
Non solo poesia, musica e pittura. Non solo Ariosto, Verdi e Michelangelo. La nostra cultura è anche gusto e sapore, tagliatelle e ragù, Vissani e Cracco. Ne è convinta Marina Valenzise, che intende arricchire la pregiata rosa di eventi dell’Istituto italiano di cultura a Parigi da lei diretto, con dei corsi di cucina ad alto livello, abbinati all’insegnamento della lingua di Dante. A svolgerli saranno gli chef più accreditati della nostra gastronomia (in primis Vissani), incaricati di insegnare oltralpe trucchi e segreti di un’arte in cui non siamo secondi a nessuno (con buona pace dei francesi stessi…). E il focus di ogni lezione saranno le diverse tradizioni regionali incarnate dal mastro cuoco di turno. Faranno da scenario il complesso storico dell’Hotel de Galliffet, sede dell’ente, e la cucina d’avanguardia firmata dall’architetto Tiziano Vudafieri, con dispensa a vista piena di prodotti rigorosamente made in Italy. Lodevole dunque il risalto dato all’iniziativa: non una Cenerentola del prestigioso Istituto culturale, ma una novità assoluta su cui Valenzise sta accendendo diversi riflettori, nella convinzione che la gastronomia sia parte integrante della cultura di un Paese e che condizioni anche i suoi flussi turistici. Sentivasmo il bisogno di questa iniezione di fiducia dopo
l’infelice uscita del nostro sottosegretario ai Beni Culturali sulla decadenza della cucina italiana. Una gaffe imperdonabile che pochi giorni fa ha costretto lo stesso ministro Bray a un incontro riparatorio con i maggiori rappresentanti del settore, una gustosa tavola rotonda organizzata a Eataly Roma… Ma questa è un’altra storia!Silvia Gusmano
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