UN PORTO DA AMARE

marzamemiIn Sicilia esiste un nastro di terra che insinuandosi nel mare  ha formato due piccoli approdi, due porte sempre aperte sul mare e sul mondo ed è li che in primavera i volatili migranti fanno sosta,  gli Arabi la chiamarono Rada delle Tortore, oggi la chiamiamo Marzamemi. Luogo di sosta dunque, anche per umani erranti, luogo di riposo e meditazione, dove se si tende un attimo l’orecchio si possono ancora udire, nel silenzio ovattato delle sue spiagge  l’eco delle parole di Virgilio. Da questo minuscolo borgo di pescatori nato intorno ad una tonnara settecentesca, oggi luogo di grande charme ed unico al mondo, può iniziare un viaggio nel passato e nelle contaminazioni culturali dell’isola: la Sicilia e il mare, la passione per la terra e il vino, il buon cibo e le culture altre. A Marzamemi si arriva seguendo l’odore del mare e sostando nella sua piccola piazzetta si possono ancora percepire i profumi del cibo di una volta, la salsa di pomodoro, la cottura delle verdure o il pesce alla brace, che provengono dalle cucine delle caratteristiche trattorie che si affacciano sulla piazza. Ci si può sedere nei tavolini di “Liccamiciula”  e vedere mischiarsi nella magica alchimia del suo bazar cibo e monili,  vino e libri, arte e cultura. Questo  luogo è dedicato a chi ama; il buon cibo, il buon vino, a chi s’inebria del  profumo dei libri e li considera inseparabili compagni di viaggio. E poi c’è il mare incontaminato della  vicinissima Riserva di Vendicari, le interminabili e silenziose spiagge, perché lì tutto odora  di mare, di sole e parla d’amore.
Cecilia Puleo

« …Meglio è con lungo indugio e lunga volta
girar Pachino e la Trinacria tutta,
che, non ch’altro, veder quell’antro orrendo,
sentir quegli urli spaventosi e fieri
di quei cerulei suoi rabbiosi cani…
…Rademmo di Pachino i sassi alpestri,
scoprimmo Camarina, e ‘l fato udimmo,
che mal per lei fôra il suo stagno asciutto… »

Virgilio, Eneide III-1095

 

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