Nora Ephron

Scomparsa lo scorso 27 giugno, rimarrà tra noi attraverso l’arte il cinema il cibo, la bellezza e la soavità di tutte le sue creazioni. Nora Ephron, scrittrice, sceneggiatrice, regista, chef e, in principio e soprattutto, donna. La freschezza, l’ironia e la sensualità, sono il tratto distintivo di tutti i suoi film, a cominciare da ”Harry ti presento Sally” (per il quale ottenne una nomination all’Oscar), ”Silkwood” e ”Heartburn”. Altrettante fortunate le pellicole, ”Insonnia d’amore”, ”C’e’ posta per te” e ”Vita da strega”, che ha firmato da regista. E ancora: “Affari di cuore” (libro e film) e ”Julie e Jiulia” che valse a Meryl Streep una nomination agli Oscar nel 2009, come miglior attrice.
Per questo, e molto altro, non riesco a parlarne al passato!
Io adoro la Nora chef, scrittrice e sceneggiatrice dell’universo mondo del cibo. Nessuno come lei riesce a trasformare il cibo in star di una storia. Il Cibo che solitamente entra in scena come accessorio marginale, con lei diventa protagonista: come metafora di un pensiero, come peculiarità di un personaggio, come pilastro di una gag, come una pennellata su una tela.
Tutta la sua produzione cinematografica e letteraria è da rivedere e rileggere.
Nora conquista le luci della ribalta nel 1989 con la sceneggiatura di “Harry ti presento Sally”, diretto da Rob Reiner, dove una indimenticabile  Meg Ryan, mangiando un sandwich, finge un orgasmo davanti all’incredulo Harry. Episodio indimenticabile, quando Sally ordina le sue pietanze: “un Sandwich… e poi la torta la voglio riscaldata e non ci voglio il gelato sopra: lo voglio a lato… E che sia di fragola, non di crema se possibile, sennò niente gelato, solo panna. Ma panna vera! Se è in lattina allora niente!…” E come si conclude? Alla fine del finto orgasmo il cameriere chiede a un’anziana signora “cosa prende?” Scontata la risposta: “Quello che ha preso la signorina!”. Tutto appare concentrato sul cibo, piatti che si fanno protagonisti e, nel contempo, complementari al vero tema: l’autenticità e la finzione nel rapporto  uomo-donna spiegato, in questa scena, con migliori risultati dei più grandi trattati di psicologia.
Nel 2009  ‘Julie & Julia‘ con Maryl Streep e  Amy Adams.
New York 2002, una giovane aspirante scrittrice delusa per i sogni infranti e uno spiacevole ruolo da impiegata in un call center, per uscire dalla grigia monotonia della routine quotidiana, decide di aprire un blog, con l’obiettivo di sperimentare in un anno tutte le ricette proposte nel noto libro di cucina ‘Mastering the Art of French Cooking’ scritto da Julia Child, condividento successi e difficoltà con i suoi lettori. Il film segue così parallelamente le vicende di Julie Powell e quelle di Julia Child (interpretata da Maryl Streep), che negli anni Cinquanta s’innamora della cucina francese al punto da riuscire a pubblicare il celebre libro divenuto cult per le donne americane. Il film che ha fatto esplodere il fenomeno dei blog di cucina, cibo e dintorni, ruota intorno all’importanza dei singoli ingredienti, del piacere di combinarli ed esaltarli: gusto e condivisione, appagamento e realizzazione.
Amante appassionata della cucina, tre matrinoni – tra cui quello disastroso con Carl Bernstein (il giornalista del Watergate) –  e due figli, Nora non è mai relegata a “angelo del focolare”. Le sferzanti osservazioni che in tutte le sue opere riserva al genere maschile e ai suoi evidenti limiti, ne hanno fatto una paladina dei diritti delle donne, ai fornelli e sotto le lenzuola, in casa e sul lavoro. Memorabile il passaggio del romanzo “Affari di Cuore” -un romanzo di umorismo tutto al femminile- in cui descrive fino a che punto può spingersi la subdola furbizia dell’uomo viziato:  “Sapete cos’è un principe ebreo, vero? Se non lo sapete, vi insegno un modo semplicissimo per riconoscerlo. Basta una sola domanda. “Dov’è il burro?” Bene, sappiamo tutti dove si trova il burro, non è vero? Il burro è nel frigorifero, nell’apposito scomparto, all’interno della porta, su cui c’è scritto “burro”. Il principe ebreo, quando chiede dov’è il burro, in realtà intende dire: “Portami il burro”, ma siccome è troppo furbo per scoprirsi fino a questo punto, aggira l’ostacolo chiedendo: “Dov’è… ”.
Qualcuno ha già scritto: Nora Ephron, il vero capolavoro è la sua vita. Sono d’accordo!
Ivana

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