattugiato e finire di mantecare.

IlGattocherampica

Print

Il Riso fa bene, sulla tavola e sulla bocca

risoRiso e risate! Se pensare al risotto non ci fa sorridere, supplì, arancine e riso soffiato al cioccolato ci strappano sicuramente un sorriso. Ridere fa bene, aiuta ad abbattere la rigidità e gli schemi mentali e fa funzionare meglio il cervello. E come una bella risata nutre il cervello liberando sostanze che hanno una funzione benefica sul sistema immunitario, migliorando il tono dell’umore, così il riso protegge il cervello dall’arteriosclerosi. Oltre alle sue proprietà rinfrescanti e disintossicanti, il riso rosso, in particolare, ci protegge dal colesterolo causa principale del degeneramento delle cellule celebrali. Un alimento antico addirittura di diecimila anni! Nonostante la veneranda età il riso ancora oggi rimane l’elemento più consumato nel globo, quasi una persona su due, nel mondo, vive soprattutto di questo cereale assai digeribile, energetico e privo di glutine. Sebbene l’Asia, detiene il primato nella produzione e nel consumo del riso, l’Italia conquista una posizione di tutto rispetto sia nella varietà di produzione -più di cinquanta varietà di riso, diverse per forma (chicchi corti o lunghi) e dimensione (piccoli o grossi)-,  che nella versatilità in cucina: dai dolci agli antipasti, come supplì o arancine; dal contorno al primo piatto, come i risotti. La piana del Vercellese insieme al Pavese conquista il primato  nella produzione nazionale fornendo il 92 per cento del riso italiano, dal Carnaroli al Vialone, arborio o paraboiled. E allora senza aver paura di essere considerati stolti, abbondiamo in risate, e consumiamo più riso che fanno bene al cuore e alla mente.

le ricette: Risottata, I supplì

Ivana Santomo

Print

Risottata

risottataIn un unico piatto un tris di risotti veloci da realizzare

per il risotto:
600g di riso, una cipolla dorata, olio, brodo, burro, sale, parmigiano, vino bianco

Per le salse:
50g di gorgonzola a cubetti, una pera decana a cubetti, 5 gherigli di noce sbriciolati
100g di cicoria lessa e ben strizzata, tagliata finemente e ripassata in padella con aglio olio e molto peperoncino
200g di zucca cotta in padella con aglio e rosmarino, poi frullata insieme a 50g di robiola

Mettere in una pentola 2/3 cucchiai di olio e aggiungere la cipolla tritata finemente. Quando è ben bionda, aggiungere il riso tostare per qualche minuto e sfumare con del vino bianco. Quando è evaporato aggiungere il brodo due mestoli alla volta. Portare a cottura e mantecare con una noce di burro e del parmigiano. Dividerlo in tre parti ed aggiungere, ad una parte il gorgonzola a pezzetti, i dadini di pera e servire con e i gherigli di noce sbriciolati. Ad una seconda parte aggiungere la cicoria ripassata in padella, e alla terza parte la crema di zucca e robiola.

Print

I supplì

suppliRigorosamente romano il supplì è il must di rosticcerie e pizzerie della capitale, ai primi posti tra i più famosi cibi dello street food. Nasce nelle osterie come piatto povero, per riciclare gli avanzi di cucina, infatti la ricetta originale prevedeva un ragù ottenuto con animelle e rigaglie di pollo. I classici supplì romani sono fatti con il sugo di carne ma io amo più la versione con il sugo di solo pomodoro che esalta di più il sapore del riso e la delicatezza del cuore filante. Per la buona riuscita del supplì la frittura è fondamentale, deve avvenire in olio di arachidi bollente a 180 gradi, in una pentola alta, il livello dell’olio deve coprire interamente il supplì. Importante è anche la mozzarella che deve ben essere asciutta, il fior di latte, infatti, che ha una consistenza corposa è il più adatto. Possono essere serviti come antipasto o in un buffet, e vanno rigorosamente caldi l’effetto filante non può mancare!

La ricetta

500g di riso, 500g di pelati, una piccola cipolla, un fior di latte, 3 uova, burro, parmigiano, olio d’oliva, sale, pepe, basilico, olio di arachidi per friggere, brodo

Fate soffriggere la cipolla tagliata finemente, aggiungere i pelati passati al passaverdure e il basilico tritato finemente. Quando il sugo è ben ristretto aggiungere il riso e procedere come per un risotto, aggiungendo man mano del brodo caldo. Spegnete lasciandolo un po’ indietro con la cottura, almeno un paio di minuti, mantecare con una noce di burro e parmigiano. Inserite un uovo intero e un rosso d’uovo, mescolate bene e lasciate raffreddare. Tagliate il fior di latte a cubetti e lasciatelo scolare bene, poi formate i supplì prendendo con le mani bagnate un po’ di composto al quale darete forma ovale e inserite al centro del supplì un paio di pezzetti di mozzarella, quindi richiudete il supplì con un altro po’ di riso e pressate bene. In una ciotola sbattete la chiara rimasta insieme all’uovo intero, passate il supplì nell’uovo e nel pangrattato facendo attenzione a far aderire bene il pangrattato. Friggete in olio bollente.
MadamaRicetta

Print

Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

Iscriviti alla Newsletter

Siti Amici

gli articoli più letti

Uova virtuose e cervelli di gallina

Da Artusi a Parodi

Se la formica fa chic

Donne di latte vestite

Cacio e Vino


seguici anche su facebook!

i più visitati in piatti e pennelli

Pasteggiar sotto gli ombrelli di Renoire

Il cubismo dalla tela alla tavola

per chi ha perso la puntata!

per chi ha perso la puntata del 14 novembre a Cuochi e Fiamme, con la partecipazione della nostra corrispondente da Lugano Valentina Arena, trova qui il link per rivederla.

Commenti recenti