Archivi del mese: maggio 2012

Pesce e formaggio: nozze antiche e felici

Il mio primo approccio con l’abbinamento pesce e formaggio risale agli inizi degli anni ’90 quando un esordiente Vissani a Unomattina impanò un’orata con del pecorino. Rimasi talmente sbalordita che il pomeriggio ero già in pescheria a comprare le orate: bisognava provare subito! Il risultato: una poesia.
Pesce e formaggio lontani e vicini, divisi dalla nascita come mare e terra, proprio come mare e terra, a volte, si compenetrano e si completano magnificamente.
Si dice che in cucina, come in amore tutto è permesso. C’è chi li adora separati e li snobba se sono insieme, considerando questo connubio una stranezza della “cucina moderna”. Nulla di più sbagliato. In Sicilia le nozze tra pesce e formaggio risalgono a oltre 2000 anni fa. Le prime tracce le troviamo nell’Edyphateia (330 avanti Cristo) di Archestrato da Gela, poeta e gastronomo esperto nei piatti di pesce, che ci ha lasciato in eredità le più antiche ricette siciliane.  Nel suo poema, Archestrato criticava l’abitudine siracusana di condire il pesce con troppo formaggio: “Costoro – scriveva – preparar non sanno i buoni pesci e guastan le vivande, ogni cosa di cacio essi imbrattando”. Anche lui, tuttavia, faceva qualche eccezione giacché era famoso per le sue code di rospo….rigorosamente ripiene di formaggio. Da allora le sperimentazioni tra pesce e formaggio si sono moltiplicate. Basta fare un giro su Internet per scoprire i tantissimi piatti che sposano salmoni, sogliole e calamari con parmigiano, pecorino, caciotte e ricotta. E come non citare gli chef più famosi del mondo? Proprio la cucina francese, nella sua buillabaise, spolvera con il formaggio grattugiato il denso brodo di pesce ottenuto da una lunga e lenta cottura.
Ivana

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Pesce e formaggio

FIORI DI SALMONE E ZUCCHINE, LINGUINE COZZE E PECORINO, SPADA CROCCANTE, INSALATA RICCA

  

FIORI DI SALMONE E ZUCCHINE

gli ingredienti

dosi per 4 persone:
2 zucchine
150g di salmone affumicato
1 confezione piccola di philadelfia
1 vasetto di yougurt bianco
1 cucchiaino di maionese
prezzemolo, timo, olio sale
Lavate le zucchine e affettatele con la mandolina (devono essere sottili non più di 3mm), salatele poco e grigliatele per pochi minuti. In alternativa potete lessarle in acqua salata, sempre per pochi minuti (in questo caso, dopo averle scolate, tamponatele con un foglio di carta assorbente per eliminare l’acqua in eccesso). Poggiatele su un foglio di carta da forno o su un ripiano. Preparate in un bicchiere la salsa con due cucchiai d’olio, il prezzemolo e il timo tritati finemente, un cucchiaino di succo di limone. Mettete su ogni fetta di zucchina, con un cucchiaino, pochissima salsa, adagiatevi sopra il salmone e mettete all’inizio della fetta un pezzetto di philadelfia. Arrotolate quindi la zucchina. Preparate la salsa con metà dello  yogurt bianco e aggiungete -amalgamandolo bene- il cucchiaino di maionese. Prendete un piatto da portata dove sotto avrete messo la salsa allo yogurt e mettete sopra i cilindri di zucchine in piedi. 

LINGUINE COZZE E PECORINO 

gli ingredienti
dosi per 4 persone:
320 g di pasta (io preferisco le linguine, in alternativa gli spaghetti)
1 kg di cozze
70 g di pecorino romano
400g di pelati
olio, sale, peperoncino, basilico, 1 spicchio d’aglio, ¼ di cipolla
Lavate bene le cozze, mettetele in padella con due cucchiai d’olio, uno spicchio d’aglio, due cucchiai d’acqua. Copritele con un coperchio e fatele aprire. Appena intiepidite togliete il guscio e lasciatene 15 intere per decorare. Filtrate il sughetto rimasto nella pentola con un colino a maglia finissima e mettetelo da parte. Per la salsa, mettete quattro cucchiai d’olio in una casseruola con uno spicchio d’aglio, uno o due peperoncini e lo spicchio di cipolla, rosolateli e toglieteli subito dopo; quindi versate i pelati, precedentemente passati al mixer. Aggiungete il sale, fate cuocere a fuoco lento e quando la salsa è quasi pronta, aggiungete il sugo filtrato delle cozze e fate andare ancora per 3/4 minuti. Infine aggiungete le cozze sgusciate e il basilico e spegnete il fuoco. Nel frattempo avrete cotto la pasta, lasciandola indietro di cottura per almeno un paio di minuti. Dopo averla scolata, ripassatela nel sugo di cozze, spegnete il fuoco e aggiungete il pecorino. Infine aggiungete le cozze non sgusciate per decorare.

 

 

 

 

SPADA CROCCANTE 

gli ingredienti
dosi per 4 persone:
due fette di pesce spada (circa 400g)
tre fette di pan carrè
50g di pecorino
prezzemolo, basilico, origano, menta
pepe, olio, sale
Private il pan carrè della crosta esterna, e tagliatelo a dadini (questa operazione è meglio farla il giorno prima e lasciare il pane all’aperto in cucina perchè si asciughi po’. Se lo fate il giorno stesso, asciugatelo in forno a 150° per 5 minuti). Tagliate ogni fetta di pesce spada in 4/5 pezzi, sistematelo quindi in un piatto e versateci sopra sopra: il succo di un limone, sale, pepe, olio. Lo fate marinare per circa 1 ora. Prendete una teglia da forno oliatela e sistemateci i pezzi di pesce spada. Mettete in forno caldo a 200° per 8/9 minuti, quindi spargete sul pesce i cubetti di pan carrè e un filo d’olio e spolverate il tutto con il pecorino. Rimettete in forno, stavolta solo con il grill acceso, fino a che il pane non è ben dorato. Nel frattempo avrete lavato e tagliato i pomodorini a metà e li avrete conditi con tutte le erbette tagliate finemente, olio sale e pepe. Togliete il pesce dal forno e versate al centro i pomodorini.

INSALATA RICCA 

gli ingredienti
dosi per 4 persone:
1 mela
1 avocado
300g circa di insalata (mista songino e iceberg)
1 limone
olio evo, sale
una manciata di pinoli
Sbucciate l’avocado e tagliatelo a dadini, lavate e tagliate la mela a dadini o a fettine (per le insalate io preferisco mettere la mela con la buccia), aggiungete le insalate lavate e tagliate, il succo del limone e l’olio, un pizzico di sale. Mettete sopra i pinoli leggermente tostati.

 LA SPESA
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Premesso che in casa abbiamo: maionese, prezzemolo, timo, olio sale, peperoncino, basilico, origano, menta, aglio, cipolla 

2 zucchine
1 mela
1 avocado
2 limoni
50g  di pinoli
300g di insalata mista (valeriana o songino), iceberg
400g di pesce spada
1 kg di cozze
150g di salmone affumicato
1 confezione piccola di philadelfia
yougurt bianco
120 g di pecorino romano
320 g di pasta
400 g di pelati
pan carrè

TABELLA DI MARCIA

Questo è un menù abbastanza veloce, soprattutto se vi fate pulire le cozze dal pescivendolo! Il giorno prima tagliate il pan carrè e lasciatelo asciugare. Sempre il giorno prima, volendo, potete cuocere la salsa di pomodoro senza aggiungere le cozze e potete grigliare le zucchine (in questo caso, mettetele sulla carta da forno, poggiateci sopra un foglio di pellicola trasparente, arrotolatele e le riponete in frigo: si conserveranno meglio!)
Un’ora prima della cena preparate il pesce spada e mettetelo a marinare. Cocete e sgusciate le cozze (ricordate: se vi fate pulire le cozze dal pescivendolo dovete cuocerle appena arrivate a casa e riporle in frigo cotte). Prendete le zucchine dal frigo e riempitele. Accendete il forno e infornate il pesce spada. Preparate l’insalata e la frutta, mettete il succo di limone, altrimenti la frutta diventa scura. Mettete su l’acqua per la pasta. Togliete il pesce dal forno e versateci i pomodorini. Preparate la salsina di yogurt e maionese, versatene un cucchiaio su ogni piattino e poggiatevi sopra, in piedi, i rotolini di zucchine. In alternativa, potete portare a tavola salsa e zucchine separate: metterete la salsina in quantità maggiore (l’intero vasetto di yogurt e due cucchiaini di maionese), decorata con un ramo di erbetta, in un contenitore piccolo che poggerete su un lato di ciascun piatto e i rotolini di zucchine sull’altro lato. Buttate giù la pasta e scaldate il sugo. Nel frattempo, condite l’insalata, con olio e sale.

Lo sapevi?

Pesce e formaggio: nozze antiche e felici 

Il mio primo approccio con l’abbinamento pesce e formaggio risale agli inizi degli anni ’90 quando un esordiente Vissani a Unomattina impanò un’orata con del pecorino. Rimasi talmente sbalordita che il pomeriggio ero già in pescheria a comprare le orate: bisognava provare subito! Il risultato: una poesia. Pesce e formaggio lontani e vicini, divisi dalla nascita come mare e terra, proprio come mare e terra, a volte, si compenetrano e si completano magnificamente. Si dice che in cucina, come in amore tutto è permesso. C’è chi li adora separati e li snobba se sono insieme, considerando questo connubio una stranezza della “cucina moderna”. Nulla di più sbagliato. In Sicilia le nozze tra pesce e formaggio risalgono a oltre 2000 anni fa. Le prime tracce le troviamo nell’Edyphateia (330 avanti Cristo) di Archestrato da Gela, poeta e gastronomo esperto nei piatti di pesce, che ci ha lasciato in eredità le più antiche ricette siciliane.  Nel suo poema, Archestrato criticava l’abitudine siracusana di condire il pesce con troppo formaggio: “Costoro – scriveva – preparar non sanno i buoni pesci e guastan le vivande, ogni cosa di cacio essi imbrattando”. Anche lui, tuttavia, faceva qualche eccezione giacché era famoso per le sue code di rospo….rigorosamente ripiene di formaggio. Da allora le sperimentazioni tra pesce e formaggio si sono moltiplicate. Basta fare un giro su Internet per scoprire i tantissimi piatti che sposano salmoni, sogliole e calamari con parmigiano, pecorino, caciotte e ricotta. E come non citare gli chef più famosi del mondo? Proprio la cucina francese, nella sua buillabaise, spolvera con il formaggio grattugiato il denso brodo di pesce ottenuto da una lunga e lenta cottura.
Ivana

 

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Gabriele Gatti da Poggio Morello (Teramo)

Salute a tutti, io sono il “gattocherampica”, vivo in Abruzzo, terra bellissima e ricca di bellezze naturali, di gastronomia. Qui si possono ammirare i famosi merletti di Capodimonte, le grotte del Salinello, e la ceramica di Chieti, e poi ci sono io… che è tutto un dire! Nelle ore che passano amo oziare a volte ozio talmente tanto che mi stufo e mi diverto a comporre poesie dialettali e non. Le mie specialità sono la cucina, le barzellette e le bugie, le ultime a volte le dico talmente convincenti, che ci credo anch’io, e sarei pronto a giurarci sopra! Sono veramente convincenti, non ci credete? Avete ragione!  Il mio punto di forza è la fantasia se avrete il piacere di “volare” con me, non avete che da seguirmi nei miei percorsi gastronomici e poetici che vi introdurranno in una nuova dimensione.

Le ricette del “gattocherampica”

rigatoni con la zucca ott.14500 g di rigatoni, due porri, 1 kg di zucca, 30 g di burro, mezzo cucchiaino di noce moscata grattugiata, 100 ml di panna liquida, tre cucchiai di pinoli tostati

Sbucciate la zucca, eliminate i semi e tagliate la polpa a cubetti. Lavate accuratamente i porri e affettateli finemente. Scaldate il burro in una padella e fatevi appassire i porri tenendo coperto per cinque minuti e rimestando di tanto in tanto. Unite la zucca e la noce moscata, coprite e prolungate la cottura per otto minuti. Versare la panna e tre cucchiai di acqua e portate a ebollizione fino a quando la zucca e tenera. Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conditela con il sugo. Cospargere di pinoli e servire subito.

Il Gattocherampica

Il Coniglio di mammà

Farfalloni al pesto di pistacchio e la ricetta per fare il pesto di pistacchi in casa

Spaghetti di grano saragolla con gamberi, zucchine e zafferano


Ingredienti:
400 gr spaghetti di grano saragolla
300 gr zucchine intere
20 stimmi di zafferano
350 gr di gamberi
3 spicchi di aglio, olio q.b.

Soffriggere le bucce di zucchine tagliate a julienne e tenerle da parte. Prendere gli scarti dei gamberi e metterli a bollire con acqua per ottenerne un po’ di fumetto. In una padella far andare, aglio con olio, scartare l’aglio a rosolatura, aggiungere le code dei gamberi sgusciate, le zucchine, gli stimmi di zafferano e bagnare con il fumetto ottenuto dagli scarti dei gamberi. Fare andare a fuoco lento per pochi minuti. Scolare la pasta al dente e farla saltare in padella. Aggiungere un pò, di prezzemolo e servire.

CALAMARATA CON IL CALAMARO


Ingredienti per quattro persone:
1 kg di calamari (meglio ancora un calamaro da un chilo)
500 g di calamarata
400 g di pomodorini
mezzo bicchiere di vino bianco
olio extravergine di oliva
40 g di burro
tre filetti di acciuga
due spicchi di aglio
una foglia di alloro
prezzemolo
peperoncino
sale e pepe.

Pulire i calamari tagliando via i tentacoli. Dividerli in due per il lungo e tagliarli in piccoli pezzi possibilmente di eguale spessore circa un dito. Lavare sotto l’acqua corrente ed asciugare con della carta da cucina. Scaldare l’olio in un tegame a fondo pesante e unirvi i pezzi dei calamari insieme due spicchi di aglio e del peperoncino. Lasciar rosolare per pochi minuti da ambo i lati e girare con delicatezza. Aggiungere sale e il pepe e dopo qualche minuto il vino bianco. Lasciar evaporare, unire i pomodorini tagliati a piccoli pezzi una foglia di alloro. Coprire e lasciare cuocere per un quarto d’ora a fiamma molto bassa e avendo cura di girare una sola volta i pezzi dei calamari. In un piccolo tegame a parte, stemperare i filetti di acciughe, con un po’ di olio e di burro. Aggiungere i tentacoli dei calamari tagliati a pezzetti molto piccoli e cuocere per circa 10 minuti. Nel frattempo lessare la calamarata in abbondante acqua salata, scolare al dente ed unire nel tegame grande aggiungendo anche i tentacoli. Mantecare il tutto per un paio di minuti e servire con una spolverata di prezzemolo tritato.

 

Spaghetti di grano saragolla al ragu’ di pesce


Ingredienti:
500 gr di spaghetti di grano saragolla
1 spigola di 400 gr
1 gallinella di 200 gr
1 coda di rospo di 200 gr
cipolla, sedano, carota
1 bicchiere di vino bianco
500 gr di pomodorini di Pachino
olio EVO

Soffriggere nell’olio un trito di cipolla bianca, sedano e carota, aggiungere il misto di pesce bianco spellato, spinato, e tagliato a piccoli pezzi, lasciarlo rosolare e sfumare con del vino bianco. Alla fine aggiungere una dadolata di pomodorini di Pachino. Quando gli spaghetti sono quasi cotti scolarli e saltarli in padella.


Gnocchetti al peperone in salsa di stracchino e zucchine


Impegno: MEDIO
Persone: 6
Tempo: 1 ora e 20 minuti
Vegetariana

Ingredienti:
850 g patate
480 g 3 zucchine
300 g farina più un po’ per la lavorazione
250 g stracchino
250 g 1 peperone rosso
olio extravergine di oliva – sale

Mettete ad arrostire il peperone su una gratella per 25-30′; lasciatelo intiepidire chiuso in un sacchetto, poi pelatelo e mondatelo. Tritatelo e frullatelo brevemente per ridurlo in un battuto fine, facendo attenzione che non rilasci acqua.
Lessate le patate, pelatele e schiacciatele subito ben calde sulla farina; salate, unite i peperoni tritati e impastate gli ingredienti. Modellate il composto in filoncini sottili e ricavatene poi gnocchetti piccoli e lisci. Affettate in nastri le zucchine (l’ideale sarebbe farlo con la mandolina; scottateli in padella in un velo di olio caldo, dopo pochi istanti salateli e toglieteli dal fuoco. Nella stessa padella delle zucchine unite lo stracchino a tocchetti e fatelo fondere dolcemente. Lessate gli gnocchi, scolateli appena vengono a galla e rosolateli velocemente a fuoco vivo in padella in un velo di olio caldo. Conditeli con la salsa di stracchino e le zucchine e serviteli immediatamente. Lo stracchino ammorbidisce piacevolmente l’aroma del peperone arrostito mentre le zucchine, appena scottate, aggiungono un tocco giustamente al dente alla tenerezza degli gnocchi.


Nella gastronomia tradizionale abruzzese le ricette, frutto di un mondo agricolo e pastorale sostanzialmente parco, si basano su ingredienti poveri dove regnano legumi, verdure e carboidrati. La carne era la pietanza riservata al giorno della festa, come questo piatto, che il Gatto che rampica vi propone, tipico del giorno di Pasqua: agnell’ cac’ e ove

AGNELL’ CAC’ E OVE
Ingredienti:
3 kg di agnello fatto a spezzatino va benissimo la spalla
5 uova
300 gr di pecorino grattugiato
la buccia grattugiata di 1 limone
Olio extravergine di oliva 2 mestolini
3 spicchi di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
sale q.b.
pepe q.b.
Mettete in una padella l’agnello  e soffriggetelo con l’olio extravergine quindi aggiungete il soffritto di aglio e prezzemolo, condite con sale e pepe e portate a cottura a fuoco lento per circa 2 ore. Quasi alla fine della cottura, aggiungete le uova che avrete sbattuto precedentemente  con il pecorino e la scorza di limone, mescolate avendo cura che le uova non rassodino troppo e il piatto è pronto. Servite caldo accompagnando con spicchi di limone e un’insalatina verde campagnola con la rucola.
Gabriele 

L’altra, è il famoso ‘ndocca ‘ndocca, tipica della provincia di Teramo, che conferma il detto: “del maiale non si butta niente”. Quando i contadini macellavano il maiale, dopo aver lavorato due giorni tra la preparazione di prosciutti, lonze, salami e salcicce, festeggiavano con questo piatto tipico che riuniva tutte le parti suine meno pregiate.

‘NDOCCA ‘NDOCCA

Ingredienti:
Piedini
cotiche,
orecchi,
costatelle,
coda,
musetto di maiale,
3-4 foglie di alloro,
3-4 spicchi di aglio,
1 rametto di rosmarino,
peperoncino a seconda il gusto,
qualche chicco di pepe,
sale quanto basta
1/2 bottiglia di passato di pomodoro.
Mettere a mollo in acqua fredda per un giorno, quindi cambiare l’acqua e mettere a bollire per 3-4 ore il tutto  tranne la passata di pomodoro, durante il bollore schiumare fino alla fine il grasso. Circa mezzora prima della fine della cottura aggiungere la passata di pomodoro e a cottura ultimata servire caldo con il suo sugo.
Gabriele


CALCIONETTI


in dialetto locale LI  CAGG’NTT
ingredienti
500 gr. farina
olio extra vergine d’oliva e vino bianco, sale
gr. 300 castagne spellate
miele
1 cucchiaio cioccolato in polvere
cannella
150 gr. mandorle sgusciate e tostate
un pezzetto di cedro candito
1 arancia
caffè macinato
un bicchierino di rhum
Zucchero a velo
Meglio se fatto la sera prima per poi lasciare la pasta in frigo a riposare. Bollire le castagne, metterle nel mixer o passarle al passaverdure. Aggiungere alla purea di castagne ottenuta; le mandorle tostate e tritate; il cioccolato, un cucchiaio di miele, la cannella, il cedro candido a cubetti, la scorza d’arancia grattugiata, il bicchierino di rhum ed il caffè macinato. L’impasto deve risultare morbido e cremoso, se necessario aggiungere qualche cucchiaino di caffè ristretto. Per la pasta. Disporre la farina a fontana sul piano di lavoro, e versare al centro due cucchiai di olio e due di vino, un pizzico di sale. Se necessario aggiungere qualche goccia di vino, la pasta deve venire abbastanza elastica ma non troppo morbida, in modo da ottenere poi una sfoglia molto sottile. Meglio se con una macchinetta per stendere la pasta. Ottenute delle strisce di pasta da circa 10 cm di altezza, mettere un cucchiaino di ripieno (la crema di castagne), distanziandoli di 5/6 cm. richiuderli premendo bene sui bordi e tagliarli con un taglia ravioli.Friggere i fagottini così ottenuti, scolarli su carta assorbente. Spolverare a piacere con zucchero a velo o cacao in polvere.
Gabriele

il tiramisù di Gabriele

ingredienti
4 uova
500 gr di mascarpone
10 cucchiai colmi di zucchero
1confezione di savoiardi vincenzovo
cacao amaro in polvere q.b.
5 caffè
1 bicchierino di alchermes
1 bicchierino di anisetta meletti
1 bicchierino di kahlua
Prendere le uova e separare il bianco dal rosso, battere le chiare a neve e tenerle da parte. Sbattere i rossi con lo zucchero fino a quando si è formata una crema, aggiungere il mascarpone ed infine girando piano, le chiare battute a neve. A parte fare 5 caffé unirvi l’alchermes, l’anisetta meletti e il kahlua, tre cucchiai di zucchero che va fatto sciogliere nel composto liquido. Prendere una teglia 30×40 alta almeno 5 cm, passare i savoiardi nel liquido affinchè venga ben assorbito, porli sul fondo della teglia e aggiungere la crema ottenuta. Spolverare con il cacao amaro e mettere in congelatore per almeno 4 ore prima di servire.
Gabriele

Lu ciambellott’ (ciambellone)

ingredienti:
10 uova
700 gr di zucchero
250 gr di burro
200 gr di latte
250 gr di yogurt di limone
la buccia grattugiata di un limone di sorrento
1 bicchiere di anisetta meletti
1,3 kg di farina tipo OO
monpariglia per dolci q.b.
due mestolini di olio extravergine di oliva
3 bustine di lievito in polvere
Separare le chiare dal rosso quindi battere le chiare di uova a neve.  Mescolare gli altri ingredienti ad eccezione della farina, in un secondo momento aggiungere la farina, il lievito in polvere quindi aggiungere le chiare sbattute a neve. Preparare una portaciambella da forno di adeguata misura, imburrarla,  spolverarla con la farina e versarvi il composto. Mettere sopra l’impasto della monpariglia ed infornare a forno preriscaldato a 160° per 70 minuti.

Li ciammarich’e

(Piatto grandioso)
ingredienti
2 kg di lumache vive già spurgate
(per spurgarle basta tenerle in un recipiente traspirante per due giorni)
½ litro di salsa di pomodoro
cipolla
maggiorana
sale
2 cucchiai di olio di oliva extravergine
Lessate le lumache in abbondante acqua, estraetele poi una per una e togliete la parte finale. Se fate attenzione, potete lasciare il loro grasso di riserva (si riconosce facilmente in quanto è costituito da pezzetti che ricordano la cera colore grigio azzurro, mentre l’intestino ha un colore più scuro). A questo punto le dovete lavare in aceto e sale per almeno due o tre volte cambiadogli la mistura (aceto e sale nuovi). Successivamente vanno lavate in acqua corrente fino a quando l’acqua non è chiara. Subito dopo, prendete una padella, metteteci la cipolla, tritata finemente, l’olio extravergine e fate imbiondire. Versate le lumache, lasciate che il loro liquido evapori e fatele rosolare fin quando non saranno ben tostate. A questo punto, aggiungete la salsa di pomodoro e la maggiorana e cuocete sempre a fuoco moderato per altri 15-20 minuti circa.
Ps: le lumache messe sulla polenta bramata (originaria delle regioni del nord Italia)  sono qualcosa di sublime, anche se consumate fredde.

Lu pà cott’

Ingredienti
200 gr. di pane secco
1 uovo
2 foglie di alloro
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di olio di oliva
sale q.b.
Mettere a bollire 1 litro di acqua, le foglie di alloro, lo spicchio d’aglio, per 7/8 minuti circa. Aggiungere il pane, rompere l’uovo e versarlo dentro (come si fa per l’uovo in camicia), salare e portare a cottura. Quindi togliere le foglie di alloro e lo spicchio d’aglio, sminuzzare con una forchetta l’uovo che non deve essere fatto a stracciatella (il bianco e il rosso devono rimanere separati), aggiungere l’olio a crudo, un’abbondante spolverata di formaggio grattugiato e servire.
Ps: questa è una dose per una persona.

lo sapevi?

Il pane cotto e le lumache sono due piatti poveri della cucina contadina abruzzese. Entrambi fatti senza dover acquistare nulla. Il pane cotto era generalmente una pietanza invernale servita la sera, una minestra calda fatta per riciclare gli avanzi di pane secco, arricchita dalle proteine dell’uovo (anche quest’ultimo abbondava nei pollai dei contadini).  Le lumache erano invece una festa per i bambini. Solitamente dopo gli acquazzoni primaverili ed estivi, i contadini più anziani -rimasti a casa perché non più in grado di lavorare nei campi- portavano con sé i nipotini in campagna a raccogliere le lumache. Stivali ai piedi, buste in mano, nonni e nipoti facevano a gara a chi ne prendeva di più. Nella categoria dei prodotti selvatici, la lumaca è certamente uno degli alimenti più antichi della storia umana. Apprezzata dai Greci e dai Romani, la lumaca trova il suo massimo splendore in Francia, “le lumache alla bourguignonne”, infatti, sono uno dei piatti più classici della cucina francese.

Farfalle con gamberetti e punte d’asparagi

Ingredienti:
320gr di farfalle
120gr di asparagi
200gr di gamberetti
olio
sale
pepe
30gr di burro
Lessate la pasta, conditela con un po’ d’olio e lasciatela raffreddare. Bollite per 2 minuti i gamberetti in acqua salata. Lessate separatamente le punte e i gambi degli asparagi, in quanto le prime dovranno risultare piuttosto al dente. Passate al mixer i gambi di asparagi con olio e sale fino ad ottenere una salsina liquida. Fate saltare le punte di asparagi in un padellino con il burro e salatele. Condite la pasta con la salsina di asparagi, i gamberetti, le punte di asparagi e una macinata di pepe nero.

Uova sfiziose

Ingredienti
8 uova sode
5 filetti di acciuga sott’olio
un cucchiaino di capperi sminuzzati
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
olio d’oliva
pepe
Private le uova del guscio,tagliate per la lunghezza e estraete i tuorli in maniera uniforme con gli altri ingredienti. Mescolate i tuorli con i restanti ingredienti in modo da ottenere un impasto omogeneo e piuttosto morbido con cui andrete a riempire l’incavo delle uova.

LI BECCHENUTT’ (BOCCONOTTI)

INGREDIENTI
600 gr. di farina
100 gr. di burro
4 tuorli d’uovo
2 uova intere
1 cucchiaio di latte
un pizzico di lievito
500 gr. di marmellata d’uva
cedro candito
cannella
mandorle tostate e macinate
la buccia di un limone grattugiata
cioccolato a pezzetti.
Preparare una pasta frolla con farina, burro, tuorli d’uovo, uova intere, latte e lievito, lasciate risposare mezz’ora. Stenderne un sottile strato, ricavate dei dischi, prendere dei piccoli stampini tondi unti con del burro e mettere il disco di pasta. Aggiungere, al centro, il ripieno (di marmellata d’uva, cedro candito, cannella, mandorle tostate e macinate, la buccia di un limone grattugiata, cioccolato a pezzetti) precedentemente ben amalgamato e coprire con un altro sottile strato di pasta frolla. Per il ripieno potete usare anche la crema pasticcera o la marmellata di mele cotogne a seconda del gusto. Passate in forno a 200° per 20 minuti.

GNOCCHI DI CASTAGNE AL PESTO

INGREDIENTI
200 g di farina di castagne
800 g di patate farinose
100 g di farina bianca 00
1 mazzetto di basilico
una manciata di  pinoli,
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di pecorino grattugiato,
1 cucchiaio parmigiano grattugiato,
1 foglia di alloro
olio, sale, pepe
Lavare il basilico, asciugarlo, pestarlo nel mortaio con l’aglio, i pinoli e un pizzico di sale e pepe, facendo scendere l’olio a filo finché riaffiora, lasciarlo riposare. Lessare e sbucciare le patate, passarle facendole cadere sulla spianatoia, farle raffreddare, unire le due farine e un  pizzico di sale, impastare accuratamente finché tutto è ben amalgamato. Formare dei rotolini e tagliare a tocchetti. Lessarli in abbondante acqua salata (cui avrete aggiunto la foglia d’alloro), quando vengono a galla toglierli con il mestolo forato, condire con il pesto allungato con un paio di cucchiai di acqua di cottura degli gnocchi, spolverare con i formaggi mescolati e servire subito.

LINGUINE AI FIORI DI ZUCCA 

(ricetta di Clara)
Quindici fiori di zucca
Tre-quattro zucchine molto tenere
Cipolla, q.b.
Mezzo dato da brodo
Due bustine di zafferano
Sale q.b.
Friggere la cipolla con un po’ di olio, quindi aggiungere i fiori di zucca con le zucchine tritate e aggiungere un mezzo bicchiere d’acqua, far evaporare aggiungere il dato da brodo e portare a fine cottura, quindi aggiungere lo zafferano, unire il sugo così ottenuto alle linguine, cotte al dente, separatamente in abbondante acqua salata.

RAVIOLI DOLCI DI RICOTTA

INGREDIENTI
Per il ripieno:
4 rossi di uova
8 cucchiai di zucchero (cucchiaio da brodo)
la buccia grattugiata di 1 limone
400 grammi di ricotta
la mollica di 3-4 fette di pane raffermo
cannella grattugiata al momento
1/2 bicchiere di anisetta meletti
30 grammi di maggiorana fresca
Per la pasta:
3 uova più gli albumi avanzati
farina quanto basta.
La sera prima preparare il ripieno e lasciarlo in frigo ad insaporire, il giorno dopo impastare le uova con la farina come per fare la pasta all’uovo e realizzare i ravioli, quindi cuocerli in abbondante acqua salata e condirli con un sugo di pomodoro tirato a fuoco lento per almeno 2-3 ore e fatto con 3 tagli di carne (manzo maiale e agnello) spolverata di parmigiano e servire.
PS:questi ravioli sono buonissimi anche se conditi all’esterno con zucchero e cannella oppure se fatti fritti e con l’aggiunta di zucchero a velo

MAZZARELLE

INGREDIENTI
1 coratella di agnello
4 etti di pancetta affumicata
3 piante di insalata scarola (o indivia)
1 mazzetto di aglio fresco
1 mazzetto di cipolline fresche
1 mazzetto di prezzemolo
1 confezione di budelline di agnello
Lavate e riducete a striscioline la coratella di agnello tenendo separati, polmone, cuore e fegato, tagliate a striscioline la pancetta grande come le striscioline della coratella, lavate le foglie dell’insalata una per una cercando di non farle rompere, lavate le budelline di agnello in abbondante acqua. Prendete ora una foglia di insalata e mettete sopra di essa una strisciolina rispettivamente di cuore, fegato, polmone, pancetta, un pezzo di aglio, uno di cipolla, e uno di prezzemolo. Quindi richiudete e avvolgetelo con le budelline di agnello legandolo alla fine, ora avrete creato dei fagottini, a questo punto lessateli in abbondante acqua bollente per almeno 10 minuti. Ora prendete una padella con un po’ di olio extravergine di oliva, e portate a fine cottura (altri 10 minuti circa) aggiungendo del vino bianco.
PS:  (la sera prima mettete in una ciotolina le budelline di agnello con il quantitativo di una bottiglia di passata di pomodoro questo farà si che alle budelline si tolga il loro odore).

LE FARFALLE DELLO CHEF

INGREDIENTI
400 grammi di salmone
400 grammi di asparagi
400 grammi di funghi porcini (congelati vanno anche bene ma non secchi)
500 grammi di pasta di semola di grano duro
1 confezione di panna da cucina da 200 m
1 bicchiere di vino bianco
Lavate gli asparagi eliminando la parte più dura del gambo e lessateli in acqua bollente, lavate i funghi porcini facendoli a fettine. Mettete in una padella il salmone e fatelo rosolare con il vino, quindi aggiungete i funghi porcini, poi la panna, e quasi in ultimo gli asparagi, a parte lessate in acqua salata la pasta, tenendola ben al dente, quindi unite il tutto ripassandoli in padella e servite subito.

 

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“E’ una Norma!”

La Pasta alla norma è un piatto tipico della cucina siciliana, in particolare di quella catanese. Il suo nome trae origine, secondo la tradizione, da un elogio che il commediografo Nino Martoglio, nell’autunno del 1920, esternò durante un pranzo a casa dell’attore teatrale Janu Pandolfini. Si narra che assaggiata la famosa pasta con il pomodoro fresco, le melanzane fritte, il basilico e la ricotta salata, lo scrittore esclamasse soddisfatto: “E’ una Norma!”. Tale lusinga, indirizzata in quell’occasione alla creazione culinaria della signora Saridda Du’urso, cuoca e padrona di casa, non era nuova a Catania. Nei salotti bene della città, infatti, per esprimere sommo apprezzamento, si ricorreva già da tempo all’appellativo “Norma”, in onore naturalmente della celeberrima opera di Bellini. E oggi ci chiediamo cosa direbbe il grande compositore, catanese di nascita, dello strepitoso successo di questo strano caso di omonimia.
Alessandra

 

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La festa del Santissimo Crocifisso a Monreale

Lo sapevi che l’1, 2 e il 3 Maggio ogni anno a Monreale si svolge la Festa del Santissimo Crocifisso?

La festa religiosa che ha luogo  in questa piccola cittadina normanna, risale a circa tre secoli fa e culmina  il terzo giorno con  la processione in cui la Confraternita dei “fratelli” ( circa 350 tra  aspiranti, novizi e professi  tutti vestiti di bianco e rosso) porta a spalla il pregiato crocifisso modellato da Antonello Gagini tra il 1525 e il 1535  effettuando un estenuante itinerario cittadino di circa nove ore. Tra folclore e storia,  tra leggenda e religiosità l’evento ogni anno puntualmente raccoglie una folla di fedeli proveniente da diverse parti del mondo, anche da oltreoceano!

Ma aldilà della religiosità e del folklore  c’è da segnalare che in questi tre giorni le strade del paese sono punteggiate da banchi dove si può consumare dell’ottimo cibo di strada: pane ca meusa, pane e panelle, sfincione, mennuli e fave atturrate, calia e semeza e la cubaita. Voi vi chiederete che cosa è questo ventaglio di incomprensibili parole?  Procedo alla traduzione.

PANE CA MEUSA: panino possibilmente rotondo e di farina bianca condito con frattaglie di manzo, e precisamente, fettine di milza, di polmone e pezzetti di cartilagine prima lessati e poi ripassati in una apposita padella con dello strutto, alla fine si aggiunge sale e abbondante limone. Esiste pure la versione “maritata” (sposata) dove a tutto questo tranne il limone si aggiungono  pezzetti di ricotta fresca.

PANE E PANELLE: panino condito con delle frittelle a base di farina di ceci.

SFINCIONE: focaccia dalla consistenza morbida e spugnosa condita con salsa di pomodoro cotta con abbondante cipolla, pezzetti di caciocavallo, origano e pangrattato.

MENNULI E FAVE ATTURRATE: gli ambulanti con degli appositi caminetti tostano sul luogo   mandorle, fave secche, ceci , nocciole, semi di zucca ecc. aggiungendo piccole quantità di sale.

CUBAITA: allo zucchero e miele caramellato si aggiunge della frutta secca, quale le mandorle, i pistacchi o addirittura il sesamo, composto che viene poi spadellato su di una lastra di marmo bagnata, livellato, tagliato a pezzetti e fatto raffreddare.

In questi giorni girare per le vie di Monreale  può essere un buon esercizio per i 5 sensi!

Cecilia Puleo

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I vini rosé

Il vino rosato è da sempre sottostimato.
Non so se perché è tenuto in scarsa considerazione dagli addetti ai lavori, di certo i consumatori lo amano poco perché erroneamente lo ritengono spesso una miscela malriuscita di vino rosso e vino bianco.
In Italia non ci sono notizie certe sulla nascita del vino rosato. Il primo (almeno il primo messo in commercio) viene alla luce nelle cantine di Leone De Castris nel 1943, in una contrada nel feudo di Salice Salentino chiamata “cinque rose”, da cui il nome del primo rosè.
Il vino rosato, si può ottenere con tecniche enologiche diverse, ognuna delle quali porta a risultati con qualità distinte, ma tutti hanno comunque una caratteristica comune: sono prodotti con uve a bacca rossa. Il colore si ottiene -come per i vini rossi- dalla macerazione delle bucce nel mosto per un determinato periodo, superiore per i vini rossi e più breve per i vini rosati. Le bucce rilasciano sostanze coloranti,  essenze aromatiche e i cosiddetti tannini che determineranno l’astringenza e la struttura del vino.
La produzione del vino rosato è  diffusa in molte zone vinicole d’Italia e del mondo: dalla prima produzione salentina, in Puglia, all’Abruzzo con il Cerasuolo di Montepulciano, sino, naturalmente, alla Provenza Francese, regina dei rosè.
Il vino rosato offre un’invidiabile versatilità, permette abbinamenti enogastronomici estremamente bilanciati e intriganti. Sa essere strutturato, aromatico -grazie ai tannini- come un vino rosso e piacevolmente leggero come un vino bianco.
Negli ultimi anni al vino rosato è stata dedicata maggiore attenzione proprio per la sua capacità di fondere la freschezza dei bianchi alla potenza dei rossi. Un mercato in crescita, che ha visto moltiplicare gli eventi dedicati alla promozione di questi vini. Sono  stata, tempo fa, alla manifestazione organizzata a Castel Gandolfo, “rose e rosati”,  un magnifico viaggio, nel borgo antico, tra colori e profumi, rose accostate a splendidi vini che ne richiamano colore, voluttà e freschezza.
I rosati migliori in Italia li troviamo in Abruzzo: Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo; in Puglia: Salento Rosato Five Roses, Salento Rosato Elfo, Salento Rosato Saturnino e Val di Neto Rosato; in Alto Adige: Lagrein Rosè; in Lombarida: Garda Classico Chiaretto; in Sardegna: Valle del Tirso Rosato Nieddera, Sibiola Rosè; in Calabria: Cirò Rosato.
Ivana

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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