Apre Eataly Roma: un trionfo di bontà e di bellezza

La battuta migliore sull’apertura nuovo Eataly Roma è di Carlo Petrini, originario di Cuneo e padre di Slow Food: cade proprio nel giorno – ha osservato sornione – in cui chiude il Billionaire di Briatore, e come il Billionaire è opera di un cuneese, Oscar Farinetti… “mi chiedo quale sia la notizia migliore…”
Per noi romani non c’è dubbio: l’inaugurazione del 19.mo Eataly del mondo, il quarto d’Italia dopo Torino, Genova e Bologna – è una notizia grandiosa, in tutti i sensi. Prima di tutto nel senso delle dimensioni. Ospitata nell’Air Terminal della Stazione Ostiense –  affascinante edificio postmoderno costruito dall’architetto spagnolo Julio Lafuente per i Mondiali del ’90 e rimasto quasi in disuso per anni – la nuova creatura di Farinetti si snoderà su quattro piani e  17 mila metri quadrati. E accoglierà circa seimila buongustai ogni giorno, affidandoli alle cure di oltre 500 giovani dipendenti, tutti i giorni dalle 10 a mezzanotte.
Grandiosa poi l’offerta: più di 20 ristoranti tipici regionali o tematici – dall’Osteria Romana all’angolo dei fritti – punti vendita d’ogni sorta e 40 aree “didattico emozionali”, pensate per raccontare, mostrare e insegnare la cultura del buon cibo. I visitatori potranno assistere in diretta alla produzione di mozzarelle di bufala, alla lavorazione del pane, alla creazione del cioccolato. Tutto, naturalmente, con ingredienti nostrani di prima qualità. Il progetto nasce, infatti, dalla convinzione che soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, l’economia italiana debba valorizzare al massimo le sue risorse migliori e molte di esse sono legate al settore alimentare. I consumatori verranno così invitati ad apprezzare non solo il buon gusto, ma anche il rispetto dell’ambiente e della salute nei processi di coltivazione e, allo stesso tempo, il valore dell’impresa agricola. Nella conferenza stampa di inaugurazione il ministro Catania ha ricordato con rammarico, che sul prezzo finale del prodotto, l’agricoltore guadagna appena il 15 per cento.
Con queste premesse non poteva mancare ad Eataly Roma la benedizione di alcuni guru della buona cucina a 360 gradi. Oltre al fondatore di Slow Food Carlo Petrini, erano presenti al taglio del nastro chef del calibro di Antonello Colonna, Anna Dente, Cristina Bowerman, i fratelli Cacciani e Filippo La Mantia, del cui ristorante questa settimana vi proponiamo la recensione.
Presente, inoltre, don Ciotti (i prodotti di Libera saranno in vendita a Eataly Roma) che ha denunciato la violenza con cui la mafia ha rialzato la testa in tante zone d’Italia, prendendo di mira proprio le imprese agricole “sane” e mandando in fumo ettari ed ettari di terreni coltivati in Sicilia, in Calabria, nel Lazio, in Puglia.  E presenti anche diversi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura – nel nuovo tempio del gusto oltre a un centro congressi è stata allestita anche una libreria – a conferma della filosofia di fondo del progetto: coniugare  buon gusto, bellezza e piacere dell’incontro. Oscar Farinetti la ritiene una formula vincente e, con un pizzico di sana presunzione, ha profetizzato per Eataly Roma un futuro scintillante: “Siamo certi di battere Harrods e i posti più cool al mondo. E contiamo che i turisti dopo aver apprezzato il Vaticano e il Colosseo, verranno qui per concludere in bellezza”.  Madama Ricetta, nel suo piccolo, porterà a Eataly un personale in bocca al lupo domani all’inaugurazione: a presto per i resoconti.
Silvia Gusmano
www.roma.eataly.it

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