Da dove vengono le uova di Pasqua?


Quest’anno la Pasqua, che cade il 31 marzo, sarà “bassa” – secondo calcoli che vedono legati luna, equinozio di primavera e prima domenica successiva al loro arrivo – e abbastanza calda, anche se probabilmente non soleggiata viste le previsioni meteo. Comunque sarà un giorno di festa nel quale riposarsi, festeggiare e stare insieme, scambiandosi oltre agli auguri anche il tradizionale dono pasquale: l’uovo di cioccolata. Esisteva fin dall’antichità l’usanza di regalare semplici uova di gallina, spesso decorate a mano. Avveniva tra i Persiani i quali così festeggiavano l’avvento della stagione primaverile, per loro inizio di un nuovo anno e di una nuova vita. Con il Cristianesimo, l’uovo divenne simbolo di rinascita e risurrezione e la sua apertura il giorno di Pasqua è una tradizione carica di significati oltre che molto diffusa. In ogni paese tale abitudine viene declinata in modo diverso. Ad esempio, in Germania le uova, dopo essere state bollite, vengono avvolte con delle foglie o con dei fiori per dar loro un colore particolare. Nel Medioevo regalarsi in questo periodo uova decorate a mano era usanza comune, principalmente per premiare la servitù. E tradizionalmente tutte le uova che non venivano mangiate nel periodo di digiuno e astinenza (i 40 giorni della quaresima cristiana), si accumulavano per diventare doni pasquali. Venivano cucinate sode e dipinte a mano, inizialmente di rosso, ad indicare il colore della Passione di Cristo, poi di diversi colori e fatte benedire in piazza la domenica di Pasqua. Risale sempre al Medioevo l’usanza di rivestire le uova artificiali di materiali preziosi quali argento platino e oro, come dono ai nobili e agli aristocratici. Più recentemente, nel XIX secolo, l’orafo russo Peter Carl Fabergè ampliò la già ricca tradizione dell’uovo decorato, rivestito o smaltato, inserendo all’interno delle sue splendide creazioni una o più sorprese: un’idea che riscosse rapidamente un notevole successo. Solo successivamente, soprattutto nel corso del ‘900, è arrivato l’uovo di cioccolata classico o con infinite varianti, per lo più fatto artigianalmente e con la sorpresa all’interno. All’inizio veniva dipinto con prodotti vegetali come le cipolle rosse, oggi che è diventato un prodotto commerciale a tutti gli effetti, accontenta gusti ed esigenze di ogni tipo. E in tanti iniziano con largo anticipo a preparare le proprie uova. C’è chi addobba alberelli simili a quelli natalizi, appendendovi uova dipinte e mano e chi si diverte, come era usanza della cultura pagana, a riprendere il gioco del “combattimento”: due giocatori tengono saldamente in mano due uova sode – magari colorate – e colpendo delicatamente l’avversario cercano di rompere il suo guscio, salvaguardando il proprio. Perde chi è più impaziente o maldestro! Insomma ci sono tanti modi per rendere questo giorno importante allegro e speciale.. comprare uova biologiche ed equosolidali se si vuole.. farle riempire con un dono anche piccolo ma significativo, oppure – perché no?- usare un po’ del proprio tempo per fabbricarsele personalmente come meglio si riesce. L’uovo di Pasqua fatto in casa con ingredienti genuini è il miglior modo per sorprendere le persone a cui teniamo, oltre che l’occasione per fare un esperimento culinario che ha per protagonista il cioccolato! Che sia bianco, fondente o al latte..invece di partire pensando ai comuni sensi di colpa post abbuffate, al timore nel far danni ai fornelli o alla fase di decorazione, si inizia con una ricetta semplice: venti minuti del nostro tempo e qualche utensile provvidenziale ad aiutarci. Se volete provare vi consigliamo la ricetta riportata su  www.nonsprecare.it
Buona Pasqua a tutti!
Adalisa Gusmano

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