L’India delle Donne
Di ritorno dal mio ultimo viaggio, ecco le mie impressioni sull’India, viste con gli occhi di una donna. È difficile fare un racconto leggero –come nello stile di Madama Ricetta- della situazione femminile in India. Raccontare la condizione delle donne indiane è impossibile, o meglio inconcepibile per noi occidentali. Frutto di un cultura arcaica, alla nascita già avviene la selezione, e quelle che scampano all’infanticidio si ritrovano giovani adolescenti sposate con un uomo che non hanno mai scelto. Nonostante i movimenti femministi degli anni 70/80 e la ratifica nel 1993 della Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, in questo enorme paese “democratico” le discriminazioni femminili, all’interno della famiglia e della società, sono all’ordine del giorno. L’India è un paese di enormi contraddizioni, dove il sistema delle caste annienta qualsiasi barlume di democrazia reale. Il simbolo di questa contraddizione, al femminile, possiamo ritrovarlo personaggio più potente in India: Sonia Gandhi. Sonia incarna in un sol colpo tutte le contraddizioni della condizione femminile: donna, quindi inferiore; straniera non riconosciuta nelle caste; vedova destinata all’esilio. Una donna sola al comando che ben poco ha fatto per migliorare la condizione femminile nel Paese, lasciando, oltretutto, che tantissimi uomini accusati di violenza sessuale contro le donne si candidassero alle elezioni negli ultimi anni. E allora vi racconto, attraverso qualche foto che ho scattato, dei colori che le donne abitano, belli e caldi come il sole, conditi da sguardi dolcissimi da sciogliere il cuore. Una dolcezza tutta femminile, che è grazia, delicatezza, come il loro senso del gusto e il forte senso del bello, che amano esprimere attraverso la cura che mettono nello scegliere splendidi maquillage e abbigliamenti adornati di melrletti, caratterizzati da abbinanmenti di colore che lasciano senza fiato, come lucenti macchie su una tela d’autore. Vi racconto della loro cucina e della fantasia, che con poche e povere materie prime riesce attraverso profumi e spezie, a sorprendere e deliziare il palato. E il mio pensiero va alle ragazze, che ci guardano incuriosite, noi disinibite donne occidentali che passeggiamo in città, senza che un uomo che ci preceda. Alle ragazze che manifestano in strada, che hanno smesso di sposarsi su indicazione della famiglia, che studiano con risultati migliori dei loro compagni maschi, che lottano in casa e fuori per difendere i loro diritti. Contro la sorda indifferenza di un Paese che senza le donne non potrà mai essere grande.
Ivana Santomo
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