menùbò: le recensioni -libri,ristoranti,eventi-
Una polpetta ci salverà
«Una polpetta ci salverà», purché non siano avvelenate, ma non è questo il caso. Giancarlo Roversi e Anna Scafuri ci regalano 120 ricette degli chef di tutta Italia (Giunti Editore 192 pp. 12 €) con la presentazione di Massimo Bottura. Un viaggio intorno alla polpetta da ogni punto di vista – culinario, sociologico, storico…-. Un elogio al cibo più diffuso e amato del mondo, ogni nazione ha la sua versione di carne, di pesce, di verdure e cereali. In tutte le salse e di tutti i tipi, crude o cotte, al vapore o fritte, sono anche il simbolo del risparmio e del riuso in cucina, rimasugli di cibi cotti o crudi abilmente miscelati diventano un piatto di prima classe, per secondi piatti o per antipasti -se di forme piccolissime-. Amatissime dai grandi e cibo preferito dei piccini, le prossime festività offrono un’occasione per accontentare entrambi: per i grandi il libro “Una polpetta ci salverà” e per i piccoli è in arrivo il film “Piovono polpette 2, la rivincita degli avanzi” dove la genialità dell’inventore Flint cercherà nuovamente di salvare il mondo!
Ivana

Lisa Casali: Autoproduzione in Cucina
Per chi non avesse già terminato l’acquisto dei regali di Natale, vi vogliamo consigliare qualche libro da mettere sotto l’albero. “Autoproduzione in cucina” è il nuovo libro di Lisa Casali. In tempi di crisi: un vero e proprio vademecum per risparmiare, ridurre i rifiuti e mangiare in modo sano e consapevole. Il fai da te è diventato l’imperativo del ventunesimo secolo, e allora ecco i consigli di Lisa su come produrre facilmente in casa ogni tipo di alimento: dai più comuni, tra cui farine, oli aromatizzati, pasta secca, barrette di cereali, formaggi, conserve, bevande, gelati, ai più particolari, come tofu, miso, tempeh o seitan. Per mangiare bene e in modo ecocompatibile, per produrre ciò che serve e per fare economia. Se volete approfondire, prima di comprare il libro leggete l’intervista a Lisa Casali di Elisa Poli, pubblicata su D. Repubblica

Antico Ristorante Pagnanelli
L’antico ristorante Pagnanelli a Castel Gandolfo oggi vanta un’esperienza di quattro generazioni. Dal 1882 la famiglia porta avanti questa attività nata come una semplice trattoria, e che oggi spazia nella cultura culinaria ed enologica con corsi e serate a tema, poeti e musicisti live. Ha una splendida ed invidiabile cantina, scavata direttamente nella pietra, con bottiglie d’annata e vini di grande pregio. La posizione fantastica con vista lago mozzafiato, lo rende caratteristico e romantico, soprattutto per quanto riguarda i tavoli posti sul balcone. All’interno gli ambienti sono semplici e raffinati, e, ottimo il personale: discreto e attento. I piatti però non sono propriamente all’altezza della location, e della storia del ristorante annoverato tra i più famosi dei Castelli Romani, ci si aspetterebbero caratteri più delicati, che rispettino maggiormente il sapore delle materie prime, troppo nascosto da sughi e salse. Il prezzo troppo alto, rispetto ai piatti serviti, si aggira intorno a 70. Sul loro sito troviamo la descrizione che ne fa una componente della famiglia, Jane Pagnanelli, nota attrice americana “Jane pensa che Pagnanelli sia come un teatro, e come diceva Shakespeare: Tutto il mondo è un palcoscenico, e tutti gli uomini e tutte le donne sono semplicemente degli attori.” Una descrizione che calza a pennello, il ristorante è uno splendido palcoscenico, la sostanza la lasciamo ad altri.
Ivana Santomo

The Market Place
“The Market Place”, io lo avrei chiamato la piazza del mercato. Sarà per il sapore fresco dei piatti e la cucina semplice volta ad esaltare il gusto dei singoli alimenti, che regala la sensazione di mangiare cibi arrivati dal banco del mercato direttamente nel piatto. Ci vuole un abilità molto particolare e lo chef , Davide Maci, ci riesce in pieno. Cucina mediterranea, non priva di accostamenti nuovi, anche azzardati, ma che non sovrastano mai la purezza e il gusto dell’elemento principale del piatto. Tutto questo in un piccolo ristorantino a Como, assolutamente da provare, degno di comparire nelle liste dei ristoranti stellati, ma solo per la qualità e non per il prezzo: trentacinque euro per un menù degustazione, proposto dallo chef, con cinque portate che regalano un affresco della cucina di Maci. Il locale è di semplice eleganza, il servizio attento e discreto, la cura visiva dei piatti è ottima e non esasperata, e la cucina a vista parla da sola. Oltre alla cucina, almeno altre due note di merito: l’aroma di cannella e altre spezie sparso in alcuni punti del locale e il cestino del pane, rigorosamente di produzione propria e in moltissime varianti, al basilico, alle noci e uvetta, al sesamo nero…
Per chi pensa che cibo e vino siano arte e cultura, ed è in cerca di nuove emozioni!
MadamaRicetta

Oscar a “che tempo che fa”
Fazio ne sarebbe felicissimo, ma per ora l’Oscar si chiama Farinetti che nel wekeend, sprofondato sulla poltrona più famosa di Rai3, ha presentato il suo ultimo libro: “Storie di coraggio”, con sottotitolo “Vino, Ti amo”. Un viaggio tra i vigneti del Bel Paese intervistando i titolari delle più grandi aziende vinicole. Racconti di vita, di lavoro, di progetti, ma soprattutto di amore per il vino. Il creatore di Eataly – l’ormai celeberrima catena di distribuzione alimentare di qualità con sedi in Italia e all’estero-, è convinto che cibo e vino siano sinonimi di cultura e siano un volano importante per far uscire l’Italia dalla crisi. E così, grazie a quell’atmosfera un po’ speciale che solo il vino riesce a creare, Farinetti seduto nelle cantine personali, dei nostri più grandi viticoltori ci regala una lettura intima e coinvolgente di uomini e donne, dal nobile aristocratico al contadino diventato imprenditore, che aprono il loro cuore e ci raccontano di lavoro, di sentimenti, di sogni e di progetti. Per Farinetti la chiave dei loro successi è il coraggio: “Il coraggio non è soltanto superamento delle paure, determinazione nell’agire, forza d’animo. Il coraggio, per come lo vedo io, se non è accompagnato da capacità di analisi, studio attento dello scenario e tenacia, tanta tenacia, non è coraggio”. E ancora, continua Farinetti: “Non c’è coraggio senza senso di responsabilità, non c’è coraggio senza amicizia, non c’è coraggio senza orgoglio, non c’è coraggio senza bontà, non c’è coraggio senza un mix indispensabile di onestà e furbizia” e l’amore. Ad aiutarlo in questa fantastica passeggiata tra le viti, c’è il responsabile di Eataly Japan, il sommelier Shigeru Hayashi, famoso enologo, che ci descrive per proprietà dei singoli vini riuscendo, in alcuni tratti, quasi a farcene sentire il profumo.
Ivana

UN PORTO DA AMARE
In Sicilia esiste un nastro di terra che insinuandosi nel mare ha formato due piccoli approdi, due porte sempre aperte sul mare e sul mondo ed è li che in primavera i volatili migranti fanno sosta, gli Arabi la chiamarono Rada delle Tortore, oggi la chiamiamo Marzamemi. Luogo di sosta dunque, anche per umani erranti, luogo di riposo e meditazione, dove se si tende un attimo l’orecchio si possono ancora udire, nel silenzio ovattato delle sue spiagge l’eco delle parole di Virgilio. Da questo minuscolo borgo di pescatori nato intorno ad una tonnara settecentesca, oggi luogo di grande charme ed unico al mondo, può iniziare un viaggio nel passato e nelle contaminazioni culturali dell’isola: la Sicilia e il mare, la passione per la terra e il vino, il buon cibo e le culture altre. A Marzamemi si arriva seguendo l’odore del mare e sostando nella sua piccola piazzetta si possono ancora percepire i profumi del cibo di una volta, la salsa di pomodoro, la cottura delle verdure o il pesce alla brace, che provengono dalle cucine delle caratteristiche trattorie che si affacciano sulla piazza. Ci si può sedere nei tavolini di “Liccamiciula” e vedere mischiarsi nella magica alchimia del suo bazar cibo e monili, vino e libri, arte e cultura. Questo luogo è dedicato a chi ama; il buon cibo, il buon vino, a chi s’inebria del profumo dei libri e li considera inseparabili compagni di viaggio. E poi c’è il mare incontaminato della vicinissima Riserva di Vendicari, le interminabili e silenziose spiagge, perché lì tutto odora di mare, di sole e parla d’amore.
Cecilia Puleo
« …Meglio è con lungo indugio e lunga volta
girar Pachino e la Trinacria tutta,
che, non ch’altro, veder quell’antro orrendo,
sentir quegli urli spaventosi e fieri
di quei cerulei suoi rabbiosi cani…
…Rademmo di Pachino i sassi alpestri,
scoprimmo Camarina, e ‘l fato udimmo,
che mal per lei fôra il suo stagno asciutto… »
Virgilio, Eneide III-1095

Ricette Low Cost
Cari amici vi segnaliamo con orgoglio il lavoro e il successo di una nostra ex collega Emanuela, che ha cambiato vita e lavoro, ha lasciato Roma ed ha iniziato a lavorare per Xaround, società specializzata in contenuti editoriali sulla cucina e fondatrice del sito Cookaround.com. Il 18 settembre è uscito il loro secondo libro, voluto e edito da Rizzoli per la collana Bur! E’ un libro di ricette a basso costo con suggerimenti per una resa ottimale, per un riciclo intelligente del cibo, per proporre in tavola sempre qualcosa di nuovo a un prezzo minimo. E’ quindi un libro anti crisi, pensato anche per recuperare tutte quelle occasioni mancate di un pranzo numeroso in famiglia o una cena tra amici, occasioni che diventano di anno in anno sempre più difficoltose e “magre”. Potete trovarlo ovunque, la distribuzione Rizzoli è capillare: librerie (Feltrinelli, Mondadori, Rizzoli, Giunti ecc…), siti web (Amazon, ePrice, Mondadori, Hoepli, Rizzoli ecc…), edicole fornite, spazio lettura dei centri commerciali e grandi ipermercati, perfino negli autogrill.
Che aspettate? Correte subito in libreria.

Maga Magò
Ho sempre sognato di aprire un piccolissimo ristorante, che sapesse di casa, di campagna e anche della nonna: Luca Pecorini mi ha bruciato sul tempo!
Come lo scorso anno, le mie vacanze iniziano a Firenze con Benigni che nello spettacolare scenario di S.Croce racconta e declama la Divina Commedia, un evento irrinunciabile. Non capisco perché ancora non gli diano il nobel a questo multiforme ingegno che non ha eguali nella storia!. Già che sono a Firenze colgo l’occasione per passare a salutare Alfredo e Rossella, al Mugello. Con loro voglio provare quel ristorantino che da sempre mi hanno descritto con tanto entusiasmo. Alfredo ha prenotato con largo anticipo. Si va da Barberino, verso il passo della Futa, la strada si inerpica pian piano, arrivati a Montecarelli, una frazione lungo la strada, siamo davanti ad una casa, con un paio di finestre illuminate, senza insegne. Luca ci accoglie nel giardino con pronta cordialità, amabilmente e informalmente. Nonostante il locale sia pieno, regala già da subito un senso di tranquillità: tutti chiacchierano a bassa voce, magari passandosi la parola tra un tavolo e l’altro come fosse una cena di famiglia, tra vecchi amici. L’ambiente è delizioso, luci soavi e vecchi tavoli di legno, qualcuno con il piano di marmo –come quello della nonna-, o decorato con decupage di vecchie stampe pubblicitarie di pasta e caffè. Una vecchia gabbia per canarini con lo sportello aperto fa da lampada. Al centro un tavolo con frutta fresca rigorosamente locale e di stagione, intera o sbucciata. Di fronte una credenza con biscotti, dessert al cucchiaio, torte fatte in casa, piatti, piattini, tovaglioli e cucchiaini. Dall’altro lato una lavagna, con i piatti del giorno e vicino un mobile – mi ricorda la madia di zia Assuntina- con su tazze e tazzine diseguali e colorate, e una brocca piena di caffè fumante, fatto con la moka, che ti invita: “se vuoi puoi cominciare anche dal caffè, il dolce o la frutta”. Niente è scontato o banale, come i piatti preparati ad arte dal cuoco, dalla carne al pesce, dai legumi alle verdure. Prodotti locali, materie prime di ottima qualità preparati in modo semplice, condimenti leggeri che ne esaltano i sapori, accostamenti azzardati come le cozze al rosmarino, dal risultato celestiale. Luca descrive i suoi piatti con arte e passione che incanta, gli chiedo da dove viene, com’è finito lì? Farfuglia qualcosa, dice: ‘l’errore è la nostra regola’ e glissa la domanda, sorride, scherza e si torna a parlare di cibo, di tecniche antiche e nuove, di arti, musica e filosofia. Alla fine qualcuno chiede un Fernet con ghiaccio, Luca si scusa ma non hanno ghiaccio, così come neppure hanno insegne, non sono su facebook, non hanno il sito. Un’acquavite con un retrogusto di ciliegie selvatiche chiude un’indimenticabile e ineguagliabile cena.
Ivana Santomo
Maga Mago – Via Bolognese 1, Loc:Montecarelli 50031 Barberino Di Mugello, Italia +39 (0) 558423041

Monaco a tavola!
A colazione, girovagando per Monaco, la mia macchinetta fotografica è rimasta rapita dalla vetrina del Cafe Luitpold. Mentre gli occhi si riempivano di un universo di colori dal rosso ciliegia/fragola, al giallo pesca o al verde pistacchio, l’acquolina pian piano saliva in bocca. Non puoi resistere, devi assolutamente assaggiarli! Entrando scoprirete un elegantissimo caffè, raffinato ed accogliente, con dolci, paste e torte strepitose ed uno squisito espresso. Ottimo per la colazione, un brunch o un aperitivo, è anche un posto dove puoi fare incetta di souvenir della dolce gastronomia tedesca con tantissimi prodotti da forno e un vasto assortimento di cioccolateria.
Cafe Luitpold, -Briennerstrasse 11, 80333 Monaco di Baviera, Baviera, Germania
Per pranzo fate una passeggiata ai giardini inglesi ‘L’Englischer Garten di Monaco’. Un parco enorme a disposizione dei cittadini dove il verde regna sovrano tra piccoli e grandi laghetti e torrenti, pieno di angoli suggestivi. Al centro un enorme pagoda, la Chinesischer Turm (torre cinese), ospita alla base un enorme distesa di tavoli e sedie a disposizione di chi vuole fermarsi e mangiare un pranzo al sacco, e, per chi non lo ha portato, niente paura: ristoranti e stand, vendono cibi pronti e fiumi di birra. Uno spazio aperto, accogliente ed allegro che mi ha rammentato le Fraschette dei castelli romani, e quelle risate, fragranti come il pane, quando si partiva con la parmigiana preparata a casa dalla nonna, ci si accomodava e si ordinava da bere.
A cena, per chi vuole mangiare in centro e si aspetta di assaggiare umori e sapori tipici della cucina bavarese, la birreria Augustiner è una tappa obbligata. Un caos di salsicce, wurstel, stinco di maiale e birra a torrenti. Un locale enorme, antico e attualissimo, frequentato alla pari da turisti e famiglie di bavaresi, tavolate di ragazzi chiassosi a fianco di coppiette che cenano a lume di candela. Adatto a chi vuole respirare l’aria chiassosa dei bavaresi a tavola, senza rinunciare ad un ottima birra: la Augustiner-Bräu Wagner KG vanta di essere il birrificio più antico di monaco.
Birreria Augustiner, Neuhauserstr. 27 – 80331 München
Ivana Santomo

Ricevimento di nozze all’Ikea: se la polpetta si veste a festa
Per carità il mondo è bello perché vario e in tanti amiamo le polpette dell’Ikea, ma la domanda sorge spontanea: come è venuto in mente a due sposi di Milano di festeggiare le loro nozze tra gli scaffali del noto mobilificio svedese? Volevano un ricevimento low cost e questo in tempi di crisi è più che encomiabile, ma tra le ville di lusso sul lago di Como scenario prediletto dei matrimoni vip a cinque stelle, e la tavola calda gialla e blu del punto vendita di San Giuliano, l’elenco di soluzioni fantasiose e chip è pressochè infinito. Di certo, nessun’altra scelta averebbe sollevato tanto clamore e regalato così ai novelli sposi, oltre alla promessa di felicità eterna, un bello spicchio di notorietà. D’altra parte, guardando i volti sorridenti delle foto, pubblicate su Il Giorno, ci si pente di questa punta di cattiveria e, diciamolo pure, di snobismo. Non solo appaiono sinceramente entusiasti gli sposi – lei con abito usato acquistato su E-bay a 164 euro, lui in completo nero piuttosto elegante – ma anche i loro cento invitati, contenti forse di essersi risparmiati l’ennesimo noiosissimo banchetto tradizionale. E poi mamma Ikea non si è fatta cogliere impreparata dall’inedito evento. I piatti migliori del suo repertorio – polpette a volontà, ma anche alce e salmone – non stati serviti in relativa pompa magna con apparecchiatura e abiti del personale di servizio rigorosamente in tema. Insomma, una trovata degna della migliore provincia americana che, infatti, ha brevettato l’idea ben prima di noi: l’anno scorso nel Maryland due ex compagni di scuola hanno festeggiato il loro matrimonio nel punto vendita Ikea dove si sono rincontrati (e rinnamorati) dopo oltre 30 anni. A loro e ai nostri sposi di Milano, i migliori auguri!
Silvia Gusmano

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