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I supplì

suppliRigorosamente romano il supplì è il must di rosticcerie e pizzerie della capitale, ai primi posti tra i più famosi cibi dello street food. Nasce nelle osterie come piatto povero, per riciclare gli avanzi di cucina, infatti la ricetta originale prevedeva un ragù ottenuto con animelle e rigaglie di pollo. I classici supplì romani sono fatti con il sugo di carne ma io amo più la versione con il sugo di solo pomodoro che esalta di più il sapore del riso e la delicatezza del cuore filante. Per la buona riuscita del supplì la frittura è fondamentale, deve avvenire in olio di arachidi bollente a 180 gradi, in una pentola alta, il livello dell’olio deve coprire interamente il supplì. Importante è anche la mozzarella che deve ben essere asciutta, il fior di latte, infatti, che ha una consistenza corposa è il più adatto. Possono essere serviti come antipasto o in un buffet, e vanno rigorosamente caldi l’effetto filante non può mancare!

La ricetta

500g di riso, 500g di pelati, una piccola cipolla, un fior di latte, 3 uova, burro, parmigiano, olio d’oliva, sale, pepe, basilico, olio di arachidi per friggere, brodo

Fate soffriggere la cipolla tagliata finemente, aggiungere i pelati passati al passaverdure e il basilico tritato finemente. Quando il sugo è ben ristretto aggiungere il riso e procedere come per un risotto, aggiungendo man mano del brodo caldo. Spegnete lasciandolo un po’ indietro con la cottura, almeno un paio di minuti, mantecare con una noce di burro e parmigiano. Inserite un uovo intero e un rosso d’uovo, mescolate bene e lasciate raffreddare. Tagliate il fior di latte a cubetti e lasciatelo scolare bene, poi formate i supplì prendendo con le mani bagnate un po’ di composto al quale darete forma ovale e inserite al centro del supplì un paio di pezzetti di mozzarella, quindi richiudete il supplì con un altro po’ di riso e pressate bene. In una ciotola sbattete la chiara rimasta insieme all’uovo intero, passate il supplì nell’uovo e nel pangrattato facendo attenzione a far aderire bene il pangrattato. Friggete in olio bollente.
MadamaRicetta

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Tagliolini 4P con pera, prosciutto, pistacchi e panerone

tagliolini 4p500g di tagliolini freschi, 2 pere, 100g di prosciutto, 10 pistacchi, 100g di panerone*, uno scalogno, olio sale e pepe

Mettete a soffriggere lo scalogno tagliato sottilmente, aggiungete il prosciutto tagliato a dadini, fate tostare un minuto e aggiungete una pera tagliata a fettine. Salate e pepate e fate cuocere fino a che la pera non si disfa (aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di brodo caldo). Quando è la salsa è quasi pronta (un minuto prima di spegnere) aggiungete una noce di burro, poi aggiungete l’altra pera tagliata a cubetti molto piccoli e spegnete. Lessate la pasta molto al dente e conditela con il sugo di pere e prosciutto aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta (deve restare molto morbida), spolverizzate con i pistacchi tritati. Impiattate e mettete sopra il formaggio tagliato a lamelle.

*Il pannerone è formaggio tipico del Lodigiano che deve il suo nome alla panna, “panera” nel dialetto lombardo. E’ un formaggio fatto con il latte crudo ed è a pasta morbida, ma dal sapore deciso, abbinato alle pere, in particolare quelle decane che hanno una polpa succosa è un connubio di sicuro successo.

MadamaRicetta

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Involtini rustici di pollo

involtini di pollo500g di petto di pollo a fettine molto sottili, 8 fettine di speck, una grossa patata, rosmarino, salvia,  burro, vino bianco, olio, aglio, sale e pepe

Sbucciate e tagliate la patata a bastoncini larghi 6/7 mm, passateli, per 5 minuti  in una padella antiaderente con due cucchiai d’olio e il rosmarino, sale e pepe.  Appiattite bene le fettine di pollo mettete al centro la fettina di speck e un bastoncino di patata, chiudete con uno stecchino.  Rosolate in padella gli involtini con la salvia e uno spicchio d’aglio, sfumate con del vino bianco. Fate intiepidire e togliete gli stecchini. Prima di servire, scaldatali due minuti aggiungendo un cucchiaio di brodo e una noce di burro.

Potete servirli accompagnati da una insalatina da taglio condita con olio e limone, se volete una nota fresca, se invece è una giornata fredda meglio dei piselli scottati in padella con una cipolla.

Buon appetito Lorella

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Crema pasticcera

la crema pasticcera

1 litro di latte, 200g di tuorli (circa 9 tuorli), 210g di zucchero, 50g di maizena, 20g di farina, 20g di fecola, (se volete adoperare solo un prodotto usate 80g di maizena), aromatizzare con una stecca di vaniglia

Mettere 800g di latte a bollire con lo zucchero e la vaniglia. In una ciotola, a parte, sbattere i tuorli con le farine e 200g di latte. Aggiungere al latte bollente il composto di uova sbattute e continuare a mescolare con la frusta, appena riprende il bollore spegnere il fuoco e continuare a sbattere per qualche minuto.

Questa è un’ottima crema al cucchiaio, se invece volete usarla per farcire una torta aggiungete alla crema, appena tolta dal fuoco, 14g di gelatina in fogli precedentemente ammollati nell’acqua fredda e strizzati, e sbattete energicamente con una frusta, o uno sbattitore elettrico ad immersione e quando è fredda frullatela nuovamente con lo sbattitore elettrico ad immersione e aggiungete 250g di panna montata.

La panna alleggerisce la crema rendendola più soffice e la gelatina, la terrà ben ferma quando taglierete a fette la torta.

Se la consumerete abbinata alla frutta potete sostituire la stecca di vaniglia con la buccia grattugiata (solo la parte gialla) di un limone

Valentina

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gnocco e chiacchiere

chiacchiere

CHIACCHIERE DI CARNEVALE

350 g farina 00, 2 uova, 100 g zucchero, 1 bustina di lievito in polvere, 2 cucchiai di latte tiepido, 3 cucchiai di Malvasia, scorza di mezzo limone non trattato, cacao in polvere, zucchero a velo, olio di arachidi per friggere

Sciogliete il lievito nel latte tiepido. Setacciate la farina e disponetela sul piano di lavoro a fontana, mettere al centro le uova, lo zucchero il lievito con il latte, la Malvasia, la scorza di limone grattugiata e un pizzico di sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto elastico. Fatene una palla, coprite e lasciate riposare per un’ora. Poi con un mattarello stendete la pasta in una sfoglia sottilissima e con la rotella dentata tagliate dei rettangoli. Friggete in immersione in olio bollente (circa 180°) finché avranno preso un colore dorato. Scolate, fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo o di cacao in polvere.

GNOCCO FRITTO

500 g di farina bianca 0, 25 g di lievito di birra, 15 g di sale, aghi di rosmarino, 1 litro di olio di arachidi, 100 g di parmigiano grattugiato,

Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida e incorporatevi la farina, aggiungendo il rosmarino tritato finemente e il sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto compatto e lasciate lievitare per un’ora. Scaldate l’olio in una casseruola capiente. Stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile, dividetela in strisce e ritagliate nella forma che preferite. Friggete, scolate in carta assorbente, salate leggermente e cospargete di parmigiano grattugiato.

 

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QUATTRO CHIACCHIERE SU MIRO’

il carnevale di arlecchinoNoi catalani riteniamo che sia necessario tenere i piedi ben piantati a terra se si vuole compiere un salto. Il fatto di potermi posare a terra di tanto in tanto mi consente di saltare più in alto.” (Joan Mirò) 

Nato a Barcellona il 20 Aprile 1893, Joan Mirò farà del viaggio il tema dominante della sua vita; un percorso dentro se stesso e nell’arte, dal rosso delle rocce catalane ai colori di Parigi. Dai suoi viaggi tornerà sempre carico di colori e forme, di emozioni e stimoli che influenzeranno poi la sua produzione artistica. Determinanti si riveleranno per lui anche alcuni compagni di viaggio, brevi frequentazioni, amicizie ed incontri, da Picasso a Klee, portatori di suggestioni che entreranno a far parte della sua interiorità e che saranno destinate a rimanervi per sempre. Come molti artisti della sua generazione, egli desiderava esprimere qualcosa di infinito e minimale, per questo inizialmente si occupò di ricercare le sue radici affondate nella terra bruna di Catalogna provando poi a rappresentarle attraverso l’inafferrabile soffio vitale della pittura. Intorno al 1924 la conquista surrealista dell’inconscio cominciò a influenzare la sua produzione, in quell’anno appare il Primo manifesto surrealista e Mirò dipinse Il Carnevale di Arlecchino, un’opera all’interno della quale la straordinaria capacità di invenzione dell’autore venne esaltata dalla ricchezza formale e  dall’attenzione per il dettaglio.  Il dipinto rivelava uno straordinario schema compositivo, cioè una  distribuzione su tutta la tela di pesi e contrappesi che, sotto forma di divertenti creature della fantasia, festeggiavano il carnevale all’interno di una stanza. Sulle note giocose di un chitarrista meccanico i personaggi cominciarono ad assumere forme familiari: il pupazzo della scatola sbuca fuori da un tronco, il pesce giallo giace sul tavolo, appare una scala, vi sono fiamme, stelle, foglie, coni, cerchi, dischi e linee. Ogni particolare ha un suo ritmo e allo stesso tempo è legato a quello degli elementi circostanti, la figura di Arlecchino non domina la scena ma è perfettamente inserita all’interno di una composizione più ampia dalla quale però non viene fagocitato, riuscendo così a mantenere l’equilibrio totale senza dominarlo. Il quadro che si presenta in apparenza come un sogno divertente e bizzarro,  insieme ad altre opere simili, valse a Mirò la fama di “pittore infantile” (J.J.Sweeney, 1941), per via di quell’allegria e frivolezza senza pari. In realtà quello che ad un primo sguardo appare come una danza confusa e senza senso, è frutto, come lo stesso autore ebbe modo di dichiarare, di allucinazioni serali provocate dalla fame di intere giornate a digiuno, a cui in un secondo momento si univa la sperimentazione di dimensione, forma, colore e movimento. Senza volere entrare nel merito delle allucinazioni di Mirò, in tema di colore e movimento preferiamo unirci idealmente a quella festosa scorribanda dell’opera, con le maschere della nostra tradizione, Arlecchino e Colombina, Brighella e Corallina, Pantalone e Capitan Spaventa, per godere del Carnevale italiano, quello di una volta, tutto coriandoli e stelle filanti. Un Carnevale che si consumava  per le strade, nelle case e non… nei Palazzi! E tra arte, maschere e feste, come la mettiamo con la gola? Piaceri che, come in ogni festa che si rispetti, debbono giocoforza essere luculliani. E così è, se pensiamo alle mille e più tradizioni gastronomiche che accompagnano il Carnevale italiano. Così chiacchierando qua e là, da nord a sud, diamo libero sfogo a nastri e losanghe, fettucce e quadrotti, rettangoli e rombi, tagliatela come più vi piace, la pasta dolce tirata sottile sottile con il mattarello, che si lascia liberamente plasmare dalla nostra fantasia. E parlando di bugie, lattughe, frappe e cenci, possiamo anche scoprire che se incontrano il sale possono diventare gnocco. E allora tuffiamoci per qualche giorno in un sano divertimento, indossiamo le meravigliose maschere della nostra tradizione, concedendoci anche, qualche eccesso gastronomico.
Cecilia Puleo

CHIACCHIERE DI CARNEVALE

350 g farina 00, 2 uova, 100 g zucchero, 1 bustina di lievito in polvere, 2 cucchiai di latte tiepido, 3 cucchiai di Malvasia, scorza di mezzo limone non trattato, cacao in polvere, zucchero a velo, olio di arachidi per friggere

Sciogliete il lievito nel latte tiepido. Setacciate la farina e disponetela sul piano di lavoro a fontana, mettere al centro le uova, lo zucchero il lievito con il latte, la Malvasia, la scorza di limone grattugiata e un pizzico di sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto elastico. Fatene una palla, coprite e lasciate riposare per un’ora. Poi con un mattarello stendete la pasta in una sfoglia sottilissima e con la rotella dentata tagliate dei rettangoli. Friggete in immersione in olio bollente (circa 180°) finché avranno preso un colore dorato. Scolate, fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo o di cacao in polvere.

GNOCCO FRITTO

500 g di farina bianca 0, 25 g di lievito di birra, 15 g di sale, aghi di rosmarino, 1 litro di olio di arachidi, 100 g di parmigiano grattugiato,

Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida e incorporatevi la farina, aggiungendo il rosmarino tritato finemente e il sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto compatto e lasciate lievitare per un’ora. Scaldate l’olio in una casseruola capiente. Stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile, dividetela in strisce e ritagliate nella forma che preferite. Friggete, scolate in carta assorbente, salate leggermente e cospargete di parmigiano grattugiato.

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Farro all’abruzzese

farroIngredienti per quattro persone: -250 g di farro spezzato, -200 g di guanciale di maiale ben stagionato, -mezzo peperoncino, -un bicchiere di salsa di pomodoro, -formaggio pecorino, -due cucchiai di olio extravergine di oliva, -una cipolla, -400 g di polpa di pomodoro, -basilico, -sale.

Tagliate il guanciale a dadini e fatelo soffriggere nell’ olio insieme alla cipolla tritata ed al peperoncino. Quando sarà ben rosolato aggiungete la polpa di pomodoro, il basilico e la salsa di pomodoro. Nel frattempo cuocete il farro in 1 litro e mezzo di acqua e dopo circa mezz’ora di cottura toglietelo dal fuoco, scolatelo, e mettetelo nella pentola con il sugo, fatelo amalgamare per qualche minuto -se necessario aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura del farro-. Servite con abbondante pecorino grattugiato.

Gattocherampica

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Pollo fritto speziato con salsa yogurt e cetrioli

pollo fritto allo yougurt1 petto di pollo intero
1 cucchiaino curry
1 cucchiaino paprika
1 cucchiaino tandori
2 cucchiai salsa di soya
2 vasetti di yogurt
1 cetriolo medio
1 spicchio d’aglio
1cucchiaio prezzemolo tritato
Sale pepe
Pangrattato

Tagliare il pollo a pezzetti di 4/5 cm. metterlo in una ciotola con la salsa di soia, la paprika, il curry, il tandori, e lo yogurt. Mescolare bene e lasciare riposare 2/3 ore in frigo. Scolare leggermente e passare direttamente nel pangrattato. Metterle nell’olio caldo e farle diventare belle dorate.
Per la salsa: tritare l’aglio, tritare finemente la buccia del cetriolo. Mischiare il tutto con lo yogurt, aggiungere il prezzemolo tritato e aggiustare di sale e pepe. Servire la salsa a specchio sul piatto con sopra i pezzetti di pollo fritto.

Valentina

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crema di gorgonzola con quadrotti croccanti

WP_20140201_001Se avanza della polenta possiamo riutilizzarla in questa ricetta facile e molto gustosa. Può essere consumata come primo piatto o come un piccolo antipasto. Mettere la polenta avanzata in un contenitore pressandola bene  e quando sarà intiepidita riporla in frigo. Tagliare la polente a quadrotti di circa 1 centimetro per lato, sistemarli su un foglio di carta forno e spennellarli con del burro fuso , mettere in forno con il grill a 220° per dorarli.

Per la crema: 100g di gorgonzola dolce, due cucchiai di panna, un bicchierino di latte, un cucchiaio di formaggio grattugiato,

Mettere tutti gli ingredienti in un pentolino e collocare sul fuoco a fiamma molto bassa, fino a che il formaggio non sarà completamente sciolto, filtrare con un colino e tenere in caldo. Versare su quattro piatti fondi, precedentemente scaldati, la crema di formaggio ed adagiare sopra i quadrotti di polenta croccante.

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I cavoli sono sempre in mezzo

INVOLTINI DI VERZACon il freddo che fa non possiamo fare a meno di parlare di cavoli. Il cavolo cappuccio o verza, tipico della stagione invernale è molto versatile in cucina, ed è un ottimo elemento di base per pietanze che vanno dall’antipasto al dolce. Forse perché “i cavoli sono sempre in mezzo”, come dicevano i romani, che li solevano mangiare per tamponare gli eccessi dei loro abbondanti convivi, convinti che scacciassero tristezza e malinconia. Forse perché le virtù terapeutiche della verza, come in tutte le piante della stessa specie (cavoli e broccoli) sono tante e tali da essere considerata una pianta medicinale: elevate quantità di vitamina C e B, antiossidanti e una non trascurabile presenza di acido folico, aiutano a prevenire tumori, infiammazioni delle vie aeree, insufficienza epatica, ulcera, solo per citarne alcune. Forse perché il detto “come i cavoli a merenda” ce la squalificano un po’, questo alimento non ha mai conquistato un posto d’onore in cucina. Le ricette da suggerire sono infinite: dai pizzoccheri, della Valtellina ai fuj e faciul, la verza e fagioli dei contadini abruzzesi. MadamaRicetta vi propone gli involtini, che si possono fare in bianco o al pomodoro, al vapore, in padella, al forno, di carne e vegetariani: una ricetta e mille sapori diversi.

Involtini di Verza

Pulire la verza scartando le prime foglie un po’ più dure. Cercare di tenere intatte le foglie togliendo solo la prima parte centrale (un paio di cm). Mettere una pentola con l’acqua sul fuoco, al bollore aggiungere il sale e tuffarci le foglie della verza. Cuocere le foglie della verza per 3/4 minuti, scolarle e metterle da parte. Preparare il ripieno e metterlo al centro della foglia di verza, chiudere ad involtino, e riunire in una teglia. La grandezza e la forma degli involtini possono essere diverse: piccoli (magari fatti con mezza foglia) per un antipasto; stretti e lunghi, tipo dei cannelloni, se compongono un primo piatto; a piccoli pacchetti se vegetariani e utilizzati per un contorno; un po’ più grandi per un secondo piatto. Possono essere cotti al vapore, in padella con olio e sfumati con il vino, con sugo di pomodoro e basilico, al forno spennellati con olio o burro, gratinati se cosparsi di formaggio.

INVOLTINIVERZAI classici con carne e riso

400 g di carne tritata magra di vitello, 80 g di parmigiano reggiano grattugiato, 2 uova, 100g di riso, 500g di polpa di pomodoro, noce moscata, un peperoncino, una cipolla, uno picchio d’aglio sale e pepe q.b

Sbollentare il riso in acqua salata e scolarlo molto al dente, passarlo un attimo in acqua fredda e mettere a sgocciolare. Fare un impasto con la carne, il parmigiano, le uova, il riso, aggiustare di sale e pepe, noce moscata e due cucchiai d’olio. Riempire con questa farcia le foglie di verza sbollentate. Far soffriggere una cipolla, un peperoncino e uno spicchio d’aglio, versare la passata di pomodoro, appena si addensa un po’ aggiungere gli involtini di verza e cuocere per altri 15 minuti.

Con patate e salsicce

4 patate lesse, 4 salsicce, 50 g di parmigiano grattugiato, 2 uova, sale e pepe q.b, olio d’oliva, burro, vino bianco

Fare saltare in padella la salsiccia sbriciolandola con la forchetta e sfumandola con pochissimo vino bianco. Fare un impasto con la salsiccia sbriciolata, le patate schiacciate, il parmigiano, le uova, aggiustare di sale e pepe. Riempire con questa farcia le foglie di verza sbollentate. Metterli su una teglia da forno oliata, mettere sopra ognuno un pezzetto di burro e cuocere a 200° per 10minuti e far gratinare per 5 minuti sotto il grill.

Se avanza dell’arrosto o del bollito

300g di carne di lesso o arrosto tritato, 1 uovo, 1 cucchiaio di pangrattato, 1 cucchiaio di prezzemolo, 1 spicchio di aglio tritato, 1 cucchiaio di maggiorana, 500g di polpa di pomodoro, un peperoncino, una cipolla,sale e pepe q.b

Fare un impasto con la carne trita, il pane grattugiato, l’uovo, aggiustare di sale e pepe, aggiungete due cucchiai d’olio, la maggiorana, l’aglio e il prezzemolo tritato. Riempire con questa farcia le foglie di verza sbollentate. Far soffriggere una cipolla e un peperoncino, versare la passata di pomodoro, far addensare e aggiungere gli involtini di verza e cuocere per altri 10 minuti.

Involtini zucca e gorgonzola

1 patata lessa, 400g di zucca mantovana, 50 g di parmigiano grattugiato, 2 uova, 100 g di speck, 100g di gorgonzola, due cucchiai di pana, 50ml di latte, sale e pepe q.b, olio d’oliva, burro, quattro amaretti sbriciolati

Cuocere in forno la zucca avvolta in un foglio di carta alluminio. Passare al mixer la zucca e la patata lessa con lo speck spezzettato. Fare un impasto con la crema ottenuta, il parmigiano, le uova, aggiustare di sale e pepe, aggiungete un cucchiaio d’olio, e del pane grattugiato se l’impasto risultasse troppo morbido. Riempire con questa farcia le foglie di verza sbollentate. Metterli su una teglia da forno oliata, mettere sopra ognuno un pezzetto di burro e cuocere a 200° per 6/7minuti e far gratinare per 5 minuti sotto il grill. Preparare una crema sciogliendo il gorgonzola con il latte e la panna a fuoco moderato, aggiustare di sale e pepe se necessario. Versare la crema al gorgonzola sul fondo di un piatto caldo e adagiarvi sopra gli involtini, cospargete di amaretti sbriciolati.

MadamaRicetta

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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