risparmio

Diffidate dell’uomo che vuole sempre pagare il conto

Non so quante lettrici giovani (under 30) ci siano tra i fan di MadamaRicetta, ma spero tante, perché questa riflessione è per loro. O per chi, anche over 90, è ancora disposta a cambiare un po’ il mondo. Premessa: a Milano è nata la “Carta2per1” che, al costo di 49,90 euro l’anno, permette di consumare un numero illimitato di cene infrasettimanali per due, pagando metà conto. Al momento sono oltre cento i locali della città che hanno aderito al progetto, offrendo ai loro clienti questa occasione. È una bella trovata, uno scossone intelligente non solo all’attuale crisi economica, ma anche ad alcune consuetudini sociali ammuffite e pericolose. Basti pensare a cosa accade quando arriva il conto della cena a una coppia mista. Nella grande maggioranza dei casi è lui a tirare fuori il portafoglio e, ciò che è peggio, lei se lo aspetta e ne è contenta, scambiando per galanteria uno dei sintoni più insidiosi della disparità tra i sessi. Tanto insidioso quanto all’apparenza innocuo. Cercando in rete su diversi forum femminili la risposta al quesito “è giusto che l’uomo paghi il conto?”, si legge troppo spesso: “più che giusto, sacrosanto”. A richiederlo sarebbero, la tradizione, il bon ton e la peggior nemica delle donne, l’ultramillenaria cavalleria. Quella secondo cui all’uomo-cavaliere, forte e senza paura, spettava il compito di garantire sicurezza, stabilità e benessere della donna. A prezzo della sua libertà. La moglie-figlia-sorella, infatti, ben oltre il Medioevo (in Italia fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975) era per legge sobordinata al marito-padre-fratello sia a livello personale che economico. La sua autonomia e la sua dignità erano completamente rimesse al buon cuore e al buon carattere dell’uomo che aveva accanto. Quanto è cambiato oggi? Tanto per fortuna, ma non ancora abbastanza. In troppi contesti familiari, sociali e lavorativi la donna soffre il forte retaggio culturale di quell’impostazione cancellata sulla carta (almeno nel nostro Paese). E se voi ragazze accettate oggi che fidanzati e corteggiatori paghino i vostri conti, vi aprano lo sportello o vi vengano sempre a prendere, non lamentatevi domani se i vostri compagni di vita vi lasceranno l’80 per cento o più delle incombenze domestiche. Non lamentatevi se storceranno il muso a una vostra promozione o se si sentiranno in diritto di farvi i conti in tasca. E ricordate infine che in questo caso non c’è cura possibile quando la frittata è fatta: esiste solo la prevenzione. Dunque, con le dovute sacrosante eccezioni, portate anche a tavola la parità, ricambiate ai vostri “cavalieri” cena su cena e correte a comprate la Carta2per1, che per una cifra davvero modica risolve il problema alla radice, risparmiandovi anche faticose spiegazioni dal sapore vetero-femminista.
Silvia Gusmano   
 
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Social Shopping: l’unione fa lo sconto

Ben prima dell’allarme Istat (“inflazione record del 3 per cento nel 2012″), lo avevamo toccato tutti con mano: il prezzo della spesa cresce di giorno in giorno e, dalla benzina al pane, non c’è più scampo per il portafogli. Che fare? Dove si poteva tagliare già si è tagliato. Molte famiglie hanno diminuito l’uso della macchina e, secondo gli ultimi dati della Coldiretti, consumano più pasta, gnocchi e uova e meno pesce, vino, frutta e carne (un toccasana per la salute nazionale). Meglio allora, cercare altre soluzioni, con un po’ di fantasia.  E farsi una cultura in tema di Share Economy o  social shopping, ossia di spesa condivisa. Ieri il Wall Street Journal ha decantato gli innumerevoli vantaggi di questa esperienza, in primis quello di un reale e consistente risparmio. Non è certo una novità. Da anni consumatori oculati e industriosi, si scambiano case-vacanze, condividono automobili e pacchetti viaggio, barattano oggetti e vestiti usati, si supportano vicendevolmente nelle incombenze quotidiane (vedi genitori disperati alle prese con figli ancora piccoli).  Da anni inoltre, anche in Italia, solitamente più pigra su questo fronte, imperversa il fenomeno dei gruppi d’acquisto. I più all’avanguardia sono in rete, naturalmente. Da Groupon a  Groupalia, da Livingsocial a Yoodeal, i siti di e-commerce collettivo si stanno moltiplicando al grido di “l’unione fa lo sconto!”. La filosofia di base è sempre la stessa: il consumatore-navigatore sceglie una proposta di suo interesse (una cassa di vino, una seduta dall’estetista, una cena per due, etc…), ma l’acquisto si perfeziona solo se si raggiunge un numero prestabilito di acquirenti (quorum) in un tempo predeterminato (24, massimo 72 ore). Parallelamente, soprattutto nel settore alimentare, continuano a fiorire i gruppi d’acquisto “non virtuali”, in cui il risparmio non sempre è l’unico obiettivo. Unirsi a condomini, amici o parenti per fare una spesa comune, infatti, consente di saltare tutta la filiera della grande distribuzione acquistando beni di qualità certificata direttamente da un produttore di fiducia. Ciò, soprattutto, se il gruppo è consistente, significa una bella sforbiciata al prezzo, ma nel caso dei G.A.S. (gruppi di acquisto solidale), significa anche maggiore attenzione alla salute (con la scelta, spesso, dell’agricoltura biologica) e rispetto di alcuni criteri etico-ambientali. Sempre secondo la Coldiretti, nel 2012 sono saliti quasi a 7 milioni gli italiani che hanno partecipato a esperienze del genere e quasi tre milioni lo fanno in maniera regolare. L’offerta non manca, bisogna solo esplorare le tante possibilità esistenti. Noi ci permettiamo con convinzione di consigliarne una ai nostri lettori laziali: si tratta della Biofattoria Solidale del Circeo (di cui prossimamente parleremo più a lungo – vedi il sito) che su Roma, consegna tre volte a settimana prodotti freschi, buoni e di ogni genere.
Silvia Gusmano

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Ma cos’è questa crisi…

La crisi continua a imperversare e gli italiani? Sempre lì a lamentarsi. E allora cerchiamo, di trovare qualche piccolo accorgimento per risparmiare e qualche stimolo per ricominciare a sperare. Rodolfo De Angelis la cantò, così, già negli anni 30: “Ma cos’è questa crisi? pappa rapà papà!”. Un brano portato al successo anche dal grandissimo Gaber, con molta ironia, ma sopratutto con molte verità, come solo lui sapeva fare. Certo dal 1930, a giudicare dal testo, sembra non sia cambiato nulla, ma la storia ci insegna che ogni crisi porta con se, anche etimologicamente, l’idea del cambiamento e non necessariamente in peggio. Ricordate il grandissimo Einstein: “Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi…” (leggi la citazione)
E quale può essere il nostro progresso in cucina in tempi di crisi?
In tempi di “magra”, ognuno cerca di arrangiarsi come può e risparmiare è diventata ormai una necessità.
Allora lista in borsetta, carrello alla mano, vediamo come dimezzare lo scontrino!
Vi avevo già parlato dell’importanza della lista della spesa che, se compilata a casa con tranquillità, ci permette di non dimenticare nulla e di non cadere in tentazione, acquistando tutti quei prodotti pubblicizzati (costosi e spesso inutili) che non ci servono.
Le regole del risparmio sono semplici e chiare (leggi anche l’articolo “dove compro se compro“). Non andate sempre ed esclusivamente nei supermercati delle grandi catene alimentari, cominciate a frequentare qualche discount dove i prezzi sono molto convenienti, anche lì trovate prodotti di buona qualità, basta provarli per capire quali sono. Non pensate che rinunciare alle grandi marche voglia dire rinunciare alla qualità, esistono molte aziende alimentari che producono buoni prodotti, senza però pubblicizzarli. Controllate, invece, sempre i volantini pubblicitari che il postino vi lascia, potrete così scoprire le offerte del momento, optando per le confezioni-famiglia, magari trovate quello che vi serve ad un prezzo nettamente inferiore. Per frutta e verdura andate al mercato, grande è la differenza nel prezzo e la qualità è nettamente superiore, soprattutto in termini di freschezza.
Rispettate la stagionalità dei prodotti: quelli “fuori stagione” sono costosi, spesso importati e a volte senza sapore.
Non compriamo troppi prodotti surgelati o già pronti, sono più costosi! Come avete visto dai nostri menù, si possono preparare molti piatti in modo veloce.
Risparmiare e magiare più sano:
più frutta e verdura, tutta rigorosamente di stagione;
optiamo per i pesci azzurri (alici, aringhe, sgombri, sardine), poveri di prezzo e ricchi di omega 3;
scegliamo carni meno nobili, le carni bianche costano meno e sono più magre, e tra le carni rosse, optiamo per i tagli meno costosi, forse un po’ più laboriosi (come polpette o polpettoni) ma sicuramente gustosi;
ricordiamo che esistono i legumi (ricchi di proteine, fosforo, potassio, ferro, vitamine del gruppo B e fibre),  basso costo e alto contenuto di proteine, molto versatili dalla pasta alle vellutate e in estate con le insalate;
recuperiamo gli avanzi più possibile, dai gambi dei carciofi, alle foglie esterne dei finocchi, entrambi lessati e passati fanno delle ottime vellutate; la classica frittata romana di pasta avanzata; il pane secco per polpettoni, panzanelle e zuppe.
Insomma in un’unica parola Fantasia, Fantasia, Fantasia!
Ivana

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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