Archivi del mese: ottobre 2012

Ora tocca a noi!

Dopo gli articoli delle scorse settimane sull’importanza dei prodotti bio (leggi l’articolo), sulla Proposition 37 -il referendum che si terrà in California sull’obbligo di dichiarare nelle etichette dei prodotti, l’eventuale presenza di ogm (leggi l’articolo)-, e dopo i servizi di Striscia la Notizia sui vini contraffatti e le migliaia di prodotti spacciati per made in Italy, questa settimana tocca a noi. In Senato, finalmente, sarà approvata una legge che prevede l’obbligo di riportare nell’etichettatura l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e l’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) in qualunque fase della catena alimentare.
E’ una cosa molto importante perché, oltre ad informare il consumatore,  darà maggior tutela ai prodotti italiani. A fronte di una globalizzazione del mercato agroalimentare che impone standard di competitività elevati, nasce l’esigenza di salvaguardare e potenziare il nostro patrimonio di valori e tradizioni, di cultura e qualità. Per questo l’obbligo dell’etichettatura d’origine dei prodotti alimentari garantisce, trasparenza e sicurezza al consumatore e costituisce un  freno al dilagare della contraffazione in Italia e all’estero. Un fenomeno che riguarda i due terzi dei prodotti, acquistati all’estero e spacciati per made in Italy. Con questa nuova norma si intende far leva sulle peculiarità originali delle produzioni agroalimentari del nostro Paese, esaltando i tratti della tipicità, della genuinità, del legame inscindibile col territorio anche al fine di contrastare il dilagare delle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti.
Un passo in avanti verso le proposte che da tempo vengono avanzate da Petrini di slowfood e Farinetti di eataly, una produzione italiana tutta all’insegna del biologico, migliore nel gusto e nella qualità, che aumenti il nostro export dei prodotti alimentari! Mady in Italy: garanzia di un prodotto di eccellenza.
Ivana Santomo

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Vino Novello: quest’anno arriva prima

Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha decretato che il 30 ottobre sarà possibile l’immissione al consumo del vino novello. Complice una stagione molto calda e assolata che ha anticipato le vendemmie e la semplificazione da parte del ministero delle norme nazionali di attuazione della normativa comunitaria in materia di etichettatura in generale, di menzioni tradizionali e di designazione e presentazione dei vini a DOP e IGP. (leggi le nuove regole).
Potremo così gustare in anticipo rispetto agli altri anni il primo bicchiere di vino della stagione 2012, ottima a dire dei viticultori. Il vino novello fa parte dell’antica tradizione contadina: con l’arrivo dell’autunno si spillavano piccole quantità di vino dalle botti in fermentazione, per controllarne lo stato di avanzamento e la qualità. Questo permetteva ai contadini di correggere i imperfezioni dell’annata, e di prendere la prima sbornia della stagione. Oggi il novello è diventata una vera e propria produzione a se, e si realizza in modo completamente diverso, con una tecnica importata dalla regione francese del Beaujolais Nouveau, da cui prende il nome “Novello”, basata sulla macerazione carbonica delle uve, che consente di vinificare l’uva in brevissimo tempo.
Non perdiamo il primo assaggio della stagione di questo meraviglioso rosso vivo, porpora intenso con riflessi violacei. Pensare al novello come ad un vino di second’orndine è un errore. Il vino novello ha una grande peculiarità perché insieme ad un grandissimo aroma intenso, fruttato, con profumi di frutti di bosco come lamponi e fragole, non perde le note del vino fresco.
Tra una castagna e l’altra, attenti alle sbornie: il vino novello è solitamente un vino leggero, fresco e vivace, e di facile sorso.
Ivana Santomo

 

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Vino Novello 2012

 da un articolo di  Alberto Sabellico – Antonio Rossi del 03-09-2012  – Corriere

Vino Novello

…Il sistema di produzione nonché l’immissione al consumo del “vino novello” è stata notevolmente semplificata, abrogando il precedente decreto 13 luglio 1999. Ai sensi dell’allegato 7 del nuovo decreto, la produzione e immissione al consumo dei vini novelli deve rispettare le seguenti regole:

 

– la menzione tradizionale “novello” è riservata solamente ai vini a DOP o IGP tranquilli e frizzanti;

– la loro immissione al consumo è ora anticipata al 30 ottobre;

– il periodo di vinificazione non può essere inferiore a 10 giorni dall’inizio della vinificazione stessa;

– il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera deve riguardare almeno il 40% del vino (in precedenza era il 30%);

– il titolo alcolometrico totale minimo al consumo non può essere inferiore a 11% vol. e il limite massimo di zuccheri riduttori residui non deve essere superiore a 10 g/l;

– non sussistono più disposizioni restrittive nell’uso di contenitori di capacità superiore a 1,5 litri e sono altresì soppressi i vincoli sui materiali utilizzabili per i recipienti;

– l’estrazione dagli stabilimenti di confezionamento anteriormente alla data del 30 ottobre è condizionata all’iscrizione sui documenti di trasporto della dicitura “ da non immettere al consumo prima delle ore 0,01 del 30 ottobre .…..(indicare anno)”, eliminando le limitazioni di data esistenti fino ad oggi.
Ulteriori precisazioni relative al modo di ottenimento nonché in materia di utilizzazione di tale menzione possono essere previsti dai relativi disciplinari di produzione. Infine si ricorda che il vino novello deve essere ottenuto interamente con prodotto della stessa annata e non è consentito il taglio con il 15% di vino proveniente da altra vendemmia, come chiarito da una apposita comunicazione del Mipaaf.

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RISO AL VINO NOVELLO

Ingredienti per 4 persone:

400 g di riso
2 bicchieri di vino rosso
1 cipolla piccola
brodo q.b.
parmigiano grattugiato
burro
olio extravergine d’oliva
sale
pepe in grani

 

Rosolare la cipolla finemente tritata nell’olio e, non appena sarà diventata trasparente, versare il riso e mescolatelo per alcuni istanti nel condimento, per tostarlo. Bagnare con il vino e lasciar assorbire, quindi salare e portare a cottura unendo il brodo caldo un mestolo alla volta. Spegnere il riso al dente. Condirlo con una buona macinata di pepe fresco, un cucchiaio di vino rosso e mantecarlo con parmigiano grattugiato e una noce di burro.
MadamaRicetta

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Frittelle di portulaca

(per 4 persone)
4 pugni di Portulaca lessata e strizzata
Farina bianca
1 uovo
Pangrattato
Sale e oli per friggere q.b.

Dividere la portulaca in otto porzioni, ricavarne delle fittelline rotonde, pressarle bene per ridurle allo spessore di un centimetro cira, passarle leggermente nella farina. Battere l’uovo bene bene, passare le frittelline nell’uovo, nel pangrattato prima di figgerle nell’olio ben caldo ma non fumante. Una spolverata di formaggio grattugiato mescolato a prezzemolo e la preparazione è completa.

Antonella Bellanca

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Maccheroni con ricotta e timo

 (per 4 persone)
250 gr. di maccheroni
250 gr. di ricotta
3 cucchiai di timo
1 cucchiaio di maggiorana
Parmigiano
Sale e pepe nero

Tritare timo e maggiorana, mescolarli alla ricotta lavorando con un cucchiaio di legno per avere un composto uniforme e morbido, se necessario aggiungere un po’ di latte. Lasciare riposare in una scodella per qualche ora. Lessare i maccheroni, scolarli e condire con il preparato. Completare con una spolverata di parmigiano. Il composto è ottimo anche sulle fette di pane nero o da spalmare sui tramezzini.

Antonella Bellanca

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Antonella Bellanca

imprenditrice agricola per passione, convinta coltivatrice del metodo biologico, introdotto nella propria attività già dal 1994, quando essere in bio era considerato una “idea da matti”. Ho integrato i miei studi con vari corsi: da imprenditrice agricola, metodo biologico, erboristeria, agricoltura sociale, agriturismo. Insieme al mio compagno Alessandro portiamo avanti “Lo Scrigno di Rebecca”.

L’Azienda agricola è coltivata con metodo biologico certificato. E’ situata nel territorio della cittadina di Cisterna di Latina, antica Tres Tabernae, luogo di posta sull’Appia antica, utilizzata dagli antichi romani come sosta nei viaggi tra Roma e Napoli, e sede del ritrovamento dei ruderi di antiche terme e bagni turchi abbelliti da mosaici monocromi. Cisterna è anche il fulcro della zona di produzione del kiwi latino, come marchio I.G.P. Produciamo kiwi, uva da tavola Italia, olive da olio, ortaggi e frutta di stagione, erbe aromatiche. Lo Scrigno di Rebecca fa parte del circuito Wigwam come circolo di campagna e promuove iniziative culinarie legate al mondo agricolo.

I soci ricordano in particolare “il week-end con il porco”, visita culinaria nel mondo dell’”oro del contadino con degustazione di piatti tipici della campagna laziale e “l’erba nel piatto”, visita guidata nella campagna circostante con il riconoscimento, la raccolta e la preparazione dei piatti con le erbe spontanee commestibili, che crescono rigogliose sul terreno. Inoltre organizziamo gite guidate nelle località adiacenti come l’Oasi di Ninfa, splendido e incantato esempio di parco botanico. L’azienda ospita le scolaresche che introduce alla scoperta delle erbe spontanee, alla conoscenza del metodo biologico e all’assaggio di gustose preparazioni. Graditi ospiti sono 3 caprette, 4 oche, 3 papere, diverse galline, un cavallo, due asinelle e tre cani, oltre ospiti occasionali come ricci, fringuelli, cinciallegre, germani reali, che talvolta per un breve periodo ospitiamo, poiché smarriti o feriti, per curarli e nutrirli.

Se desiderate avere informazioni sulle iniziative organizzate da “Lo Scrigno di Rebecca”  potete inviare le vostre e-mail a questo indirizzo antonella.bellanca@gmail.com

L’erba nel piatto.

In questo spazio ci occupiamo della FITOALIMURGIA, l’etimo deriva dalla contrazione del latino alimentia urgentia ( nutrimento in caso di necessità) con l’aggiunta di fito per indicare che si tratta solo di piante.
Mentre alymos, che deriva dal greco, indica un alimento che calma la fame. Nel 1700 veniva usato questo termine per indicare quegli alimenti procurati da ciò che offriva la natura, senza la coltivazioni dei campi, durante i periodi di grave carestia. Ma dell’utilizzo delle piante spontanee commestibili, l’umanità se ne è servita come nutrimento dai suoi albori, quando ancora gli uomini non erano diventati ancora stanziali e non avevano ancora scoperto l’agricoltura.
Tutto questo preambolo per conoscere ricette antiche e nuove che possiamo preparare in economia, solo spendendo un po’ di tempo per fare qualche salutare passeggiata alla loro ricerca. E’ necessario però rispettare delle regole fondamentali per intraprendere questa ricerca:

1) se non si è sicuri della specie raccolta è meglio desistere e riprovare in primavera quando la presenza dei fiori rende più semplice l’identificazione della pianta;

2) evitare la raccolta vicino a coltivazioni trattate con prodotti chimici tossici, meglio un terreno abbandonato o coltivato con metodo biologico;  lungo le strade ad alto traffico a causa dei gas di scarico delle macchine; e naturalmente  sono da sconsigliare i giardini frequentati dai cani.

3) raccogliere solo la quantità che ci serve, evitando il saccheggio o la distruzione delle specie, la prossima volta non ne troveremmo più!

Raccogliere le erbe diventa così una passione salutare. La passeggiata, la distensione, l’aria pura e l’evasione, il contatto con il mondo naturale ormai sconosciuto ai più, sono fattori importanti per il nostro benessere; senza contare poi la soddisfazione di aver scoperto o riscoperto l’erbetta buona che completa ed arricchisce i nostri piatti della tradizione dei  piatti tipici con le erbe. Delle erbe spontanee fanno parte anche molte spezie che, se non riuscite a trovarle durante le vostre passeggiate, potrete facilmente coltivarle sui vostri terrazzi o addirittura sul vostro davanzale. Iniziamo con due facili e veloci  ricette con la portulaca e il timo, a voi le ricette e la spiegazione per il riconoscimento delle erbe.

Potularca

Pianta succulenta annuale presenta fusti rossastri, carnosi, molto ramificati, e portamento prostrato, che la rende un’ottima pianta tappezzante; le foglie sono verde chiaro, cilindriche, succulente, morbide al tatto. L’aspetto è quello di un pianta grassa ma senza spine.

ricetta Frittelle di portulaca

Timo

Piantina perenne, alta fino a 40-50 cmche cresce nei terreni aridi, sassosi e soleggiati sia in montagna che in pianura. In Italia è presente in quasi tutto il territorio, allo stato spontaneo o coltivato, nei luoghi aridi, dal piano ai 900 metri.
E’ un piccolo arbusto molto ramificato con steli legnosi e molte piccole foglie grigio-verdi, lineari o strettamente lanceolate, fortemente aromatiche.
I fiori sono piccoli biancastri, rosei o lilla.

ricetta  Maccheroni con ricotta e timo

Se desiderate avere chiarimenti su queste ricette o avere informazioni lascia un commento, o scriveteni su info@madamaricetta.it


Questo che verrà sarà un lungo week-end e si potrebbe avere l’occasione di fare una bella passeggiata in campagna e raccogliere delle buone erbe, che adesso con le recenti piogge sono cresciute rigogliose. Vi illustro perciò due gustose e semplici ricette da gustare in questi giorni di festa: 

Zuppa egiziana di malva e Crostata di Borragine  

La Malva

Si trova ai bordi delle strade campestri, nei prati maanche nei nostri giardini.  Fin dall’antichità  i fiori e le  foglie erano considerate un efficacissimo rimedio per tutti i mali. Simbolo della calma e della dolcezza, questa pianta era utilizzata già dagli antichi Greci. Ippocrate la raccomandava per le sue proprietà emollienti e lassative, dimostrate ormai scientificamente e apprezzate ancora oggi. È una pianta erbacea annuale o perenne, facilmente riconoscibile dalle foglie  con nervature centrali a forma di palmo della mano con 5 lobi e con il margine seghettato irregolarmente. Presenta un fusto eretto alto anche 1 metro. In primavera presenta dei bellissimi fiori rosa o lilla.
Zuppa egiziana di malva
300 gr. foglie di malva, 2 spicchi di aglio, olio, sale e pepe q.b.
semi di coriandolo, fiocchi di cereali (facoltativi).
Portare all’ebollizione circa un litro di acqua salata, unire le foglie di malva lavate e tritate e cuocere per una ventina di minuti. A parte scaldare in abbondante buon olio d’oliva gli spicchi di aglio, aggiungere sale, pepe e coriandolo macinato. Versare tutto sopra la malva, bollire ancora molto brevemente e versare nelle ciotole. Se piacciono si possono aggiungere fiocchi di cereali (ricetta inglese) o crostini di pane ( possibilmente casareccio tipo Genzano). E’ una ricetta che va molto bene nelle serate già più fredde. La malva fa bene per il mal di gola, ma non mangiarne troppa perché è una pianta con proprietà lassative.

Borragine

E’ una pianta erbacea  può raggiungere l’altezza di80 cm. Ha foglie ovali che si riconoscono da una ruvida peluria, di colore  verde-scuro. I fiori azzurri sono usati per colorare e guarnire i piatti e per colorare l’aceto; congelati nei cubetti del ghiaccio sono delle graziose decorazione per le bevande estive. Ci sono state molte discussioni sulla tossicità della borragine, ma non vi preoccupate è un falso allarme potrebbe creare problemi solo mangiandone3 Kg. al giorno, per diversi giorni!!!!
Crostata di Borragine
500 gr. di pasta frolla, 100-150 gr. di borragine, 250 gr. di ricotta,
2 uova, arancia, cannella in polvere, 30 gr. di zucchero, sale.
Lessare la borragine , si strizza e si trita finemente, si unisce la ricotta,  lo zucchero, le uova un pizzico di sale, la scorza grattugiata dell’arancia e un cucchiaino di cannella in polvere. Preparare la pasta frolla e si fodera una tortiera lasciando un po’ per le guarnizioni. Se l’impasto risulta troppo duro si diluisce con un po’ di latte. Disporre l’impasto dentro la pasta frolla livellandola bene, quindi si fanno le decorazioni classiche di una crostata. Mettetela in forno mediamente caldo per una mezz’ora. La pasta deve risultare ben dorata. Si serve calda, ma è buona anche fredda. Si può spolverizzare con zucchero a velo con un po’ di cannella in polvere.
Buon appetito e buon week-end lungo!!!!


Pollo ripieno di erbe
per ogni pollo del peso di circa 500 gr.
100 gr. di pangrattato
100 gr. di olio
buccia grattugiata di limone
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di timo
1 cucchiaio di maggiorana
2 uova
sale e pepe
Mescolate il pangrattato con le uova, la buccia grattugiata del limone e qualche goccia di succo, 70 gr di olio e gli aromi; salare e pepare. Preparate il pollo per la cottura asciugandolo perfettamente, inserire il ripieno nel ventre e chiudere con un lungo stecchino. Massaggiare il pollo con il rimanente olio, salare e pepare. Mettere il pollo in una teglia copriere con un foglio di alluminio e infornare a fuoco medio. Dopo circa 45 minuti togliere l’alluminio e lasciare il pollo in forno finchè non si rosola per bene.
Antonella Bellanca
antonella.bellanca@gmail.com

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“Bio ci Ama”

Già la scorsa settimana, non mi erano sfuggiti, nelle rubriche di scienza e alimentazione, diversi articoli sui cibi biologici, dal titolo “più buono, ma non più nutriente” o “cibo biologico bocciato a metà”. A seguito di uno studio, sui cibi con etichetta bio, l’Università di Stanford era giunta a questa conclusione: nessuna differenza rispetto ai prodotti convenzionali.
Nel fine settimana alcuni quotidiani sono tornati un’altra volta a scoraggiare i consumatori del BIO: stesso argomento e stessi titoli.
E allora no, non ci sto! E’ vero, una carota è una carota. Una carota ha 20 calorie, una carota bio ha 20 calorie. Nessuna vitamina in più, né maggiori concentrazioni di proteine, ma un rischio di contaminazione con i pesticidi ridotto del 30% e una maggiore concentrazione di antiossidanti, vi pare niente?
Per non parlare delle carni (delle uova abbiamo parlato alcune settimane fa), la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e la diffusione di infezioni batteriche, ricordate ” la mucca pazza”, ” il pollo alla diossina” “l’influenza suina”.
In tempi di ristrettezze economiche, consumare bio è più lusso, ma consumare nel rispetto etico, ambientalista, salutistico non ha prezzo. Nel sapore innanzitutto e non solo.
Non scoraggiamo i consumatori del biologico, cari organi d’informazione, convinciamoli invece che consumare nel rispetto del nostro pianeta e dei loro abitanti (mucche e maiali compresi) e sinonimo di civiltà. In Italia dal 2001 la superficie utilizzata per le coltivazioni biologiche è diminuita. Nonostante questo i consumi degli italiani sono aumentati, e allora denunciamo le frodi alimentari, che aumentano sempre più e facciamo campagne per favorire i controlli. Lanciamo questa sfida del “made in italy” prodotto esclusivamente bio. Oltre a migliorare il cibo sulle nostre tavole nel rispetto dell’ambiente e degli animali, favorirà le esportazione dei nostri prodotti.
E poi pensare che le mucche siano tutte come quella di heidi, non ci fa stare già meglio?
Ivana

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FUMI E PROFUMI

CROSTINI AL TARTUFO, TORTIGLIONI AL FUMO, FILETTO ALL’UVA, VELLUTATA ALLA MELAGRANA  

Questa settimana parliamo di fumi e profumi. Fumi si! Quelli che si stanno sprigionando nei palazzi del potere. Una fitta nebbia che avvolge, tanti piccoli individui che sembrano già tanti fantasmini. I profumi invece potrete sentirli con il nostro menù facile e veloce come sempre nello stile di madama ricetta.

CROSTINI AL TARTUFO

ingredienti e dosi per 4 persone

200 g di tartufo nero
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva,
1 spicchi d’aglio
4 acciughe sotto sale
il succo di 1/2 limone
8-12 fettine di pane tagliate sottili

 

Passare il tartufo con uno spazzolino, dopodiché  grattugiarlo con una grattugia a buchi grossi. Scaldare il burro e l’olio in una padella, unire l’aglio e farlo imbiondire, poi eliminarlo. Mettere in padella le acciughe tritate, i tartufi e il succo di limone, amalgamare per bene.  Spalmare il composto sulle fettine di pane tostate e servite subito.

 

TORTIGLIONI AL FUMO

ingredienti per 4 persone

360 g di tortiglioni
200 g di pisellini surgelati
150 g di speck in due fette
1 cipolla
1 melanzana
70g di ricotta affumicata o scamorza affumicata
prezzemolo, sale, olio e pepe

 

 

 Lavare la melanzana e tagliarla a cubetti e spolverizzatela di sale, lasciarla riposare 15 minuti, poi sciacquarla e strizzarla. Farla saltare in padella in poco olio per 10 minuti, poi toglierla e tenerla da parte. Nella stessa padella fare rosolare la cipolla tritata sottilmente, aggiungere lo speck a cubetti, dopo cinque minuti unire con le melanzane e sngere. Nel frattempo mettere l’acqua a bollire, tuffateci i piselli e dopo due minuti la pasta. Scolare i tortiglioni al dente e ripassarli in padella con il condimento preparato e una spolverata di pepe e prezzemolo. Servire su piatti individuali spolverati di ricotta, o scamorza, passata in una grattugia a fori grandi. 

 

FILETTO ALL’UVA

ingredienti per 4 persone

4 filetti di vitello
200 g di uva bianca
200 ml di vino rosso
150 ml di Marsala
brodo vegetale
50 g di burro
olio, sale e pepe

 

Mettere gli acini dell’uva nera in una pentola, aggiungere il vino e il liquore, porre sul fuoco e lasciare cuocere per 15 minuti, a fuoco lento. Togliere gli acini e tenerli da parte. Mettere nella pentola con il fondo di cottura un po’ di brodo, rimetterla sul fuoco e lasciare addensare per 10 minuti, poi aggiungere 50 g di burro e gli acini messi da parte, mescolare e dopo qualche minuto togliere dal fuoco. In un piatto condire i filetti di vitello con sale e pepe, poi metterli in una padella e rosolarli con il rimanente burro, tre minuti per parte. Condire i filetti con la salsa preparata e servire.

 

VELLUTATA ALLA MELAGRANA

ingredienti per 4 persone

400g di polpa di zucca gialla
200g di ricotta
30g di zucchero di canna
1 arancia non trattata
20g di nocciole sgusciate e spellate
50g di panna montata
½ melagrana(150g)

 

 

 

 

 

Lavare l’arancia e togliere la buccia (solo la parte arancione) e farla a striscioline, e spremere il succo. Tagliare la zucca a fettine, metterla su una teglia foderata di carta da forno e cuocere a 180° per 20 minuti. Cuocere in forno anche le striscioline di arancia per 5 minuti. Far raffreddare la zucca, passarla al pasaverdure o metterla nel mixer. Aggiungere alla polpa la ricotta, lavorare con una frusta. Aggiungere al succo d’arancia lo zucchero di canna e farlo sciogliere, versarlo nel composto ben amalgamato insieme a metà delle nocciole tritate. Riempire dei bicchierini con la crema di zucca e tenere in frigo fino al momento di servire. Completare con un ciuffo di panna, le scorze d’arancia, le nocciole rimaste e chicchi di melagrana. 

 

LISTA DELLA SPESA
stampa la lista
premesso che in casa abbiamo:
aglio, olio, prezzemolo, sale e pepe, brodo vegetale
compriamo:
200 g di tartufo nero
360 g di tortiglioni
200 g di pisellini surgelati
150 g di speck in due fette
un filoncino di pane toscano o una baguette
4 acciughe sotto sale
70g di ricotta affumicata o scamorza affumicata
4 filetti di vitello
200 ml di vino rosso
150 ml di Marsala
50 g di burro
200g di ricotta
50g di panna montata
30g di zucchero di canna
1 limone
1 cipolla
1 melanzana
200 g di uva bianca
400g di polpa di zucca gialla
1 arancia non trattata
20g di nocciole sgusciate e spellate
½ melagrana(150g) 

TABELLA DI MARCIA

La vellutata alla melagrana si può preparare la sera prima. Per la cena invece cominciamo un’ ora prima. Per prima cosa condiamo il filetto con olio, sale e pepe e lo lasciamo fuori dal frigo. Prepariamo la salsa per la pasta e la salsa con gli acini d’uva, grattugiamo la ricotta salata e teniamola da parte,affettiamo il pane. Poi mettiamo su l’acqua per la pasta e prepariamo la salsa al tartufo per i crostini. Tostiamo il pane per i crostini e mettiamo sopra la salsa. Cuociamo il filetto, e versiamo sopra la salsa con gli acini appena scaldata, copriamo e teniamo in caldo. Tuffiamo in acqua i tortiglioni, li scoliamo molto al dente e li ripassiamo in padella con il condimento preparato.

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VELLUTATA ALLA MELAGRANA

ingredienti per 4 persone

400g di polpa di zucca gialla
200g di ricotta
30g di zucchero di canna
1 arancia non trattata
20g di nocciole sgusciate e spellate
50g di panna montata
½ melagrana(150g)

 

 

 

 

Lavare l’arancia e togliere la buccia (solo la parte arancione) e farla a striscioline, e spremere il succo. Tagliare la zucca a fettine, metterla su una teglia foderata di carta da forno e cuocere a 180° per 20 minuti. Cuocere in forno anche le striscioline di arancia per 5 minuti. Far raffreddare la zucca, passarla al pasaverdure o metterla nel mixer. Aggiungere alla polpa la ricotta, lavorare con una frusta. Aggiungere al succo d’arancia lo zucchero di canna e farlo sciogliere, versarlo nel composto ben amalgamato insieme a metà delle nocciole tritate. Riempire dei bicchierini con la crema di zucca e tenere in frigo fino al momento di servire. Completare con un ciuffo di panna, le scorze d’arancia, le nocciole rimaste e chicchi di melagrana. 
MadamaRicetta

 

 

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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