NO O.G.M.

ogmE’ stata approvata all’unanimità al Senato e alla Camera, la mozione contro l’utilizzo degli ogm in Italia. Quella geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Paese. Infatti oltre ai numerosi prodotti dell’attività manifatturiera e artigiana che caratterizzano il nostro made in Italy, è riconosciuto un primato speciale anche alle tante produzioni agricole tipiche, eccellenze agroalimentari basate sulla biodiversità: ricchezza dell’enogastronomia italiana, vanto per le nostre esportazioni e fonte di competitività per l’Italia nei mercati globali. La normativa in materia di OGM è confusa ed intricata, a volte volutamente poiché il mercato degli OGM rappresenta un volano di interessi economici dall’enorme portata, e, troppo spesso sottoposto al pressing delle lobby farmaceutiche. La mozione appena approvata impegna il Governo a chiedere all’UE, che dispone le leggi in merito per tutta la Comunità Europea, la clausola di salvaguardia per l’Italia, al fine di impedire la coltivazione di OGM nei nostri campi. La clausola è stata concessa dalla Corte europea alla Francia (sentenza dell’8 settembre 2011) e a tutt’oggi ben otto Nazioni in Europa, e precisamente Francia, Germania, Lussemburgo, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia, hanno già adottato la clausola di salvaguardia per i loro territori. Anche la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha approvato un ordine del giorno, in tal senso, che impegna il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ad esercitare la clausola di salvaguardia e a rappresentare al Ministero dell’ambiente, in sede comunitaria, la posizione unanime di assoluta contrarietà rispetto all’autorizzazione della coltivazione degli OGM sul territorio nazionale. Insomma una serie di moniti e di richieste che ci auguriamo la Ministra Di Girolamo prenda sul serio tutelando i nostri prodotti, del made in Italy, legati alla tipicità e alle filiere corte, in una parola alla biodiversità.

Ivana Santomo

per saperne di più leggete l’articolo di Bressanini su l’espresso

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