Il gusto della legalità


Allora la farina c’è, il sale anche, il lievito pure, cosa manca? Ah quasi me ne dimenticavo: il sapore della legalità.
Non si tratta delle prima ricetta surreale di questo blog, ma di un modo per iniziare a raccontare come oggi sia possibile, grazie a tanti italiani che lottano ogni giorno contro le mafie, aggiungere il sapore della legalità a molti piatti ed a tutte le tavole.
La storia comincia da lontano, almeno dal 1982, quando una legge fortemente voluta da Pio La Torre (ex parlamentare del PCI ucciso da Cosa nostra proprio poco prima che la sua legge che istituiva il reato di mafia, il 416 bis, fosse approvata) rende più efficace il sequestro dei beni alle mafie. Poi continua nel 1994, quando si avvia una raccolta di firme per una legge popolare che permettesse il riutilizzo sociale dei beni mafiosi. Quella raccolta di firme fa si che nascano due cose: una legge che effettivamente privilegia il riutilizzo a fini sociali dei beni sottratti a ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra, e l’associazione Libera, promossa da don Luigi Ciotti con tante associazioni di volontariato e di promozione sociale.
 Da quel momento Libera ha prodotto molte nuove iniziative ma quella che ci interessa qui è la coltivazione dei campi confiscati attraverso cooperative sociali per produrre una sempre più ampia varietà di prodotti alimentari. Con questa scelta si raggiungono diversi obiettivi: si dimostra che la scelta della ribellione alle mafie produce anche lavoro pulito; si recuperano e si migliorano tradizioni di lavorazione della terra e dei prodotti; si crea una vera e propria filiera della legalità diffondendo i prodotti in botteghe ad hoc o nei corner della COOP, che ha sostenuto e sostiene questa iniziativa dall’inizio.
Attualmente le cooperative attive sono 8, per lo più nel sud Italia,  ed alle attività tradizionali agricole cominciano ad affiancarsi anche altre attività nel campo dell’alimentazione, come il caseificio di Castel Volturno che è partito nel mese di maggio. I prodotti di queste aziende, tutte biologiche e con un preciso disciplinare di produzione, sono veramente tanti, tutti legati alle tradizione della terra dove vengono lavorati: le paste e le conserve siciliane, i paccheri di Gragnano e la mozzarella di bufala campana, l’olio e le specialità calabresi, i tarallini e le friselle pugliesi. E da tutte le regioni arrivano vini in costante miglioramento.
I prodotti si possono tutti acquistare sia on-line sia nelle botteghe della legalità (mentre nei corner della COOP se ne trovano solo alcuni). Le botteghe ormai sono presenti in 12 città, in tutta Italia, e sono ormai un modo buono e sano per dare una mano alla lotta alla mafia. Perchè la lotta alla mafia si fa anche con tanti gesti quotidiani consapevoli.
E poi volete mettere il piacere di mangiare e brindare alla faccia delle mafie!
Riccardo Guido

LE BOTTEGHE NELLE CITTA’ http://www.liberaterra.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14
ACQUISTARE ON LINE  http://www.bottegaliberaterra.it/it/home/

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