tagliatelle

Tagliatelle con ragù al taglio

fettuccine con ragu al taglio ott14400 g di tagliatelle fresche, una fetta spessa di guanciale, 250 g di carne di manzo (in una fetta), 1 foglia di alloro, 1 cipolla, 1 carota, 1 chiodo di garofano, 1 spicchio d’aglio, un pizzico di peperoncino, noce moscata, 1 costa di sedano, 500 g di passata di pomodoro, olio extravergine d’oliva, vino, sale, brodo di carne.

In una casseruola piuttosto pesante, fate scaldare l’olio di oliva, unite il guanciale ridotto a dadini e la carne tagliata a dadini piccoli. Quando sarà rosolata uniformemente, aggiungete, lo spicchio d’aglio e la cipolla affettata finemente, un pizzico di peperoncino, le carote ed il sedano a rondelle. Lasciate rosolare e sfumate con il  vino. Solo quando il vino sarà evaporato, aggiungete la passata di pomodoro. Infilzate il chiodo di garofano nella foglia d’alloro come fosse uno spillo e unitelo al sugo insieme ad una grattatina di noce moscata. Lasciate cuocere a fuoco lento, aggiungete ogni tanto un po’ di brodo caldo. Lessate la pasta al dente e conditela con il sugo, spolverizzate di parmigiano o pecorino.

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I tesori romagnoli della trattoria “Camìci”: cappelletti in brodo e “fiamminghe” di tagliatelle

san marinoPer molte famiglie che vivono al confine tra Marche e Romagna, nelle province di Pesaro e Rimini e nella Repubblica di San Marino – famiglie decisamente abituate a mangiar come si deve – il non plus ultra della buona cucina è Ca’micci. Vero nome di questa trattoria, dove per avere un tavolo bisogna prenotare giorni prima, è “I cacciatori”, ma tutti la identificano con la minuscola frazione di Sassofeltrio che la ospita, da pronunciarsi rigorosamente con una “c”: ‘Camìci’. È qui che i buongustai della zona e pochi fortunati turisti onorano le feste comandate, le grandi occasioni di famiglia e una tradizione culinaria che ci ha reso famosi nel mondo. La pasta fatta in casa, infatti, è il fiore all’occhiello del posto. Ancor prima di prendere le ordinazioni, gli avventori vengono deliziati con un piatto di fumanti cappelleti in brodo e poco dopo la scelta – mai lunghe le attese nonostante gli oltre 200 posti a sedere – vengono messi in mezzo alla tavola mitici vassoi (o ‘fiamminghe’ per usare il termine locale) di tagliatelle al ragù o ai funghi porcini, mezze lune ripiene in salsa di tartufo o ravioli alla zucca. Le artefici di tanta grazia sono la signora Norina – che oltre 40 anni fa ha aperto la trattoria con il marito – e altre tre donne. A loro spetta il compito di preparare, stendere e tagliare la pasta tutti i giorni dalle 15 alle 22. Con risultati mai ragiunti altrove. Dei secondi invece, è responsabile il figlio di Norina, Daniele – oggi anima e cuore di Camici – che offre la doppia scelta di carne rossa o bianca. Quest’ultima – allevata dai ristoratori stessi – va oridnata almeno il giorno prima. E ha un sapore sublime che induce a pensare che anche polli e conigli vengano cresciuti a tagliatelle. Non da meno i contorni – soprattutto le verdure grigliate – e i dolci (da non perdere la ciambella alla crema con le amarene). Più che onesti i prezzi e degna la conclusione del pasto, soprattutto ad ora di pranzo: da Camici si gode una splendida vista del monte Titano e delle tre Torri della Repubblica di San Marino, un gioiello tutto da scoprire.

Silvia Gusmano

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Tagliatelle fave, pancetta e pecorino

ingredienti per 4 persone
500g di tagliatelle fresche
300g di fave sbucciate
150g di pancetta affumicata
50g di pecorino romano grattugiato
vino bianco
una cipolla
qualche foglia di menta
olio, sale, pepe

Sbucciate le fave e sbollentatele per 3 minuti. Scolatele e togliete la pellicina. Tritate finemente la cipolla e  fatela rosolare in padella con 4 cucchiai d’olio, dopo 3/4 minuti aggiungete la pancetta a dadini, appena rosolata, sfumate con del vino bianco. Aggiungete le fave e un goccio d’acqua calda, fate cuocere per 5/6 minuti. Lessate le tagliatelle, scolatele  2 minuti prima per finire di cuocerle in padella con il sugo di fave e pancetta aggiungendo un po’ di acqua di cottura della pasta. Spegnete e aggiungete il pepe, la metà tagliuzzata e il pecorino. (Si può sostituire il pecorino con 150g di ricotta fresca, il gusto sarà più delicato e la pasta più cremosa. Potete aggiungere la ricotta anche con la forma di una quenelle*, al centro di ogni piatto, sopra la pasta). 
*La quenelle è una guarnizione che si fa con qualsiasi impasto o cibo morbido, utilizzando due cucchiai. Si passa l’impasto da un cucchiaio all’altro finché non si ottiene una forma regolare che ricorda una piccola palla da rugby. (http://www.youtube.com/watch?v=MXcIZ4aRHBU)
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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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