menubò: la raccolta

Ditelo con le foglie

Come previsto è arrivata Adè che ci ha traghettato dritti dritti nel cuore dell’estate e in queste giornate dall’aria sempre più rovente i nostri cibi devono diventare freschi.  E cosa c’è di più leggero di una foglia? Ecco quindi un po’ di idee per le insalate, non solo il classico piatto di contorno o di antipasto di verdure, ma anche un piatto unico fresco e leggero.

PIADINA RUCOLA E BRESAOLA

piadina con philadelphia
200 g di Philadelphia, 4 piadine, 150 g di bresaola, 50 g di rucola, 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva

Scaldate le piadine un minuto circa per lato su una piastra o una padella antiaderente ben calda. Posatevi sopra la bresaola e conditela con un filo di olio. Aggiungete poi la rucola precedentemente condita con olio e sale e completate con due cucchiai di Philadelphia Classico. Arrotolate le piadine sul ripieno, avvolgetele aiutandovi con un foglio di carta forno e infine scaldatele sulla piastra per 2, 3 minuti, eliminate la carta e servitele tagliandole a metà in sbieco.

FARRO AL MELONE

farro e feta
insalata di farro, rucola, melone e feta: 350g di farro, un mazzetto di rucola, ½ melone e una confezione di feta da 200g, olio sale e pepe.

Lessate il farro in acqua salata (quanto indicato sulla confezione) e appena cotto passato sotto l’acqua fredda. Scolatelo bene e mettetelo in un recipiente, aggiungete olio e una macinata di pepe e lasciate raffreddare. Tritate la rucola (dopo averla lavata e asciugata) molto finemente, e tagliate a dadini piccoli la feta, aggiungeteli al farro e amalgamate bene. Da ultimo aggiungete il melone tagliato a cubetti piccolissimi, conservate in frigo 15 minuti e poi servite.

INSALATA DI AVOCADO E UOVA

insalata avocado uova e rucola100 g di lattughino, 100 g di rucola, 100 g di crescione, 800 g di asparagi, 0,50 avocado, 2 uova, 6 cucchiai di olio di oliva extra vergine, 1 cucchiaio di senape, 2 cucchiai di aceto balsamico, 1 ciuffo di prezzemolo, sale

Pulite gli asparagi con l’apposito mandolino spela verdure, per eliminare le parti più dure dei gambi. Lavateli bene e cuoceteli a vapore, con le punte rivolte verso l’alto perchè restino al dente. Scolateli e tagliateli a pezzi, lasciando intatti gli ultimi 7, 8 centimetri di punte. Lavate e asciugate l’insalata. Mettetela in un’insalatiera capiente. Unite l’avocado a dadini e il prezzemolo tritato. Preparate una salsina con l’olio, la senape, l’aceto e un pizzico di sale. Poco prima di servire aggiungete all’insalata gli asparagi, escluse alcune punte, condite e mescolate. Decorate con le punte d’asparagi messe da parte e le uova a spicchi.

 IL COTTO E IL CRUDO

insalata cotta e cruda
6 cespi di indivia, 100 g di valeriana, 2 arance, 20 g di nocciole tostate, pepe,, coriandolo, olio di oliva extra vergine, sale

Un cucchiaino raso di scorza dalle arance, poi in una ciotolina mescolatelo a lungo con 2 cucchiai d’olio e con una macinata abbondante di coriandolo. Mondate i cespi di indivia belga, divideteli a metà per il lungo e asciugateli. Grigliateli, quindi, su una piastra molto calda per alcuni minuti da entrambi i lati. Trasferite l’indivia belga in una pirofila, conditela con un pizzico di sale e l’olio aromatico, copritela e lasciatela insaporire mantenendola al caldo o nel forno a un temperatura di 100 °C. Pelate al vivo le arance, tagliatele a cubetti abbastanza piccoli e conditele con un pizzico di sale e di pepe. Stendete la valerianella, già mondata e lavata con cura, sul fondo di 4 piatti piani, adagiate nel mezzo l’indivia belga e contornatela con i cubetti di arancia. Tritate finemente le nocciole, cospargetele sull’indivia e portate in tavola l’insalata ancora tiepida.

VALERIANELLA AL CESTINO
cestini con valerianellauna confezione di pasta filo, 200g di valerianella, zenzero fresco, 6 filetti di acciughe salate sott’olio, 1 cucchiaio di capperi in salamoia, aceto bianco, olio extravergine d’oliva e sale.

Prendete degli stampini piccoli di alluminio metteteli rovesciati su una teglia coperta di carta forno adagiate sopra ogni ciotolina un foglio di pasta filo lo spennellate con dell’olio e soprane mettete un altro. Fate cuocere in forno a 180° fino a che non saranno appena dorati. Togliete dal forno girateli, e togliete il contenitore d’alluminio. In questo modo avete ricavato dei piccoli cestini. Mettete in un contenitore l’olio, le acciughe tagliate sottilmente, l’aceto, i capperi, lo zenzero e una presa di sale, sbattete con una forchetta fino a renderla cremosa. Condite l’insalata sciacquata ed asciugata con la salsina e mettetela dentro i cestini di pasta filo.

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The new frugality

the new frugalityIn quest’ultimo decennio e soprattutto negli ultimi anni, che vedono i paesi più industrializzati affogare nel mare della crisi, si va diffondendo sempre più un nuovo stile di vita, come commenta il Time: “the new frugality”. Non si tratta solo di una nuova tendenza che i superficiali liquidano con un “occorre fare di necessità virtù”, ma di una vera e propria consapevolezza basata sulla redistribuzione delle risorse. Abbiamo finalmente preso coscienza? L’attenzione di economisti e filosofi sull’argomento, induce a pensarlo: dalla nuova corrente del qubismo ossia del “quanto basta” -ultimo ebook di Guido Moltedo- alla fatica fresca di stampa, di Serge Latouche: “l’abbondanza frugale”. Se poi l’Economist arriva all’elogio dell’economia della condivisione e della Banca etica, la necessità di rivedere il nostro modello di sviluppo diventa più che una semplice teoria. Uscire dalla crisi quindi non significa ripristinare il precedente livello dei consumi. Il punto è ridurre i nostri bisogni e di conseguenza consumare meno. Serge Latouche suggerisce un modo di vivere che dia meno importanza al consumo di merci, e più energie alla convivialità, alla cultura, a forme economiche diverse quali l’economia solidale. Un nuovo modello di sviluppo fondato su un’idea di benessere più sobrio e meno effimero, che nell’immediato forse non fa bene all’economia ma che nel lungo periodo riveda e riequilibri le disuguaglianze sociali, figlie di questo mercato globalizzato. La gara alla sobrietà come sempre è partita dal basso: consumare insieme e consumare meno si diffonde velocemente sul web. Intere comunità usano le nuove tecnologie per consociarsi e risparmiare insieme, grazie alle pratiche ormai diffuse di prestito, di scambio, di condivisione, di baratto, di riuso, di donazione, di volontariato. Pensiamo ai gruppi gas (gruppi di acquisto solidale) al car sharing o bike sharing, ai condomini che si dividono le badanti, ai gruppi di acquisto di forniture elettriche. “La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi” Einstein.
Ivana

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Lotta agli sprechi alimentari: non solo nella Giornata dell’Ambiente!

spreco alimentareLa settimana scorsa si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Il tema di quest’anno è la lotta agli sprechi alimentari e lo slogan scelto è Pensa, Mangia, Preserva (Think, Eat, Save). E’ vergognoso! Più di un terzo dei prodotti alimentari vanno al macero; i primi in questa triste classifica sono gli statunitensi, un americano medio butta via, ogni giorno, l’equivalente di 1.334 chilocalorie, ma anche noi europei conquistiamo, nella classifica, un posto di primordine con 720 chilocalorie procapite. Contribuiamo, così, ad affamare gli affamati, infatti il cibo sprecato nel mondo ogni anno, 300 milioni di tonnellate, è maggiore della produzione alimentare totale dell’Africa sub-sahariana. Ciò che produciamo, acquistiamo e non consumiamo ha un impatto devastante anche sull’ambiente: consumo di acqua, di energia e deforestazione, oltre a creare almeno il 30% delle emissioni globali di gas a effetto serra. MadamaRicetta se ne è occupata più volte e vi chiediamo oggi di inviarci consigli in tema (info@madamaricetta.it), che pubblicheremo sul sito a partire dalla prossima settimana, aprendo una rubrica sul riciclo e sulla lotta agli sprechi alimentari.
Ivana Santomo

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Cake design, che passione! Storia di Valentina, studentessa di Economia dalle mani d’oro

DSC_0188Ciao a tutti, mi chiamo Valentina Brini, ho 23 anni, studio Economia alla Sapienza di Roma e sono super appassionata di Cake Design! L’amore per la pasticceria ce l’ho da sempre: da piccola preferivo i fornelli a bambole, Barbie e computer, anche se i risultati agli esordi non erano dei migliori. Il mio primo “manuale” è stato un libricino allegato a una delle riviste di gossip che andavano per la maggiore all’epoca…l’ho usato per anni, specializzandomi soprattutto nei biscotti “occhi di bue”, e in altri dolci basilari sul genere: che entusiasmo a ogni nuovo successo! Ricordo ancora il giorno in cui sono riuscita a realizzare un pan di spagna perfetto nel sapore e nella forma: era soffice, chiaro, piatto, tondo e senza crepe. Amici e familiari mi fecero grandi e sinceri apprezzamenti e così per diverso tempo quello fu il mio cavallo di battaglia ad ogni festa comandata. La sperimentazione culinaria rallentò molto al liceo, quando dallo studio ai primi amori, altre cose mi giravano per la testa, e riprese subito dopo, attingendo all’inesauribile bacino della Rete. Incominciai a scaricare e archiviare ricette, video, filmati, foto di tutti i dolci possibili e immaginabili. Inizialmente senza passare alla pratica…mi limitavo a “studiare” e osservare. Su youtube, vidi tutorial su ogni genere di dolce, comprese le “creazioni artistiche” a base di pasta di zucchero. Il mio primo esperimento di cake decoration risale a quattro anni fa: una torta non troppo bella per la verità e un po’ troppo dolce che raccolse critiche piuttosto severe. Realizzarla tuttavia mi divertì molto e decisi di ritentare. Sul sapore feci subito subito grandi passi avanti, mentre l’estetica spesso lasciava a desiderare. Il vero salto di qualità l’ho avuto l’anno scorso, grazie alla trasmissione televisivsa il Boss delle Torte di cui sono una grande fan. Ho deciso di specializzarmi in cupcakes e ho cominciato con quelli a forma di animale. Dai cani, alle tigri, mi sono cimentata praticamente con ogni specie esistente e, in poco tempo, anche l’occhio ha avuto la sua parte: erano buoni e belli. Decisi allora di seguire il primo corso base di cake design (quello di Miss Cake), una scelta pienamente condivisa dai miei genitori,  e la creazione di dolci divenne, insieme allo studio, occupazione giornaliera… P1060021Lo scorso dicembre ho partercipato  a una fiera di cake design, realizzando ogni sorta di dolce decorato, dai Barbapapà agli addobbi natalizi e alcune ricorrenze familiari mi hanno offerto l’occasione per spaziare tra innumerevoli forme e modelli: una trusse di trucchi “sfornata” per un’amica appassionata di maquillage, il lupacchiotto giallorosso preparato per il mio ragazzo e i suoi amici tifosi della Roma, il libro di zucchero e caramello che riproduce fedelmnete l’ultima pubblicazione della scrittrice Giulia Galeotti. Per non parlare dei pupazzi commissionati dal mio nipotino! Fare torte tanto belle quanto buone è il mio modo di esprimere emozioni, idee e la mia visione del mondo. Mi dà grande soddisfazione e richiede solo tanta pazienza. Io sono molto severa con me stessa, non mi perdono nenache la più piccola imprecisione e lavorare a casa anziché in un laboratorio di pasticceria in questo senso non aiuta. Al contempo però, cucinare mi rilassa e mi diverte… basta solo mettere un po’ di musica di sottofondo. E i sostegni morali e pratici non mi manncano. In primis, quello di Mirko, il mio ragazzo, un aiuto cuoco perfetto che si accolla tutti i lavori più noiosi per lasciare a me la parte estrosa. Che gioia quando un dolce viene proprio come lo avevo immaginato e che bello rendere gli altri felici…i bambini cui sono dedicate la maggior parte delle torte, ma non solo…Il cake design, come tutte le cose belle e buone, è una passione senza età! Spero che le foto qui pubblicate rendano bene l’idea, ma se volete saperne di più cercatemi su ledolci.tentazionidivale@facebook.com o scrivetemi su ledolci.tentazionidivale@gmail.com.

Valentina Brini

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Dai libri alla frutta: il passo è breve! In arrivo un grande e-shop per i prodotti freschi

amazonfreshDopo un viaggio estenuante tra il traffico della città, approdi in ufficio. Il capo, perennemente agitato e impaziente, ti ha riempito la scrivania di post-it, accenna un sorriso con un: “mi raccomando è tutto urgente”.  Immagini di  crekrs e acqua affollano la tua mente, anche oggi il pranzo sarà solo un miraggio! Non preoccupatevi, è in arrivo Amazon Fresh. Amazon è una compagnia di commercio elettronico statunitense con sede a Seattle, iniziò come libreria online, offrendo una scelta di titoli molto maggiore di qualsiasi grande negozio di libri e divenne in poco tempo la più grande compagnia a vendere merci su Internet. Nel 2007 Amazon lanciò nella città di Seattle la pronta consegna di cibi freschi e si sta preparando, oggi, ad aprire anche a Los Angeles e per il 2014 in altre 20 città in tutto il mondo. Con un clik sarà possibile avere direttamente sulla tua scrivania, frutta fresca e fettuccine allo scoglio. Amazon leader dell’e-commerce punta ad acquisire il mercato della spesa a domicilio. Un mercato vasto e remunerativo: tutti hanno bisogno di fare la spesa ma succede spesso che il tempo a disposizione per farla manchi. Riceverla a casa con un clik senza doversi sobbarcare il tempo da perdere tra traffico e corse con i carrelli tra gli scaffali del supermercato, è un sogno per tutti. Pensate ai menù di madamaricetta basta copiare la lista della spesa, un paio di click e puoi farti arrivare, in pronta consegna, tutti gli ingredienti che ti servono. Preparati un drink, prendi un libro, affonda sul divano e aspetta che il carrello della spesa suoni alla tua porta. Tutto questo se abiti negli States, per le nostre città metropolitane forse resterà un sogno. Come diceva benigni in Jonny Stecchino: “il problema è il traffico!”
Ivana

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“In italia non si mangia bene”: il goffo autogoal del viceministro

Ci dispiace, dopo tanto silenzio stampa su questo orribile governo informe, deforme, squallido e nocivo, dover muovere oggi le prime critiche all’indirizzo del viceministro ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. Sicuramente tanti suoi colleghi uomini in queste prime settimane a palazzo hanno fatto cose ben più gravi e non vorremmo che sembrasse il nostro capro espiatorio, ma il suo clamoroso autogoal tocca temi cari a Madama Ricetta. Su un’intervista pubblicata da Panorama, infatti, il sottosegretario ha affermato che “In Italia s’è smesso da tempo di mangiar bene, purtroppo” perché, ha aggiunto, seguiamo troppo le mode straniere. Poche le eccezioni da lei riconosciute, tra cui alcune trattorie umbre, “meno modaiole”. Ora, io dico, va bene un po’ di snobismo, cifra distintiva sfoggiata con sapiente ironia da Borletti Buitoni, ma nel rispetto del proprio ruolo. Anche io, qualche settimana fa, su queste pagine, ho criticato sostenuto che a Roma ormai è difficile mangiar bene a prezzi ragionevoli, ma non sono il viceministro dei Beni culturali e non ho il dovere di promuovere il turismo in Italia. Un turismo che – inutile ricordarlo – è attratto in larga percentuale anche dalla nostra fama di grandi chef e buongustai. A che pro gettare fango, dai più alti vertici istituzionali, su una delle poche qualità che ancora ci vengono riconosciute a livello internazionale? Invitiamo dunque, il sottosegretario a chiedere scusa per una frase infelice e soprattutto a farsi un po’ più furba: cambi i suoi consiglieri in fatto di ristorazione e inizi ad esplorare, oltre a quelle umbre, qualche trattoria romagnola, pizzeria campana o bettola abruzzese. Si morderà la lingua e si leccherà i baffi!

Silvia Gusmano

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Chi dorme non piglia chili

A sostenerlo è Kenneth Wright,  responsabile dello studio realizzato dalla Università del Colorado e pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Science”: «Quando dormiamo troppo poco siamo portati a mangiare in orari in cui la nostra fisiologia interna è predisposta al riposo, non all’assunzione di cibo». Elementare la tesi: chi dorme poco infatti ha più ore a disposizione per mangiare. E’ vero che stare alzati più a lungo ci fa consumare più energia, ma chi resta sveglio è portato a mangiare di più e a scegliere cibi più sostanziosi, soprattutto di sera – controindicato per la dieta-. L’estate è alle porte e se la prova bikini ci assilla, come prima cosa non lasciamo che ci faccia passare notti insonni. Il rimedio c’è sempre. Ecco l’ultimo trucco: il 5+2, cinque giorni di pasti normali e due giorni di digiuno. Questa la tesi di Michael Mosley, medico, e Mimi Spencer, giornalista, che con il libro “Fast diet” hanno scalato i vertici delle classifiche dei libri più venduti in Gran Bretagna e da questo mese in edicola anche in Italia. U’idea geniale che non ci deprime concedendoci di mangiare con soddisfazione per 5 giorni e riducendo le calorie a 600 nei giorni previsti per il digiuno, con frutta, yoghurt e qualche fetta di pane integrale. Come in tutti i regimi dietetici, è necessario preferire cibi integrali ricchi di fibre, usare l’olio a crudo, abbinare sempre le verdure ai carboidrati o alle proteine e non mangiare carboidrati e proteine insieme. Il risultato è assicurato! Questa che può sembrare una novità assoluta è la dieta più antica del mondo: le religioni, infatti, usano da sempre il digiuno per acquisire chiarezza di visione ed introspezioni mistiche. Dagli antichi cretesi che praticavano giorni di digiuno in ossequio alle regole religiose, al venerdì di magro praticato dai cattolici, sino al digiuno ortodosso che consiste nell’escludere alcolici, olio e proteine animali. Questo il combinato disposto per la nostra prova costume: letture mistiche, forse un po’ noiose, ma che sicuramente aiutano a prendere sonno, e due giorni a calorie ridotte.
15 mag ’13 Ivana Santomo

 

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Fa sempre bene mangiare il pesce?

  
Che mangiare pesce faccia bene, soprattutto ad alcune età e in alcune condizioni (in gravidanza e durante l’allattamento) è una certezza. Diverse autorità nazionali e internazionali ci suggeriscono da tempo di consumarlo due, tre volte a settimana, soprattutto nei primi anni di vita e Madama Ricetta si è già occupata di sfatare alcune leggende in tema. Ad esempio: non necesariamente il pesce è più costoso o complicato da cucinare rispetto alla carne. E, al contempo, oltre a proteine, minerali e vitamine di alta qualità, contiene acidi grassi unici e fondamentali al nostro organismo. Il pesce apporta un contributo decisivo sia allo sviluppo neurologico, sia al sistema cardio-vascolare, diminuendo il rischio di infarti, e può avere un effetto benefico negli stati infiammatori, come l’artrite, o addirittura aiutare la prevenzione di alcune forme tumorali. Eppure…va acquistato con alcune cautele. Risale al 2010, un rapporto della Fao e dell’Oms che analizza rischi e benefici del consumo di pesce, prendendo in considerazione da una parte il suo alto valore nutritivo e  dall’altra, l’accertata presenza, soprattutto in alcune specie, di contaminanti (in particolare metilmercurio e diossine). È quindi importrante che il consumatore conosca alcune regole. I contaminanti si accumulano soprattutto nei grandi pesci predatori – come il pesce spada, la ricciola e il tonno – che vivono più a lungo e si nutrono di altro pesce. Quindi bisognerebbe evitare di portare in tavola queste specie più di un paio di volte a settimana e limitarsi ad una sola nel caso di donne incinte e bambini piccoli. Alternare le varie tipologie di pesce può essere d’aiuto in tal senso e da altri punti di vista. È sempre la Fao, a raccomandarci di prendere in considerazione la questione della sostenibilità ambientale. Il depauperamento dei mari e della loro fauna è sempre più grave, molte specie spono sparite e l’ipersfruttamento di altre crea seri problemi all’ecosistema. Anche i pesci di allevamento pongono problemi ecologici: per produrre mangime, infatti, si impoveriscono gli stock ittici del mare e spesso per ripulire le vasche si rilasciano nell’ambiente acque contaminate (dalle deiezioni degli animali, dai farmaci veterinari). Il consumo di specie in grave declino (pesce spada, tonno) e di specie che devono essere allevate o importate andrebbe evitato, mentre bisognerebbe privilegiare esemplari dei nostri mari, scegliendo ad esempio i piccoli pesci azzurri (sardine, alici) che tra l’altro sono particolarmente ricchi di acidi grassi. L’origine e la tracciabilità del pesce tramite apposite etichette informatve è d’altronde un obbligo per qualsiasi venditore che deve comunicare all’acquirente il nome del pesce, il metodo di produzione (mare o allevamento), la zona di cattura. Su quest’ultimo fronte, fa fede la divisione in zone stabilita dalla Fao, secondo lo schema qui riportato.
Ad ogni mare corrisponde un numero, riconosciuto a livello internazionale: teniamolo presente!
Silvia Gusmano

 

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Con Api si vola!

Ricordate questo spot, riferito ad un carburante per auto? Ma le api, anche se hanno benzinza per volare, sembrano aver perso la strada. Infatti api impazzite terrorizzano i cittadini, ultima novità che sta riempiendo le pagine delle cronache cittadine in tutto il Paese. Lo scorso 6 maggio a San Martino Valle Caudina, in Irpinia, un intero quartiere è stato assediato da uno sciame di oltre 10mila api. Nel weekend a Livorno un altro sciame ha invaso la chiesa dei salesiani, costringendo il parroco a celebrare messa nella cripta. Gli allarmi si moltiplicano e le forze dell’ordine avvisano i residenti di tenere chiuse porte e finestre, in attesa dell’arrivo degli apicoltori che tentano di riportare gli sciami negli alveari. A far perdere la bussola a questi preziosi insetti sono i pesticidi, è orami acclarato: una questione di cui da tempo si discute anche a Bruxelles, dove forti sono le pressioni di potenti multinazionali come Bayer e Syngenta, contrarie alla messa al bando dei pesticidi. Ora grazie alla campagna sostenuta da Greenpeace e dalla volontà di 15 Paesi membri, la Commissione Europea lo scorso 30 aprile,  ha proposto il divieto dei tre pesticidi letali per le api a partire dal prossimo 1 dicembre 2013, per consentire agli agricoltori di adattarsi. La decisione dell’UE è una prima importante risposta a fronte di evidenze scientifiche inconfutabili come dimostra il rapporto “Api in declino” la campagna europea di Greenpeace per salvare le api (www.salviamoleapi.org) e lo  studio degli USA fatto da ABC (l’analogo della nostro LIPU, lega italiana protezione uccelli) che indica gli insetticidi quale prima causa del crollo delle popolazioni di uccelli nell’America del nord, dove è sopravvissuta solo la metà degli alveari. Le api sono un fattore primario di produzione per l’agricoltura, grazie all’impollinazione di fruttiferi e seminativi e sono in grado di accrescere sensibilmente la quantità e la qualità delle coltivazioni. I prodotti Made in Italy sono tra le più grandi risorse per l’Italia e per questo difendiamo e sosteniamo la campagna di “salviamo le api”, questi preziosi insetti che costituiscono un ruolo insostituibile nella salvaguardia della biodiversità.
8 mag ’13 – Ivana Santomo

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Non ci resta che il gelato

È partito da Roma, lo scorso weekend, il Gelato World Tour, ovvero le olimpiadi del gelato. ll vincitore della prima tappa, che ha avuto per scenario la terrazza del Pincio, nel cuore di Villa Borghese, è il maestro gelatiere Francesco Mastroianni con il suo “Cuor di Brontolo”, che ha sfidato 16 tra i migliori “colleghi” italiani. Al secondo posto Giuseppe Lancierini con il suo “Pistacchio” e al terzo Emanuele Montana con “Delizia all’arancia”. La kermesse internazionale continuerà a Chicago negli Usa, a Valencia in Spagna e poi in Germania, in Brasile, in Cina, in Medio Oriente, in Australia e, ad ogni tappa, vedrà sfidarsi i migliori gelatieri del paese. I finalisti, tre in tutto, si affronteranno nell’ultima grande gara a suon di gusti, nel settembre 2014 a Rimini, dove verrà proclamato il miglior gelatiere mondiale. E mentre tifiamo per Mastroianni, facciamo l’elogio del gelato che, oltre che buono, è un ottimo alimento contro malinconia e stress. Il caro vecchio cono, infatti, offre soprattutto benefici psicologici e, secondo recenti ricerche, può trasmettere al cervello lo stesso piacere di quando si ascolta la propria musica preferita, regalare grandi emozioni e darci l’illusione di tornare all’infanzia. La primavera è nel pieno della sua vitalità e il gelato regala sensazioni di dolce freschezza, risulta inoltre un alimento salutare, perché ricco di sostanze nutrienti come le vitamine del gruppo B e il calcio. Ottimo anche nelle diete dove per tagliare le calorie, basta preferire sorbetti e gusti alla frutta che hanno un apporto calorico pari a uno yogurt. È stato dimostrato, infine, che il dolce più amato dell’estate ha il potere di far sorridere le persone, soprattutto in Italia. Secondo uno studio condotto dall’Università di Amsterdam, consumare coni e coppette provoca gioia nell’86% dei nostri connazionali mentre per il resto della popolazione europea si raggiunge un valore massimo del 64%. Visto che nel Bel Paese non sono rimasti molti motivi per sorridere e visto che di gelaterie ce ne sono in ogni angolo di strada, che dire? Diamoci al gelato!
Ivana Santomo

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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per chi ha perso la puntata del 14 novembre a Cuochi e Fiamme, con la partecipazione della nostra corrispondente da Lugano Valentina Arena, trova qui il link per rivederla.

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